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Interviste | Valente: «Buon approccio, poi…». Furlan: «Bright? Non so come ho fatto…». Cusatis: «Gagliardi»

I blucelesti collezionano lo terzo pareggio a reti bianche di fila, questa volta bagnato dagli interventi prodigiosi del portiere del Lecco. Rimane invariata la distanza dalla zonna calda

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Tempo di lettura 5 minuti

Terzo 0-0 di fila per il Lecco, stavolta sicuramente più “rubacchiato” rispetto a quelli con Pergolettese e FeralpiSalò. Un gran ringraziamento per Furlan, decisivo con due monumentali interventi su Bright e Samele, respinto dal dischetto: non ne intercettava uno dal 26 dicembre 2018, quando giocava nel Catanzaro e fermò un top della categoria come Evacuo. Un bel momento per tornare sulla cresta dell’onda anche sotto questo profilo, regalando così un punto ai suoi compagni di squadra al culmine di una gara sottotono tra la mezza bufera d’acqua del “Breda” di Sesto San Giovanni. Per l’Alcione è – oggettivamente – un risultato che non può soddisfare vista la mole di occasioni prodotte dalla squadra di Cusatis.

Alcione Milano 0-0 Lecco, l’intervista di mister Federico Valente

Mister, alla fine San Furlan:
«Per 20-22 minuti ho visto quello che mi aspetto dal Lecco con e senza la palla, ma la partita dura 90 minuti e se molli un centimetro o l’1% non ce la fai più indipendentemente dalla categoria. Oggi Furlan ci ha salvato il punto, non facciamo gol ma non ne subiamo nemmeno: la squadra capira che la musica è nei primi 20′. Chiaro che Attys dovrà portare la pizza a Furlan, poi ha avuto l’occasione».

Come ti spieghi l’inversione?
«Meno qualità nel possesso e concedi all’avversario di fare di più. L’ho visto in campo e ne ho parlato con i ragazzi a fine primo tempo ma è difficile trovare il tasto per il restart: devo fare un complimento perché provano a riaccendere e danno l’animo ma non abbiamo ancora 90′ di qualità dentro. Arriveranno, ma prima facciamo e meglio è».

Come mai Frigerio fuori?
«Non stava bene? Giusto. Non abbiamo allenato il 3-5-2 e non provo le cose direttamente in partita: con Andrea e Niccolò hai più qualità, poi ho dovuto cambiare il secondo per l’ammonizione. Dobbiamo avere un’idea lucida e chiara».

Buon primo tempo di Cavallini:
«Ha fatto la sua prestazione, poi è caduto anche sulla spalla e ha avuto i suoi problemi. L’ho messo perché mi ha dato la sensazione di essere fresco, mi è piaciuto tanto».

Nel finale l’Alcione ha creato tanto: “colpa” dei cambi?
«Devi sempre vedere da dove nascono le cose, ogni calcio d’angolo è un pericolo con i centimetri che hanno. Non hanno fatto la costruzione dal basso, hanno messo la palla lunga e ci sono sempre delle difficoltà; poi prendi un rigore per un fallo troppo irruento, in caso contrario sarebbe stato tutto più calmo. Nella sofferenza hanno combattuto, mi è piaciuto come hanno messo energia ma se prendi un punto in queste situazioni prendi della carica».

Com’è la nata degli esterni così? Hai pensato di invertirli?
«Nata ieri dopo l’allenamento, avremmo voluto andare sul secondo palo o sfruttare un tiro da fuori e Cavallini mette delle palle top. Non ho pensato a un loro nuovo cambio».

Alcione Milano 0-0 Lecco, l’intervista di Jacopo Furlan

Jacopo, più difficile quella su Bright:
«Non so come ho fatto a prenderla, onestamente. Andata bene, il rigore ruba l’occhio ovviamente».

Andata bene?
«Sì, diciamo che la strada è ancora lunga e dobbiamo migliorare. Il punto fa morale, la prestazione non è stata positivissima rispetto alle ultime: ci metteremo sotto, c’è subito una partita da affrontare».

Che botta sul rigore…
«Il conto onestamente non lo sto tenendo, non ne paravo uno da un po’. Ognuno ha il suo modo per prepararli, non sta a me dare consigli».

Buon approccio, poi è venuta a mancare della brillantezza:
«Fisicamente abbiamo pagato, alcuni non giocavano da un po’ dal primo minuto. Sui due piedi dico che c’è stato un po’ di poca brillantezza fisica e mentale: normale, questa è la settimana con la partita è in mezzo. Fortunatamente abbiamo un giorno in più per recuperare».

Poche settimane fa hai detto che ti sentivi mentalmente svuotato. Cos’è cambiato?
«Ci tengo a precisare che le dichiarazioni arrivavano dopo una partita con mille occasioni e una sconfitta. Oggi abbiamo maggiormente sofferto, la dinamica cambia molto: mi sembra ingeneroso stare a parlare di un allenatore piuttosto che di un altro, ognuno ha il suo metodo».

Mancati Martic e Frigerio?
«Manuel è un giocatore importante, ma Polito ha fatto una buona partita e gli faccio i complimenti. Sono contento dei miei difensori, chi gioca gioca entra a far parte di un reparto solido e sono contento».

Alcione Milano 0-0 Lecco, l’intervista di mister Giovanni Cusatis

Mister, risultato amaro con l’Alcione protagonista:
«Partita gagliarda, sapevamo di giocare una squadra con grandi cambi e motivazioni. Vogliamo finire al top questo campionato, all’inizio abbiamo dovuto trovare le uscite poi siamo stati al top. Il loro portiere ha fatto tre grandi parate, non avevo dubbi su questa squadra che ha coesione forte e valori alti, con un’alchimia pazzesca: a volte riescono a fare tutto al massimo, altre volte no. Sono contento per Federico (Agazzi, ndr) e Fabio (Morselli, ndr), meritavamo questa opportunità: dispiace per Samele, si prende le responsabilità da una vita e non si deve preoccupare, ci darà una spinta forte nelle prossime partite perché qua accettiamo l’errore e crediamo nelle qualità dei nostri ragazzi».

Subito Agazzi, Morselli e Renault:
«Per me non sono cose inedite, abbiamo 23-24 giocatori e non avevo dubbi sul fatto che potessero fare bene. Avessero sbagliato la partita, non avrei cambiato il parere su di loro: ero convinto potessero fare una partita ad alto livello e così è stato. Tutti abbiamo l’obiettivo di far rendere l’Alcione al massimo».

Bonaiti era emozionato?
«Noi diventiamo matti: ha l’aquila tatuata sul braccio, tifa Lecco. È il capitano dell’Alcione e l’ha dimostrato, mi dà sostanza e l’ho messo play per questo motivo: lui e Piccinocchi ci rappresentano, sono ragazzi di valore che hanno sempre aspettative alte e si mettono a disposizione; Mario è importante anche per quello che fa fuori dal campo, hanno un modo di approcciarsi con spirito e senso di appartenenza, rappresentano i due presidenti: tecnicamente non si discute, ci è mancato e ci manca come altri. Con equilibrio facciamo le nostre cose di comune accordo».

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