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Interviste | Valente: «Fa male, rosico anche per i tifosi». Kristoffersen: «Loro con più fame». Soave: «Avuta la risposta che volevo»

I blucelesti chiudono le 19 partite esterne senza ottenere lo straccio di una vittoria, che manca dall’autunno del 2023 e non sarà conquistabile prima della prossima annata. Primo tempo brutto, ripresa al frenetico arrembaggio: vince la penultima della classe

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Tempo di lettura 6 minuti

537 giorni dopo, il tabù trasferta non si rompe all’ultima occasione utile. Anzi, il Lecco si fa battere dal Caldiero Terme penultimo della classe che capitalizza al meglio la zuccata di Nessi a metà primo tempo. Frazione, quella che i padroni di casa interpretano decisamente meglio sul piano del temperamento: la ripresa è di tutt’altro tipo, ma la squadra di Valente è troppo sporca negli ultimi venticinque metri e vanifica quel – comunque non tanto – che costruisce con la miriade di cross buttati dentro soprattutto dalla fascia sinistra. Festeggia il gruppo di Soave, che a Chioggia potrà confermare la qualificazione ai play out che pareva una chimera fino a poco tempo fa, si lecca nuovamente le ferite la squadra bluceleste che nell’epilogo contro l’Atalanta U23 dovrà fare a meno di Frigerio (squalificato e infortunato), Battistini (squalificato) e Martic (squalificato per espulsione diretta). Un’ultima uscita, insomma, che ricorda da vicino quella di Lucca vissuta nel 2021.

Caldiero Terme 1-0 Lecco, l’intervista postpartita di mister Federico Valente

Mister, primo tempo brutto da vedere:
«Sapevamo cosa aspettarci, una squadra all’ultima speranza. Non mi piace trovare alibi, bisogna essere più intensi dall’inizio della partita: devi portarla 0-0 alla pausa e poi si apre il campo, come visto nel secondo tempo. Essere sotto 1-0 alla fine del primo tempo mi dà fastidio, tanto: perdere questa opportunità mi dà molto, molto fastidio. Siamo qua da 10 settimane, neanche Roma è stata costruita in 10 settimane: non sono d’accordo con i primi 45′ e neanche con i secondi, in una gara così non puoi andare in campo con un calo d’intensità. Ci sarà da lavorare e riflettere su queste cose: anche dalla partita di oggi si può vedere chi potrà fare del nostro gruppo in futuro».

Sulla fascia sinistra maggiori difficoltà:
«Bisogna anche fare attenzione nell’analisi, la squadra fino a oggi ha fatto un grandissimo lavoro. Non voglio dare troppo peso a questa partita, una gara non mi fa dimenticare quello che abbiamo fatto: vorrò chiedere anche ai ragazzi il loro parere, il gruppo è unito sin dal primo all’ultimo giorno».

Quello di oggi era anche un test?
«Volevo scendere in campo con rispetto per tutti, con i giocatori più forti davanti a un pubblico fantastico: mi fa veramente male passare Pasqua così, rosico per i tifosi che sono venuti qua. Abbiamo l’obbligo di fare bene, questo non era un test: devo fare riflessioni anche sul mio, sono io a tracciare la linea e non punterò mai il dito solo verso di loro».

L’infortunio di Frigerio è grave?
«Ha sentito tirare il flessore, spero non sia qualcosa di tendineo. Faremo i controlli, chiaro è che avrà il tempo per recuperare».

Caldiero Terme 1-0 Lecco, l’intervista postpartita di Julian Kristoffersen

Julian, primo tempo inchiodato. Ripresa più determinata, ma poco lucida:
«Sono d’accordo, non abbiamo giocato bene nel primo tempo. Nella ripresa abbiamo avuto più occasioni: una mia, una Grassini… Non siamo stati bravi a buttarla dentro. Loro con più fame? Questa settimana ci siamo allenati molto bene ed eravamo pronti, poi loro hanno mostrato di avere più fame nel primo tempo».

La tifoseria ti ha un po’ adottato:
«Sono contento per aver fatto 45′ per la prima volta, il mio minutaggio è aumentato progressivamente. Fisicamente sto bene così come mi trovo bene qui a Lecco, vediamo per il prossimo anno cosa succede».

Non avete ancora trovato del tutto il vostro equilibrio?
«Stiamo facendo bene, ma purtroppo non è mai arrivato il risultato fuori casa».

Caldiero Terme 1-0 Lecco, l’intervista postpartita di mister Cristian Soave

Mister, vi volete tenere stretti la Serie C:
«Mi dispiace per l’espulsione, ma non sono responsabile del pallone che vola in campo. Avevamo solo una strada da percorrere e abbiamo fatto una partita d’intensità incredibile contro una squadra che non ci ha regalato nulla fino alla fine. Mi dispiace averli attaccati dopo Arzignano, ma è vero che giocare 2-3 mesi di fila come una fila mentalmente la partita la puoi sbagliare: ho avuto la risposta che volevo, incredibile che giocatori fuori da due mesi abbiano dato questo contributo».

Forza mentale pazzesca:
«La partita è stata dura, nel secondo tempo si sono messi 3-4-1-2 e in certi duelli abbiamo concesso prima di sistemarci. Abbiamo sofferto delle mischie, ma hanno una fisicità contro la quale non è facile tenere botta: c’è un’altra battaglia da vincere, non abbiamo fatto nulla».

Dove avete sofferto?
«Nei primi 20′ siamo stati molto aggressivi e abbiamo rischiato molto, dopo il vantaggio è subentrata la paura e si è visto. Nel secondo tempo metterci uomo su uomo ci ha agevolati, ma penso che si possa far meglio: mi aspettavo di più da Nicola e Cazzadori, avrebbero dovuto darci qualcosina in più. Dopo essere andati in vantaggio avremmo potuto ripartire meglio, invece li abbiamo tenuti lì. Rinnovo i complimenti a chi entrato dalla panchina dopo mesi».

Cosa non si può sbagliare?
«La strada più giusta è quella legata al non pensare troppo, andando forte. È così, non possiamo fare questo sbaglio: questa era la prima finale, ora abbiamo la seconda».

La strigliata di Arzignano ha dato frutti:
«Li ho bacchettati per bene, non lo nego per quanto io non creda nell’urlar troppo ai calciatori: quando sono rientrato ho detto che prima avevamo sbagliato delle cose dal punto di vista mentale. Poi, ho già detto che giocare sempre come se fosse una finale porta a un calo fisiologico: oggi abbiamo approfittato dei risultati, ma non abbiamo fatto nulla e dobbiamo vincere un’altra partita. Facciamo una bella Pasqua, questo sì».

Dipende tutto da voi:
«È sempre importante, ma indipendentemente dalla prossima partita devo dir “grazie” a questi ragazzi perché non hanno mai mollato: c’era tantissima gente allo stadio e questa cosa mi ha emozionato, la metà delle persone qua dentro non avrebbe creduto al Caldiero ai play out».

Nuova difesa:
«A 4 non abbiamo mai giocato, ma hanno fatto una partita importante. Sul duello fisico non ho problemi, ma tante volte sbagliamo delle scelte perché ci si fa prendere dall’ansia: ad Arzignano il primo gol arriva su un’uscita a 5 su una palla scoperta per il voler far troppo».

A chi vanno i meriti di questo pubblico?
«Al mio presidente che ha creato un gioiellino e alla serietà della società, poi i risultati da quando siamo tornati al “Berti” hanno richiamato la gente allo stadio. 1.200 sono tanti e fino all’ultimo dovremo tenerci stretto questo campionato».

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