Il ricordo di Andrea Maltese, il motociclista valmadrerese scomparso tragicamente il 30 settembre 2018, continua a vivere attraverso lo SvalvolaToso, l’iniziativa che ogni anno riunisce appassionati delle due ruote per celebrare la passione e la vita di un giovane che aveva fatto del motociclismo la sua ragione di esistere. Durante l’edizione 2025 della manifestazione abbiamo incontrato due protagonisti del motorsport paralimpico lecchese: Remo Marinato e Vito Pisanello, entrambi piloti del Carza Racing Team di Calco che a settembre torneranno a gareggiare.
I protagonisti del Carza Racing Team
Remo Marinato, pilota pordenonese di 61 anni amputato alla gamba destra, e Vito Pisanello, plessoleso al braccio sinistro e in forza anche al Moto Club Merate, frequentano da anni i circuiti. La stagione 2025 ha visto Marinato dominare in diversi appuntamenti con la sua Yamaha R6: al Mugello ha trasformato il secondo tempo delle qualifiche in due vittorie decisive, mentre a Le Mans aveva già fatto il vuoto conquistando pole position, doppia vittoria e giro veloce. Percorso più lungo per Pisanello, che ha parlato anche delle difficoltà tecniche vissute nel corso di quest’annata.
«Le emozioni sono indescrivibili sotto certi punti di vista», racconta Marinato, accompagnato a Valmadrera dalla compagna Antonella, quando gli chiediamo di questa stagione eccezionale. «Solo quando si è in pista si riesce a capire quello che veramente stiamo facendo. Poi con le nostre disabilità è tutto un mondo nostro che ci portiamo dentro. Ognuno di noi ha la sua disabilità e ognuno ha le sue soluzioni». Il pilota del Carza Racing Team spiega come ha adattato la sua Yamaha R6 per competere senza protesi: «Ho portato il freno posteriore a leva, mentre la pressione l’ho portata in alto. Questa è la soluzione per la mia disabilità. Ho una problematica ulteriore, perché ho un’altra protesi all’anca». La sfida tecnica è notevole: «È impegnativo, perché guido da un lato e quando piego a destra sono senza appoggio, a differenza di un pilota normale, mi devo abituare. Si può, se si vuole: questo è quello che veramente voglio portare fuori».
L’incidente è avvenuto il 23 luglio del 1998, quasi 27 anni fa: «Ho avuto un sinistro in moto davanti alla porta di casa, perché io vado in moto da sempre. Io sono uno da chopper, manubrio alto, tutto un altro mondo, da velocità bassa». L’avvicinamento alle corse è arrivato nel 2020: «Ho conosciuto i ragazzi di Di.Di. Diversamente Disabili, quest’associazione di Roma che tra tante cose porta anche i piloti in pista. Hanno creato nel 2013 il campionato italiano: non esisteva niente legato al mondo delle corse di velocità in pista per disabili». L’associazione, fondata dal presidente Emiliano Malagoli e dalla moglie Chiara Valentini, ha rivoluzionato il panorama: «Nel 2013 hanno fatto per la prima volta il campionato italiano paralimpico e da lì hanno iniziato il tutto. Io li ho conosciuti nel 2020, sono andato a fare il corso di guida sicura in pista e da lì mi sono innamorato di questo mondo fantastico».
Nel 2022, alla «tenera età di 57 anni», Marinato ha deciso di buttarsi nell’avventura: «Mi sono preso la moto, quella che vedete, l’abbigliamento e tutto quanto. Ho iniziato il campionato italiano e praticamente questo è il quarto anno. L’anno scorso ho fatto sia il campionato italiano che quello europeo». La scoperta è stata illuminante: «Ho scoperto che andare in pista è molto più sicuro che girare per le nostre strade. C’è sicurezza, c’è molto rispetto soprattutto tra di noi in pista perché ognuno ha la propria disabilità. C’è a chi, come me, manca una gamba, chi manca un braccio e chi è invece in carrozzina. I paraplegici, a mio parere, sono i più scatenati, sono quelli che vanno più forte».
Vito Pisanello: la forza di non mollare
Anche Vito Pisanello ha una storia di resilienza da raccontare. «Ho avuto un incidente nel 2007, ho perso l’uso del braccio sinistro e sono plessoleso. Mi sono avvicinato al mondo delle moto nel 2017 grazie a Mauro, che parlando mi disse che lui all’epoca era istruttore per ragazzi disabili presso un’associazione e da lì ho provato. È stata una droga, non ho più smesso». La stagione 2025 per Pisanello si è rivelata più complicata rispetto alle aspettative: «Quest’anno abbiamo avuto vari problemi tecnici, purtroppo la moto è vecchietta e sta tirando fuori vari problemi. Aggiustiamo un problema e ne esce fuori un altro, quindi è un po’ un anno complicato».
Nonostante le difficoltà tecniche, il pilota del Moto Club Merate ha da tempo adattato la sua moto alla sua disabilità: «Praticamente ho spostato la frizione sotto il freno che uso solo per partire e quando mi fermo, perché poi grazie al blipper cambio senza frizione». Una soluzione tecnica elegante da un dettaglio di sicurezza importante: «Ho una fascia con del velcro per attaccare il braccio a sinistra, così in caso di caduta si stacca».
I campionati: Italia ed Europa
I due piloti lecchesi partecipano a due campionati distinti che rappresentano l’eccellenza del motorsport paralimpico. Come spiega Pisanello «ci sono due campionati, un campionato europeo e un campionato italiano: l’Octo Cup e l’European Handy Bridgestone Cup. Per quanto riguarda il campionato europeo si fanno due gare nel weekend». Il calendario 2025 ha visto i piloti del Carza Racing Team impegnati in prestigiose location: «Abbiamo corso in Francia in concomitanza con la 24 ore di Le Mans, poi siamo andati in pista al Mugello con il Civ e correremo a Cremona il 14 e 15 settembre».
Il messaggio di speranza
Marinato conclude la sua riflessione con un messaggio che va oltre il puro aspetto sportivo: «Nel momento in cui noi ci vestiamo e mettiamo il casco ed entriamo in pista, la nostra disabilità rimane al box, rimane nel paddock. Tutto quello che si vede è una moto con un pilota sopra che dà del gran gas». Il pilota pordenonese, che di professione fa il magazziniere, rappresenta un esempio di come la passione possa trasformare la vita: «Io premetto che non faccio il pilota di professione, anzi di lavoro faccio il magazziniere, quindi lunedì riprendo a lavorare. Sono qui per questa bellissima festa e quattro-cinque weekend mi diverto in pista insieme a tutti gli altri ragazzi».
L’obiettivo è chiaro: «Voglio far vedere alla gente, ai ragazzi e soprattutto a chi ha voglia di incominciare che è una cosa pazzesca. Spero veramente, malgrado la mia età, di portarlo avanti il più possibile e divulgare questa cosa perché tanti altri ragazzi e anche ragazze con disabilità abbiano la fortuna di quello che sto passando io».