Una stagione difficile, ma comunque formativa: per gli atleti, l’ambiente e anche per la società. A pochi giorni dal primo scontro salvezza in Serie A, contro San Donà, il presidente del Rugby Lecco Carlo Redaelli ha raccontato il campionato concluso dalla squadra bluceleste al penultimo posto, che significa lotteria dei play-out. E lo ha fatto intervenendo nei nostri studi.
«È stata una stagione molto dura ma anche, come ogni passo che si fa nella storia, foriera di insegnamenti. Abbiamo ancora tanto da imparare sulla gestione del gruppo e a livello di società. La crescita, anche a livello giovanile, ci conforta. I ragazzi dell’Under 16, dopo avere vinto tutte le partite di campionato incamerando ogni volta cinque punti, si stanno giocando le finali nazionali contro la Benetton Treviso. Sabato scorso siamo andati a Treviso (sconfitta 64-7, ndr), questo weekend verranno loro».
«Ogni passo compiuto per crescere»
Nel Lecco non c’è alcun rimpianto per l’andamento della stagione. «Il ringraziamento va ai ragazzi. Lo scorso anno, quando abbiamo conquistato questo traguardo, ci siamo confrontati e abbiamo scelto di sostenere il progetto. Non è stato semplice, nemmeno a livello economico per una società piccola come la nostra, ma abbiamo cercato di capire quali fossero i passi per crescere e sostenerli in questa esperienza. Sapendo comunque che andavamo a confrontarci con società strutturate in maniera diversa. I nostri giocatori sono tutti lavoratori che alla sera si allenano con l’Under 19».
«Dobbiamo migliorare con i giocatori che arrivano da fuori»
Comunque vadano i play-out, quello futuro sarà un Lecco sempre “verde” nell’anima o ci saranno anche innesti mirati? «I cambiamenti vanno fatti e ponderati diversamente – spiega Redaelli – La volontà è di proseguire la valorizzazione del settore giovanile, come prevede la nostra filosofia. Dobbiamo migliorare tantissimo nell’integrare gli elementi che arrivano da fuori: quest’anno abbiamo inserito due giocatori argentini che non hanno dato le risposte che ci aspettavamo. Ci ha fatto riflettere: dobbiamo imparare».