Pokerissimo Atalanta U23 sul Lecco. I blucelesti finiscono in un vero e proprio fosso sul campo di Caravaggio al cospetto dei bergamaschi, che si concedono pure il lusso di cestinare quattro altre comode palle gol. I ragazzini della Dea raccolgono a piene mani i frutti lasciati nelle praterie dai grandi delle Aquile, che nel primo tempo sprecano pure parecchio dalle parti di Pardel ma nel complesso meritano di chiudere sotto la frazione: 1-3 firmato da Alessio e Cassa (doppietta), che diventa 2-3 a inizio ripresa grazie alla marcatura di Sipos in sospetto fuorigioco prima del tracollo che arriva per mano di Vlahovic prima e Alessio poi. La squadra di Volpe paga a carissimo prezzo la scelta di giocarsela uno contro uno a tutto campo, che verosimilmente nessuno in questa categoria si può permettere contro la qualità della squadra di Modesto.
Atalanta U23 5-2 Lecco, l’intervista di mister Gennaro Volpe
Mister, non tutto passa dalla panchina cortissima:
«Ridursi all’arbitro sarebbe… Riduttivo. Ci metto la faccia per tutti, non voglio cercare alibi: quando non puoi allenare e devi gestire fai fatica, posso imputare poco ai 13 scesi in campo oggi. Non ho cambi e non si può rifiatare, quando non hai alternative e scelte diventa complicato: l’Atalanta è forte e siamo stati puniti oltremodo, abbiamo fatto un buon primo tempo creando tanto e concretizzando poco a differenza loro. Sapevo che si sarebbe potuta riaprire la partita perché loro giocano sempre e così andata, poi ci abbiamo messo del nostro. Abbiamo ancora una partita da affrontare con la scelta giusta».
L’uno contro uno a tutto campo era il piano gara?
«Non volevamo lasciare profondità, è stato fatto in maniera confusionaria ed estremizzata. Nell’ultima mezz’ora abbiamo perso la bussola e non possiamo fare né quello né perdere tempo, Se non stiamo nella partita per 90′ poi succede quello che è successo. Non possiamo reggere l’uno contro uno a campo aperto, ci ammazzano e vale a maggior ragione per l’Atalanta che ha un motore fuori categoria. Non possiamo perdere la testa e su questo siamo fragili: la squadra è partita con un obiettivo e la posizione di classifica oggi era probabilmente quella non considerata. La testa pesa, ma ci siamo dentro e se non cominciare a sgomitare poi diventa dura: ci sono problemi da risolvere, in primis quello numerico perché allenarsi in 13 è improponibile per vari motivi. Facciamo quest’ultima partita, ma chiaramente bisogna intervenire perché poi diventa complicato».
Quale la ragione degli infortuni?
«Sono arrabbiato per la situazione che sto vivendo, non m’interessa sapere quello che è stato fatto prima, dopo o durante. In questo momento sto facendo il gestore di una situazione che non pensavo di trovare: stiamo cercando delle soluzioni ma in questo momento abbiamo dei punti da fare perché la classifica non è bella. Mi spiace per i tifosi che sono venuti e ci sostengono fuori e in casa, ma i primi dispiaciuti siamo noi. L’impegno è massimale, con il direttore c’è un confronto quotidiano su ciò che abbiamo da fare: in questo momento c’è bisogno di mente lucida».
89 anni di differenza in campo:
«L’età è relativa, i giocatori sono forti a prescindere dall’età e loro faranno la Serie A. Hanno un motore diverso dal punto di vista atletico anche in tante altre situazioni: quando hanno picchi alti diventano ingiocabili come oggi».
Contento del rapporto con lo staff medico?
«L’impegno da parte loro è massimale, per loro non è semplice gestire questi infortuni. Tutti lavorano per il bene del Lecco, medici e fisioterapisti non possono fare i miracoli: c’è piena sintonia, prima di tutto vogliamo il bene del Lecco e siamo tutti delusi perché in questo momento il massimo non basta. Ci sono tanti motivi, in questo momento ci sono difficoltà oggettive che vanno affrontate con testa e mentalità giuste altrimenti diventa difficile. Il primo deluso sono io, ma l’unico modo è alzare la testa e affrontare le cose da uomini per reagire davanti alle difficoltà: io sono fatto così e la mia squadra deve avere questo tipo di reazione».
Cosa chiedi alla società?
«Ci sono ruoli che necessitano d’interventi, un po’ in tutti i reparti. Qualcosa dovremo assolutamente fare alla luce di infortuni che sono e saranno lunghi: spero di non ritrovarmi ancora così alla ripresa, ho voglia di lavorare e in questa situazione sarebbe difficile per chiunque poter incidere».
Ti aspetti qualcosa di più dai giocatori più esperti?
«Non trovo corretto delegare la questione a chi ha tante partite, a quei due-tre giocatori più esperti. Mi aspetto una reazione da uomini da parte di tutti, a prescindere dall’età, perché è giusto che sia così».
Atalanta U23 5-2 Lecco, l’intervista di mister Francesco Modesto
Mister, bravi a reagire al 2-3 dopo un bellissimo primo tempo:
«Abbiamo giocato contro una squadra che ha 89 anni in più, i ragazzi sono stati bravissimi dal primo all’ultimo minuto. Sul 2-3 c’è fuorigioco netto, ma non si sono minimamente scomposti: stanno bene fisicamente, hanno corso e lottato su tutte le seconde palle. Il Lecco puntava a stare nei piani alti e l’anno scorso era in B: è una squadra di valore e con giocatori di qualità, non dobbiamo minimizzare una vittoria così roboante».
Alessio sbloccato, Cassa ha fatto quel “di più” che chiedevi:
«La crescita può essere nell’immediato come quella di Navarro od Obric, è normale che Filippo si metta sempre a disposizione della squadra: l’ho già allenato a Vicenza e conosco le sue caratteristiche, l’attaccante deve fare anche gol oltre a giocar bene e lo sta capendo pian piano. Cassa… Ho sempre paura di fare dei complimenti, tutti vedono che giocatore è ma deve lavorare più degli altri e solo lui deve voler migliorare tutti i giorni: deve trovare continuità di gioco nelle partite e quello gli potrà far fare una carriera importante. Se lo vorrà, però».
Oggi una prova importante:
«La squadra è molto giovane, stiamo facendo qualcosa di veramente bello. Abbiamo superato i punti dello scorso girone d’andata, ma conta maggiormente il percorso: quando vieni da due sconfitte di fila può entrare il freno a mano, le vittorie li aiutano a giocare e ad accettare i duelli. Il percorso va fatto anche sulle sconfitte, perché quelle servono a imparare: oggi andavano forte, loro mi danno la massima disponibilità e abbiamo fatto ruotare penso 40 giocatori in 19 partite».