La prima volta è sempre particolare. E Lecco-Union Brescia sarà il primo, vero scontro di alta classifica anche per mister Federico Valente da quando si è seduto sulla panchina bluceleste lo scorso 7 febbraio. Blucelesti che si trovano tre punti più su rispetto ai loro contendenti, unanimemente riconosciuti come i primi avversari del LR Vicenza in quella che sarà la lunga rincorsa alla Serie B. La prevendita dei biglietti corre forte, fortissimo – circa 3mila e 200 presenti assicurati già nella mattinata odierna e odore di sold out rispetto a 5.503 posti disponibili – per lo scontro tra le Aquile e… gli ex Leoni del Garda attualmente in fase di trasformazione, ricordando il trasferimento estivo della FeralpiSalò operato dal lago alla città dal patron Giuseppe Pasini con larga parte di quel gruppo di lavoro portata al “Mario Rigamonti” con ambizioni e investimenti maggiorati. A Lecco, invece, si è scelto di ripartire quasi da zero a livello tecnico, riuscendo a raccogliere sin da subito dei risultati che hanno meritatamente reso la squadra di Valente la terza incomoda nella lotta al vertice. Abbastanza per rendere bollente la serata di domenica 19 ottobre.
Prepartita Lecco-Union Brescia, l’intervista di mister Federico Valente
Mister, forse per la prima volta non siete favoriti:
«Finora non mi sono mai visto favorito, ogni partita ha la sua storia. Chiaramente arriva una squadra ben preparata, sicuramente prove».
Partita diversa dalle altre, per tanti motivi:
«Siamo ancora all’inizio, sono sicuro che il Brescia verrà qua per vincere con noi e noi dal nostro lato scendiamo in campo per vincere sempre; io non gioco mai per il pari, loro hanno molta qualità individuale e quando li guardi ti sembra sempre tutto molto naturale, anche a Verona stavano vincendo al 97′ prima di prendere. Scendiamo in campo per vincere e continuare il nostro percorso».
Concentrato sul fermare loro o scegliere i tuoi?
«Concentrato sempre sui nostri con il mio staff, vogliamo che i ragazzi abbiano sempre la nostra idea in possesso e non possesso. Dovranno dimostrarci di aver fatto le scelte giuste e di voler far bene davanti ai nostri tanti tifosi».
Come stanno Ndongue e Frigerio?
«Fred per la prima volta ha fatto tutto, oggi farà gli ultimi test e se andranno bene potrà fare parte del gruppo; il percorso è lungo, deve prendere ritmo perché è stato fuori due mesi. Provate diverse cose, Marco in allenamento sta bene e fa bene. Vedremo le scelte a livello di modulo, cambia la dinamica senza Furrer che cerca l’uno contro uno ma la rosa ha la qualità per compensare un’assenza».
Doveste vincere puntereste in alto?
«Io ho un’idea chiara in testa e con la mia squadra provo a seguirla sempre, partita dopo partita. Non cambia niente, non vincessimo saremmo sempre al secondo posto: provo a trasmettere questo ai ragazzi, m’importa più della prestazione che del risultato in sé. Non fraintendetemi, sono il primo a non dormire prima delle partite ma voglio che interpretino ogni partita come una finale di Champions League».
Sentono la partita i ragazzi?
«Io, come allenatore, per domenica non devo fare niente a livello motivazionale. Abbiamo avuto pressione con la salvezza a -4 rispetto alla Pro Vercelli, ma scendere in campo alle 20.30 contro il Brescia… Cosa c’è di più bello? Vogliamo far cantare il pubblico dopo la partita e non è un peso, anzi».
Al posto di Diana sentiresti più pressione?
«No, anzi fa piacere che arrivino queste sfide. Dipende dalla mentalità, questa è una grande parola per me. Devono venire qua a fare meglio di noi sotto tutti i punti di vista».
Su Furrer:
«Settimana prossima si farà controllare nuovamente, non posso esprimermi sulle tempistiche perchè bisogna vedere se tendini e legamenti sono stati danneggiati».
Sullo striscione fuori dallo stadio:
«Queste cose commuovono, ti vengono trasmesse. Di base c’è sempre l’essere umano, ringrazio per il pensiero perchè mi hanno toccato e sento questa energia, mi piace e sono con loro; e viceversa».
Sorprese di formazione?
«Ai ragazzi a luglio ho fatto vedere un video per fargli capire cosa mi aspetto dalla mia squadra cosa mi aspetto quando si perde la palla. Il nostro DNA è quello, vogliamo tenere la palla distante dalla nostra parte».
