Ritiro in fase di conclusione a Rasun-Anterselva. In casa Calcio Lecco 1912 quello di venerdì 25 luglio è l’ultimo giorno di presenza in Trentino e nel pomeriggio di giovedì 24 luglio al Falkensteiner Hotel è arrivata anche la proprietà al gran completo. Il vicepresidente Francesco Aliberti è stato parte integrante del media day, sottoponendosi alle domande dei cronisti presenti e rispondendo ai temi legati al calciomercato, certo, ma spaziando anche su temi diversi rispetto a quelli puramente di campo. Ecco quanto raccolto in esclusiva da lcnsport.it prima dell’amichevole contro il Sankt Georgen.
Ritiro 2025, l’intervista a Francesco Aliberti
Francesco, benritrovato. Come prosegue l’allestimento della squadra?
«Sono arrivato da poco, ma ho già visto la struttura e a livello alberghiero è fantastica; credo sia perfetta per un ritiro, sembra più da Serie A che da Serie C, quindi sono molto soddisfatto di vedere tutto per la prima volta. Per quanto riguarda le operazioni di mercato, rispetto all’ultima intervista che ho rilasciato non abbiamo grandi novità. Ci mancano fondamentalmente due ruoli, ovvero un difensore centrale e un attaccante, più che altro seconda punta o sottopunta, come piace definirla al mister. E quelli sono i due ruoli che stiamo cercando. Poi, ribadisco, abbiamo chiaramente degli uomini in più rispetto a quella che è la lista che dovremo presentare a inizio campionato e quindi dovremmo lavorare anche in uscita. Lì abbiamo delle situazioni di giocatori che tendenzialmente non faranno parte del progetto e quindi spero che questo ritiro sia stato anche utile allo staff per definire chi dovrà uscire. E poi abbiamo due o tre giocatori, inutile negarlo, che hanno comunque un certo appeal di mercato e quindi vediamo se arriveranno delle offerte congrue, poi in base a quello il direttore riuscirà a definire lo scacchiere».
Parliamo di Zanellato, allora, e della trattativa.
«Sono d’accordo nel non definire un lungo inseguimento la trattativa con Niccolò. I patti, come arcinoto, erano stati chiari fin da subito, al di là poi di Serie B e alta C, insomma, tutte cose che poi non sono neanche tendenzialmente vere. Il patto era stato: “Vediamo come va, aspettiamo un mese”, o meglio lui ha voluto aspettare un mese per capire un po’ se c’erano delle proposte. In un weekend, quello scorso, siamo riusciti a definire questo accordo. Lui aveva questa offerta dall’Inter U23 che chiaramente proponeva un ingaggio molto più alto, direi fuori categoria un po’ per tutta la Serie C ma ha deciso di venire a Lecco. Abbiamo limato gli ultimi dettagli, poi quando c’è l’intenzione l’accordo si trova sempre».
È stato veramente tutto così immediato?
«In un certo senso sì. Nel senso che noi abbiamo intensificato i contatti nella giornata di venerdì scorso e ci siamo risentiti poi in quella di sabato, soprattutto al pomeriggio. Poi tra varie triangolazioni – tra me, mio zio, mio padre, il direttore e il mister -, abbiamo fatto un po’ di telefonate e poi l’accordo è stato trovato e firmato ufficialmente la domenica mattina successiva. Poi ha fatto le visite ed è partito subito per il ritiro; quindi sì, l’unica trattativa vera è stata tra venerdì e sabato pomeriggio. È vero che è stata una trattativa lampo, però quando c’è la voglia da parte del giocatore poi la quadra si trova. Un giocatore, a prescindere, sa che l’accordo si deve spostare su certe cifre piuttosto che su altre quando parla con noi, questo è scontato».
L’altro discorso per quel ruolo è legato a Marco Frigerio. C’è stato qualcosa con la Reggiana?
«Per noi è un giocatore comunque importante e non mi piace neanche che venga, non tanto sui giornali quanto più che altro tra i tifosi, visto come uno con la valigia in mano perché comunque è un giocatore fondamentale ed è vero che adesso abbiamo cinque mediani, ma nulla vieta di averli anche perché poi il mister, come sappiamo, cambia spesso i moduli e non è una priorità mandarlo via. Detto questo, non si è concretamente parlato di un rinnovo, o meglio da parte sua non c’è stata questa intenzione di parlarne a certi livelli, comunque non alle condizioni che proponevamo noi. E sì, confermo che c’è stato un interessamento della Reggiana, ma è una notizia che risale ormai a circa un mesetto fa: ci venne proposto uno scambio che il direttore e il mister non hanno ritenuto conveniente o comunque accettabile e quindi è stato rifiutato. Per ora di altre offerte, che io sappia, non ne sono arrivate».
