Seguici

Basket

Il sogno di Saliou Niang si avvicina: «Mi dichiaro eleggibile per la NBA»

L’ala 2001 mandellese punta ad attraversare l’oceano già a giugno. Prima, però, ci sono i play-off Scudetto con la sua Trento. “La Giornata Tipo” gli dedica un bellissimo video. Coach Galbiati: «Può migliorare, ma in campo mette grande voglia»

Condividi questo articolo sui Social
Tempo di lettura 5 minuti

Saliou Niang si è dichiarato eleggibile per il prossimo draft NBA e i media specializzati di basket nostrano celebrano la stella della Dolomiti Energy TrentinoAquila Basket Trento. L’ala classe 2004 mandellese, cresciuta nella sua Rongio, viaggia in stagione a una media di 8.1 punti e 5 rimbalzi, e dopo la conquista della Coppa Italia punta anche allo Scudetto.

La popolare testata La Giornata Tipo ha dedicato a Saliou un bellissimo video intitolato “Il sogno di Saliou” nel quale, oltre alle parole del giovane, sono riportati i contributi di Paolo Galbiati, head coach dell’Aquila Trento, e Marco Crespi, già coach e commentatore tv, in bianconero come direttore dell’Academy per migliorare i giocatori dal punto di vista tecnico.

«Ho deciso di dichiararmi eleggibile per il draft perché è uno dei sogni che voglio realizzare: prima o poi andare a giocare in America» ha spiegato, emozionato, Saliou. «È il sogno di chiunque inizi a giocare» ha commentato Crespi, mentre Galbiati ha mostrato un po’ più di prudenza. «L’NBA oggi cerca specialisti e lui al momento non lo è. Se accadesse, però, sarei il più felice del mondo».

Il ragazzino con gli “stuzzicadenti”

«La prima volta che l’ho visto giocare era ancora a Lecco – racconta Galbiati nel video – Era un ragazzino, con questi stuzzicadenti al posto di gambe e bracce». Gli fa eco Crespi: “Lo conoscevo già, poi lo vedo giocare alle finali nazionali Under 19 del 2023 con la Fortitudo Bologna. Era una partita che non contava niente, lo vedo e dico: “Wow!”. Mando subito un messaggio a Rudy Gaddo (ds di Trento, ndr): “Saliou, che bellezza!”».

Gli inizi di Saliou sono tutti nel nostro territorio. In molti si ricordano ancora oggi delle sue scampagnate a piedi dalla frazione alta di Rongio fino al palazzetto di Pra’ Magno, sul lago, per gli allenamenti. «Sono cresciuto a Mandello, ho fatto due anni giocando sia a calcio sia a basket – racconta il giovane – Il calcio mi piaceva, poi sono diventato più alto degli altri. Un giorno spero di fare un camp per aiutare i ragazzini. In Italia prima è arrivato mio padre, di seguito mia madre, e mi raccontavano che per loro non è mai stato facile. Mio padre trovò lavoro come camionista. Mi è capitato di incontrare ragazzi che trattano male i propri genitori e non lo capisco. A me non è mai accaduto».

L’esordio in Serie A e l’infortunio

Quel ragazzino brucia le tappe. Nel 2020 è alla Fortitudo Bologna, ma ad attenderlo c’è un gravissimo infortunio. «Era il primo allenamento in Serie A, con coach Sacchetti – ricorda Saliou – Ho fatto un salto per andare a stoppare, sulla ricaduta ho poggiato il piede e ho sentito un crac. La caviglia era gonfissima. Il medico guarda la radiografia e mi dice che non ne aveva mai visto una così brutta. In qui due anni ho pensato solo a tornare a quello di prima. Dopo l’operazione la caviglia è andata meglio».

Arriva, finalmente, l’esordio in Serie A. «Il coach mi dice che avrei giocato qualche minuto. Appena entrato faccio un po’ di casino con una giocata sbagliata, ma almeno vinciamo» sorride Saliou.

Il coach: «Gioca per il desiderio che mette in campo»

Paolo Galbiati l’ha spronato e continua a farlo, tanto che il mandellese confessa a La Giornata Tipo: «A volte era proprio cattivo e l’ho un po’ odiato».

«Lo massacro a livello difensivo, dove ha grande corpo ma ancora non ha conoscenza di tutto quello che può fare – spiega il coach di Trento – “Massacrarlo” permette di ridurre il gap che ancora ha con gli altri. Ha minuti importanti perché se lo merita. A livello tecnico ha ancora tanto da migliorare, ma non ha ricevuto regali. È il desiderio che ha che mi spinge a tenerlo in campo: prendere un rimbalzo in più, fare un salto o uno sprint in più, provare a rubare una palla in più. Se c’è una palla a rimbalzo, sappiamo che lui andrà a metterci le mani».

Una coppa da protagonista

La vittoria della Coppa Italia lo scorso febbraio, in finale contro Milano, è la gioia più grande vissuta fino a oggi da Saliou. «In quel momento la testa scoppiava, ricordo i compagni che piangevano. Contro Reggio Emilia è stata la mia migliore prestazione, ho segnato 18 punti. Poi contro Milano la partita più solida che abbiamo giocato. Siamo una squadra unita, che si aiuta a vicenda. Ci fidiamo uno dell’altro e non ci arrabbiamo mai».

L’Italia e l’amore per la maglia azzurra

Infine, spazio alla Nazionale italiana di Gianmarco Pozzecco, che affettuosamente lo chiama “Ninni”. «Sono arrivato qui che ero piccolo, gli italiani mi hanno cresciuto e sono quello che sono ora. È giusto che io giochi per l’Italia. Mi spiace per il Senegal perché sono legato alla mia terra, ma anche i miei genitori hanno capito la mia scelta». Sullo sfondo, oltre l’azzurro della maglia, c’è il blu anche dell’oceano: per arrivare negli Stati Uniti.

Condividi questo articolo sui Social

Lecco Channel Web Radio

Diario 1912 - Il nostro podcast

LECCO CHANNEL NEWS TV

SEGUICI SU FACEBOOK

Altre notizie in Basket