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Triestina sull’orlo del baratro: nuova crisi, rischia il calcio alabardato

La società alabardata non salda gli stipendi di maggio, si aprono scenari drammatici per il calcio giuliano nonostante l’iscrizione depositata in extremis a giugno. Torna in gioco il Caldiero Terme?

Una fase dell'ultimo Triestina-Lecco BONACINA/LCN SPORT
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Tempo di lettura 4 minuti

La Triestina vive ore drammatiche che potrebbero segnare la fine di 106 anni di storia calcistica. Il club giuliano non è riuscito a versare 1,4 milioni di euro necessari per saldare gli stipendi di maggio entro la mezzanotte del 2 luglio, scatenando così una nuova crisi finanziaria senza precedenti che mette a rischio la partecipazione al prossimo campionato di Serie C.

La tempesta perfetta: debiti e penalizzazioni

La situazione finanziaria della Triestina – nella quale militano gli ex blucelesti Ionita e Bianconi – presenta un quadro allarmante che va oltre il mancato pagamento degli stipendi. Come raccolto dai colleghi di trivenetogoal.it, il club presenta un disavanzo di 4,3 milioni di euro alla trimestrale del 31 marzo, violando gravemente gli indici di liquidità e altri parametri federali imposti dalla Figc. Questa violazione comporta il blocco immediato del mercato estivo, rendendo impossibili sia le nuove acquisizioni che le cessioni necessarie per alleggerire il bilancio.

Il club era già stato penalizzato di 9 punti – poi scontati a 7 – per irregolarità precedenti, ma ora rischia una sanzione aggiuntiva di 6 punti che porterebbe il totale a 13 punti di penalizzazione. Un handicap devastante che renderebbe quasi impossibile qualsiasi obiettivo sportivo per la prossima stagione. La proprietà americana guidata dal presidente Benjamin Lee Rosenzweig, che aveva salvato in extremis la società lo scorso 6 giugno versando quasi 4 milioni di euro per l’iscrizione alla Serie C, questa volta non ha fornito alcuna garanzia economica nemmeno nei giorni precedenti la scadenza. Ricordiamo che la compagine alabardata dovrebbe trovare posto nel girone A di Serie C insieme al Lecco.

Le conseguenze immediate: addii eccellenti

Le ripercussioni della crisi si stanno già manifestando a livello tecnico e dirigenziale. Il direttore sportivo Daniele Delli Carri, figura chiave nella costruzione della squadra e artefice del progetto sportivo per la nuova stagione, è pronto a rassegnare le dimissioni. Parallelamente, l’avventura di Giorgio Gorgone come tecnico designato potrebbe finire prima ancora di iniziare, con il tecnico – reduce dall’annata di sofferenza con la Lucchese – che potrebbe non firmare il contratto sottopostogli. La società sta cercando disperatamente di convincere i propri dirigenti a rimanere, consapevole che la loro partenza comprometterebbe ulteriormente un’operazione già complessa che dovrebbe svilupparsi nelle prossime settimane.

Gli scenari futuri

Con il mancato rispetto delle scadenze, si aprono diversi scenari per la Triestina. Come ricostruito da “Il Piccolo”, uno possibile è quello dell’amministrazione controllata, considerando che tra i creditori che possono avanzare pretese ci sono ora anche i giocatori, oltre ai dipendenti, collaboratori e fornitori che stanno perdendo la pazienza. In questo caso la società opererebbe sotto il controllo di un giudice e di un commissario giudiziale che agirebbero nell’interesse dei creditori. Questa figura potrebbe bloccare tutte le operazioni in corso e anche mettere all’asta la società per venderla dopo aver calcolato lo stato passivo. Ci potrebbe poi essere una vendita in massa dei giocatori, ma con il mantenimento della categoria e l’incasso della fideiussione in scadenza ad agosto.

L’effetto domino sulla Serie C

L’eventuale esclusione della Triestina dal campionato di Serie C aprirebbe il cosiddetto “toto sostituzione” che potrebbe avere ripercussioni significative sulla composizione dei gironi. Sempre rimanendo nel campo delle ipotesi, la testa va in direzione Caldiero Terme, retrocesso ai play-out proprio contro la Triestina e inizialmente escluso dall’iscrizione presentata a sorpresa dal Brescia di Cellino che ha fatto scattare il meccanismo del ripescaggio – e non della riammissione che avrebbe dato il posto ai veneti – in favore del Ravenna.

Se il Caldiero Terme venisse riammesso al posto della Triestina, ci sarebbero conseguenze anche sulla distribuzione geografica dei gironi. La Pro Vercelli, attualmente inserita nel girone A, dovrebbe probabilmente traslocare nel girone B per mantenere l’equilibrio territoriale della competizione.

Verso il Consiglio Federale

Della situazione si dovrebbe capire di più a metà luglio, quando si terrà un Consiglio Federale che dovrebbe fare maggiore chiarezza su tutte le questioni in sospeso. Vada come vada, per i tifosi giuliani si tratta dell’ennesima promessa tradita in una lunga storia che ha proposto troppi fallimenti e gestioni disastrose.

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