Con Martic?
«La situazione era chiara fin dalla fine del campionato in quanto, appunto, il rinnovo non è scattato con la famosa clausola delle presenze. Posto che c’era una possibilità legale per forzare la mano e probabilmente avere anche ragione sul rinnovo, ma chiaramente quando un giocatore vuole sedersi a un tavolo non ha senso che lo faccia con un contratto in mano o senza: poi, alla fine, se non c’è la volontà fin da subito di attenersi a quel contratto, chiaramente non ha neanche senso parlarne. Ecco, quindi poi sono state fatte delle trattative, delle proposte di rinnovo di un certo tipo – più di una – e non sono state accettate: Abbiamo optato per altri profili. Vero è che comunque un difensore ci manca, anche se non esattamente nel ruolo di Manuel, e vediamo come finirà. La nostra proposta è stata quella, non l’abbiamo aumentata più di tanto perché alla fine era già, secondo me, assolutamente ottima per un giocatore della sua età e comunque della sua carriera. Vedremo nel futuro prossimo».
Su Kritta c’è da aggiungere qualcosa?
«No, non sono arrivate offerte nelle ultime settimane; le pochissime in realtà, un paio, se proprio vogliamo, sono di fine dello scorso campionato. Sono i classici tentativi che si fanno com’era accaduto un anno fa con Buso, ma ovviamente li abbiamo respinti al mittente perché non erano assolutamente del valore adeguato del giocatore che, ci tengo a ripetere, noi vorremmo comunque tenere».
Ci racconti i giorni di Battistini e della trattativa con il Trapani?
«Sulla sua situazione non c’è chissà quale segreto rispetto a quello che poi alla fine è trapelato o comunque è uscito sui siti e sui quotidiani. Il discorso è stato che, di punto in bianco, un giorno mio zio Michele viene chiamato dal Trapani nella persona del presidente Antonini: secondo quanto detto da loro, avevano un accordo con il giocatore. Chiaramente non sapevamo nulla, anche perché stavamo trattando da due o tre mesi, comunque da tempo, il rinnovo di Matteo. Siamo caduti un po’ dal pero. Confermo che c’era stato un accordo tra di noi e il Trapani, ma per un semplice motivo: dal lato dell’entourage del giocatore ci è stato detto che lui voleva a tutti i costi andare lì. Poi, c’è stato un famoso weekend in cui ci siamo sentiti direttamente con il giocatore e ci sono state delle incomprensioni; alla fine ha deciso di rimanere e firmare il rinnovo».
C’è sempre questo tema di una ricerca di una struttura parallela rispetto allo stadio?
«Devo dire che la ricerca di strutture alternative rispetto al campo dello stadio non è tra i miei compiti principali in società, quindi non sono aggiornatissimo su questo tema, ma di sicuro non ho neanche notizie in senso opposto, nel senso che non abbiamo trovato ad oggi una struttura che possa dire: “Ok, questo qui è il campo in erba dove si allenerà la squadra”. Confermo che ci saranno dei lavori a breve, che saranno dei lavori per rifare il manto erboso: non sarà un semplice aggiornamento e comunque sarà migliorato. Poi sono tecnicismi verso i quali non ho le competenze, però da quello che ho capito sarà una sorta di terreno un po’ ibrido, ecco. Si va verso il misto? Da quello che ho capito sì, ma le mie competenze sono scarse. Ogni ritocco ha un costo di un certo tipo, ovviamente a carico della società e non del Comune».
Sono state anche le settimane delle polemiche legate agli abbonamenti e al servizio di ticketing.
«I numeri sono ottimi e li avevo previsti parlando con Giorgio Dusi (responsabile ufficio stampa, ndr), tenendo conto del fatto che lo scorso anno il boom era stato un po’ drogato da effetto Serie B, nuova proprietà e prezzi bassi. Non era un numero scontato, comunque, perchè in questo girone di Serie C in pochissimi fanno più di 1.200 abbonati: siamo assolutamente soddisfatti. C’è stato un aumento dei prezzi in alcuni settori dovuto non a particolari motivi, ma semplicemente perché abbiamo preferito ridurre tanto l’anno scorso per mantenere un filo con la tifoseria per poi allinearci a quelli che sono i prezzi medi della Serie C. Quest’anno posso dirti che sicuramente faremo delle promozioni sui singoli biglietti in alcuni settori, magari alcune partite speciali. Sono d’accordo sul fatto che giustamente la gente ha aspettato di andare al botteghino per risparmiare quella cifra di commissioni ed è una cosa fuori dalla nostra portata: dico solo che a fine anno senso scadrà il contratto con Etes, era un accordo vincolante sottoscritto dalla precedente proprietà per due anni, quindi lo scorso e questo che è appena iniziato. Si sarebbe potuto annullare solo versando una penale allucinante, quindi non aveva senso farlo. Sappiamo benissimo fin dal giorno uno che ha dato dei problemi».
