Da un certo punto di vista, era mediaticamente l’uomo più atteso. Perchè, risultati a parte, al direttore sportivo Antonio Minadeo è stata contestata la scarsa presenza di fronte a telecamere e taccuini, soprattutto quando le cose sono andate molto peggio rispetto a quanto non lo stiano facendo ora. Nel mirino di parte della piazza da tempo, il responsabile dell’area tecnica della Calcio Lecco 1912 ha fatto capolino della sala stampa del “Rigamonti-Ceppi” per parlare alla stampa e – di conseguenza – alla città dopo un mercato invernale contraddistinto da 24 operazioni e dal terzo cambio di guida tecnica stagionale. Manca ancora da definire formalmente il passaggio di Lepore all’Al-Ittifaq, ancora bloccato da delle problematiche squisitamente burocratiche.
La sintesi del mercato bluceleste
| Acquisti | Cessioni |
|---|---|
| Andrea Marino – c, Trapani p | Jean-Claude Billong – d, svincolato |
| Davide Grassini – c, Carrarese | Carlo Ilari – c, Ravenna p |
| Vincenzo Polito – d, Spal p | Andrea Beghetto – c, Pisa fp |
| Manuel Martic – c/d, Legnago | Daniele Rocco – a, Pro Patria |
| Flavio Di Dio – c/a, Juve Stabia p | Corentin Louakima – d, svincolato |
| Manuel Ferrini – d, Monopoli | Mattia Tordini – a, Messina p |
| Fallou Sene – a, Fiorentina p | Salvatore Dore – c, Cremonese fp |
| Giacomo Cavallini – c, Reggiana p | Artur Ionita – c, Triestina |
| Christopher Attys – c, Triestina p | Teoman Gunduz – c, Triestina fp |
| Niccolò Zanellato – c, Catania | Vedran Celjak – d, svincolato |
| Julian Kristoffersen – a, svincolato | Giorgio Galli – c, Lucchese |
| Djavan Anderson – c, svincolato | Jan Zuberek – a, Inter fp |
Lecco, l’intervista del direttore sportivo Antonio Minadeo
Direttore, motivi di soddisfazione e perplessità della campagna acquisti:
«Passerei subito agli argomenti che destano perplessità. Tanti movimenti? Partiamo da quanto è stato fatto negli anni precedenti: quest’anno c’erano delle esigenze diverse e abbiamo deciso d’intervenire. Come? Dei titolari storici come Ilari, Celjak, Galli, Lepore e Ionita sono andati via; parecchi erano prestiti e ragazzi, la rivoluzione ha in parte inciso sulla gestione attuale. Altre scelte le abbiamo subite, perchè dei giocatori hanno avuto il desiderio di fare altri percorsi».
Tre gestioni tecniche diverse:
«Quando le cose non vanno ci sono vari motivi, anche privati. Nel calcio c’è il detto “l’allenatore paga le colpe di tutti” e questo è accaduto: faccio fatica a trovare una mancanza a mister Baldini, se non quella dei punti che ci accomuna; lo confermo anche per quanto riguarda mister Volpe, che ha avuto una rosa menomata a causa degli infortuni che sono arrivati tutti insieme. Siamo tutti dentro queste vicende».
Avete cambiato completamente idea di rosa, età media alla mano, e ora si corre fino alla fine:
«Avevamo 17-18 giocatori già sotto contratto il 3 luglio, fare la cosiddetta rivoluzione sembrava un azzardo. Tanti di questi sono andati via a gennaio, visto l’andamento generale e l’età media. Lavoro atletico? A settembre una squadra non può essere al 100% e con gli infortuni il lavoro è stato gambizzato: ora abbiamo chiuso il cerchio; abbiamo abbassato l’età come da programma societario. Le cause dei nostri 32 punti sono da racchiudere in ognuna delle nostre figure, io avrò le mie parti di colpa come gli staff pur essendo composti da profili di altissimo valore professione».
Come avete convinto mister Valente a venire qui a mercato finito?
