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Niccolò Banfi prepara la traversata dell’Atlantico alla Minitransat 2027

Il progetto del giovane velista presentato in Canottieri Lecco e sostenuto anche dal grande Vittorio Malingri, con cui ha affrontato la Ocean Globe Race 2023 e con cui lavora. «Voglio che questa sia la mia vita»

Niccolò Banfi in allenamento
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Tempo di lettura 4 minuti

La traversata dell’oceano Atlantico in solitaria: è questa la nuova sfida sportiva di Niccolò Banfi, velista cresciuto alla Canottieri Lecco e figlio d’arte (suo papà è Giuseppe “Baffo” Banfi, organizzatore dell’Interlaghi) che sabato mattina proprio nella sede di via Nullo ha presentato il progetto “Le mie ali nel vento” relativo alla sua partecipazione alla Minitransat del 2027. 

Ospitre d’onore, insieme al presidente della Canottieri Lecco Marco Cariboni, soci e consiglieri, il grande navigatore e progettista Vittorio Malingri, protagonista della vela oceanica che di fatto è il mentore sportivo di Niccolò.

Una sfida “nata” undici anni fa

«Minitransat è un percorso nato qui in Canottieri undici anni fa durante la prima edizione dell’Interlaghina – ha ricordato il giovane Banfi – Sfilavamo nel Golfo di Lecco e io, allora all’ultimo anno di Optimist, vidi un’imbarcazione mini per la prima volta e me ne innamorai. Quella barca mi prese talmente tanto che mi informai e scoprii che era stata progettata per attraversare l’oceano Atlantico in solitaria. Così mi diedi quest’obiettivo».

L’esperienza alla Ocean Globe Race

Da allora, è proprio il caso di dirlo, di acqua non è passata moltissima… «Continuai ad andare in barca sui cabinati, cercando un approccio professionale alla vela – ricostruisce Niccolò – Riuscii a lavorare insieme a Dario Noseda, con il quale collaborai per costruire la Star con cui poi ha compiuto la traversata dell’Atlantico. Dopo il Covid ebbi l’occasione della vita: partecipai alle selezioni internazionali della Ocean Globe Race e le passai, nel 2023 iniziai così l’avventura del giro del mondo. È stato il mio trampolino di lancio, il salto di qualità che mi ha permesso di accumulare esperienza nei mari del sud. Volevo capire se potevo fare questa vita e abbiamo affrontato moltissime condizioni che ritroverò alla Minitransat. Mi ha dato forza per prendere coraggio».

Proprio durante la Ocean Globe Race a bordo di Translated9 Niccolò ha potuto conoscere Vittorio Malingri, «da cui ho imparato tantissimo. Al termine della gara mi ha proposto di andare a lavorare con lui, così abbiamo organizzato un programma di scuola vela dalla Francia ai Caraibi».

I due possibili percorsi

Le Minitransat sono imbarcazioni di 6,5 metri per 3, sicure e molto tecnologiche. La gara, cui parteciperanno 90 skipper, sarà divisa in due tappe: da Les Sables D’Olonne in Francia alle Canarie, 1.350 miglia rese impegnative dal superamento del Golfo di Biscaglia, e la seconda con arrivo a Guadalupa, 2.700 miglia. «Stando ad alcune voci la prima tappa potrebbe essere allungata sino a Capo Verde e la seconda invece arrivare in Brasile, con il sempre complicato passaggio sull’Equatore» ha specificato Banfi, aggiungendo come la Minitransat incarni «valori che mi rappresentano come resilienza, competenza, tenacia e sensibilità. Voglio dimostrare a me stesso che con impegno si può arrivare lontano, sempre abbinando sport a tecnologia e sostenibilità. Spero che questo diventi la mia vita».

Non sarà semplice: per entrare fra i 90 skipper occorre accumulare mille miglia in solitaria più altre 1.500 nelle competizioni della stessa classe fra Mediterraneo e Atlantico. Niccolò avrà quasi due anni di tempo.

Malingri: «Ha imparato tanto»

Su di lui ha speso parole dolcissime Vittorio Malingri: «Con noi ha visto come si organizza un progetto serio, da 3 milioni di euro di budget, e ha imparato moltissime cose. Dopo solo tre ore in barca con lui avevo capito che Baffo aveva fatto un ottimo lavoro – ha confidato – Ho conosciuto poche persone con una passione simile. Non solo in mare: anche in cantiere, a lavorare sulla barca, Niccolò si è rivelato il migliore. Ho apprezzato tanto che nel bel mezzo della gara, mentre raggiungevamo il Sudafrica, abbia trovato anche il tempo di laurearsi in Architettura. Durante il giro del mondo è stato al mio fianco e ha imparato tutto, siamo stati l’unico equipaggio a vincere due tappe. E poi è rimasto con noi per la scuola vela. È diventato esperto persino di meteorologia. Alle aziende lecchesi dico che investire su di lui potrà dare un grande ritorno: non è solo un bravo velista, è anche un’ottima persona».

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