Sono entrati anche nuovi sponsor.
«Anche questa non è tra le cose che seguo io principalmente, ma ovviamente noi abbiamo sempre cercato fin dal giorno uno nuovi accordo, anche se sono, devo dire, sempre molto contento di vedere riconfermati i soliti, quelli che ci sono ormai da anni. Fa sempre piacere, perché vuol dire che la fiducia viene rinnovata nel progetto, nella società, nelle nostre figure umane, professionali. Abbiamo una figura dedicata alla ricerca degli sponsor e non ci accontentiamo mai: facciamo un campionato che drena tante risorse economiche, chiunque dia una mano lo fa aiutando il progetto a stare in pieni e ogni euro è importante. Penso che sì, arriveranno altri sponsor ma non faccio nomi. Per ora siamo contenti dei nuovi, anche del nuovo sponsor di maglia, e di chi è rimasto con noi che voglio ringraziare»..
Quello che state facendo è da progetto almeno a medio termine:
«È una percezione sicuramente corretta, figlia di una logica che noi abbiamo comunque dato come imprinting a prescindere da quello che sarà il futuro della famiglia Aliberti nella Calcio Lecco. Noi abbiamo preso il Lecco dopo esserci trovati in cordata con gli americani e poi totalmente da soli; non abbiamo voluto far sparire la squadra dal professionismo. Mio padre ha sempre dato una scadenza, diciamo, di tre anni per questo progetto e fondamentalmente non è cambiato nulla, nel senso che il calcio comunque è una società e tutte le società sono in vendita o sono vendibili, trattabili, ma in ogni caso poi nella vita può succedere di tutto e quindi non sai mai se venderai domani o tra dieci anni. È difficile definire questa cosa. Chi cambia spesso in genere non va bene, altre puntano sulla continuità e funzionano: a prescindere da tutto, abbiamo deciso comunque di creare un progetto a lungo termine che in questa categoria già guarda ai due anni. Ci vanno dentro i rinnovi dei giocatori e dello staff, il campo e tutto quello che abbiamo detto: vogliamo restituire la società – quando sarà – migliore rispetto a quando l’abbiamo trovata, quindi questa progettualità c’è a prescindere. Al momento non abbiamo nessuna novità su questo fronte, quindi siamo sempre noi al 100%. E non vedo, francamente, delle novità nei prossimi mesi. Poi, ripeto, se domani arriva uno sceicco che dice: “Ok, parliamone”, tutte le società sono in vendita e se ne può parlare».
Avete detto di voler fare un campionato di vertice: questa squadra lo vale?
«Confermo che la squadra, secondo me, può lottare per le prime posizioni; lo percepisco dall’unità, dallo spogliatoio che si è creato tra i giovani, di gente che comunque anche per le proprie carriere vuole farsi vedere. Per quanto riguarda il monte ingaggi, alla fine sarà in linea con quello dell’anno scorso che comunque non era banale e che, dati alla mano, è maggiore rispetto alla media dei tre gironi. Molti giocatori che abbiamo preso sono arrivati su input del mister e non li conoscevamo. Però, posso garantire che comunque sono di assoluto valore e che vengono da un campionato di Serie D tedesca nemmeno lontanamente paragonabile alla Serie D italiana per tanti motivi. Questi giocatori, sconosciuti per noi italiani, in realtà hanno dei contratti di livello pari, se non superiore, a quelli medi della Serie C. Non è che se sono sconosciuti allora vengono qui per due noccioline, permettetemi il termine. Ci abbiamo puntato e abbiamo lavorato per rimanere nel nostro monte ingaggi. Quest’anno la situazione è molto diversa rispetto a un anno fa: siamo più tranquilli, possiamo programmare e fare subito le cose. Abbiamo un mister che ci ha dato degli input ben precisi, chiedendoci dei giocatori ben precisi e ha fatto le trattative lui stesso, quasi, a un certo punto. E quindi questo entusiasmo chiaramente poi si è trascinato anche nello spogliatoio: credo e spero, ma soprattutto sono abbastanza sicuro che lo vedremo anche poi sul campo».