«Gli ultimi due-tre giorni di mercato invernale sono stati di grande preparazione a livello emotivo e professionale, non è stato semplice ma l’abbiamo convinto grazie alla forza della proprietà: posso essere credibile da direttore sportivo o meno, ma quando ho presentato una forza economica e passionale sul tavolo della proprietà – con il grandissimo aiuto del vicepresidente Francesco Aliberti – siamo riusciti a convincerlo in 24 ore. Mi sono preso la responsabilità di non chiudere due caselle, dando la possibilità all’allenatore di esprimere la sua idea su due giocatori».

Avete ingaggiato Kristoffersen e Anderson, scelte rischiose. E la cessione di Rocco…
«Colgo solo ora il pericolo percepito all’esterno, non possiamo decidere noi la collocazione di un giocatore: se c’è l’interesse per un attaccante da zero gol e in uscita… Accetto questa puntualizzazione, ci può essere una discussione e magari in futuro mi servirà come spunto di crescita e miglioramento. Per il resto, non siamo andati a prendere tanto per prendere: uno svincolato ha bisogno di minutaggio, ma abbiamo voluto dare al nuovo allenatore una chanche per trovare dei giocatori in linea con il suo modo di giocare; abbiamo trovato due elementi con le caratteristiche che desiderava, se guardiamo al mercato di gennaio penso che – escluso Lescano – si saranno mossi 1-2 giocatori con più di 5 gol all’attivo».
Come vivi umanamente la tua situazione?
«Non mi piace parlare di fronte alle telecamere e giustificarmi, mi piace stare dietro le quinte. Mi piace farmi apprezzare per il lavoro e dalla città che vivo: non sono venuto qua per fare interviste, cerco di rispettare la città. Le critiche ci stanno, non fanno piacere ma serve questo tipo di atteggiamento quando i risultati non arrivano. Il rispetto per il luogo in cui vivo va anche dentro gli aspetti extracalcistici: sono così da quarant’anni, quando ti comporti così non devi aver paura di qualcuno».
Tornando indietro, avresti fatto delle cose diverse?
«Tendo sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno, si può fare sempre meglio. Con la proprietà abbiamo tracciato una strada, alcuni obiettivi sono andati a buon fine e altri meno. Hai citato Giorgio – e mi permetto di chiamarli così – con cui ho avuto messaggi pieni di sentimento: non è stato messo sul mercato, gli ho detto che sarebbe partito con in mano la proposta biennale di un’altra società. Di questo abbiamo parlato il 1° gennaio, speravo che trovasse la soluzione prima del 2-3 gennaio: avevamo bloccato Zanellato per questo motivo, con lui c’era un accordo da sei-sette giorni da finalizzare dietro liberazione di un posto in lista».
Mancano i gol, Sipos a parte:
«Tutte le squadre vogliono migliorare in attacco, dalla Serie C alla Serie A. In Kristoffsen e Senè ho grandissima fiducia, come in Galeandro che ha 4 gol e 5 assist all’attivo: l’allenatore può lavorare in santa pace da pochi giorni. Speriamo di poter dare delle soddisfazioni in più a questa splendida piazza calcistica».
Di solito si pianifica la prossima stagione sin da ora: Kritta e Sipos?
«Sembrerò ruffiano verso la proprietà, ma non è nel mio stile, ma la proprietà ha bloccato sul nascere le possibili trattative per i due giocatori. La sostenibilità la sta dando il presidente Aliberti, a ben vedere avremmo dovuto venderli entrambi: per come lo conosco, quest’estate non saranno ceduti perché vorranno tenere i migliori. La proprietà è solida e sta sposando il progetto Lecco, non ha bisogno di venderli per rendere sostenibile la società».
Su Ionita e Chaja:
«Ionita ha voluto andare via, lo ringrazio per quello che ha fatto nel Lecco Calcio ma per me è una parentesi chiusa; mi ha fatto conoscere nuove metodologie e mi ha lasciato qualcosa. Chaja, invece, rappresenta la forza della società: non era economicamente preventivato, il presidente aveva accettato di fare uno sforzo con pochi pari. Il ragazzo veniva da un percorso di Serie A, inizialmente è stato trascinato dall’entusiasmo e dopo una notte ci ha ripensato: lasciamo che i ragazzi giovani facciano il loro percorso».



















