Lecco-Sankt Georgen non è una partita banale per la storia recente bluceleste. Ecco perché leggere quell’incrocio nel calendario delle amichevoli estive blucelesti è stato come uno dei più classici “ti sblocco un ricordo”. Il 2 settembre 2012 al “Rigamonti-Ceppi” non si giocò una semplice partita, bensì l’atto finale di un’estate allucinante, iniziata con la retrocessione in Serie D patita pochi mesi prima sul campo del Mantova e proseguita con la vendita della società – per un euro – dalla famiglia Invernizzi al faccendiere italoamericano Joseph Cala che pochi anni prima era stato cacciato da Salerno dopo aver promesso mari e monti. Mari, soprattutto, visto che la presunta attività imprenditoriale era quella legata alla costruzione degli alberghi sottomarini: fatto sta che la Calcio Lecco 1912, tra le varie cose oltre il limite dell’allucinante, si trovò quotata al terzo livello del Nasdaq insieme alla Cala Corporation, notizia che spinse pure il governatore regionale Roberto Formigoni a esprimere la propria felicità sull’allora Twitter. Fu una pessima pagina per lo sport, l’imprenditoria e la politica locale, forse la peggiore della storia bluceleste che proprio quell’anno toccava quota cento compleanni. Fatto sta che dopo 42 giorni il faccendiere Joseph Cala lasciò la città – pure con 50mila euro come buonuscita -, passò la società alla CentoBluceleste il 31 agosto, provò maldestramente a denunciare delle combine e se ne ebbe notizia solo il 20 ottobre 2016 quando venne arrestato per il possesso di banconote false. Bel contrappasso.
L’urlo del Toro
Torniamo al 2 settembre 2012, per l’appunto. Vuoi per l’emozione derivante dallo scampato pericolo, vuoi per i prezzi stracciati dei biglietti vista la concomitanza con la Festa di Lecco e vuoi per la bella giornata, al “Rigamonti-Ceppi” si riversarono circa duemila persone. Tanta, ma tanta roba per quei tempi. Al di là dei numeri, però, chi c’era si ricorda bene il clima elettrico e l’esplosione di gioia quando, al 13′ del primo tempo, il “Toro” di Civate Davide Castagna sfondò la linea difensiva del Sankt Georgen e cacciò un urlo notevole verso la Curva Nord. Ne seguì un secondo al 22′ e al 41′ il talentuosissimo Mario Chessa firmò un tris che nessuno si aspettava prima del calcio d’inizio; solo al 43′ della ripresa Bachlechner sporcò la porta dell’ottimo Alberto Frigerio. Sì, perché quel Lecco era stato messo insieme in letterali tre giorni dal diesse Davide Raineri e da mister Fiorenzo Roncari: di fatto stiamo parlando di una delle maggiori imprese della storia recente bluceleste.
Il (non) gelo di Bolzano
6 gennaio 2013. Il Lecco, squadra in salute ritoccata in maniera interessante a dicembre, si recava in uno sperduto campo alla periferia di Bolzano, a una manciata di metri dai mercatini natalizi, per affrontare la prima gara del nuovo anno. Il Sankt Georgen, al contrario, era in piena lotta per la salvezza – che poi mancò –, ma desideroso di dare battaglia su un campo piccolo e in erba sintetica: alla splendida rovesciata di Orfanello replicò la conclusione in bello stile di Matteo Aldegani – fresco di ritorno in rosa dopo sei mesi al MapelloBonate –, ma la spinta finale non produsse poi molte ansie dalle parti della retroguardia altoatesina. Delusione in campo, ghiaccio fuori nonostante una temperatura in doppia cifra sì, ma senza il meno davanti.
Dal 2013 ai tempi nostri
Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Il Lecco – passato dalla CentoBluceleste a, in serie, Galati, Bizzozero con la coltellata finale del trio Meregalli–Battocchi–Gonzaga – è fallito nel 2016 e ha rischiato di sparire, dopodiché ha conosciuto la gestione del curatore Motta, la miracolosa salvezza dei Bertolini’s Boys, l’era Di Nunno e anni emozionanti: due promozioni dalla Serie D alla Serie B, una retrocessione rovinosa in Serie C e un altro passaggio di proprietà alla famiglia Aliberti. Nel tempo l’Amateur Sport Club Sankt Georgen è riuscito a brillare, conquistando la Coppa Italia Dilettanti nel 2018 – la prima dai tempi del Sudtirol per una compagine del Trentino Alto-Adige – contro la Vigor Trani e tornando in quarta serie. Status durato una stagione e cancellato dalla retrocessione arrivata a maggio 2019 al termine della gara di play-out contro il Belluno che si salvò ai tempi supplementari grazie alla miglior classifica. E il campionato regionale di Eccellenza rappresenta ancora l’attualità per i biancorossi.