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Calcio Lecco, Aliberti dopo il no del consiglio: «Mi prendono in giro. Pronto all’azione legale e a trasferire la squadra»

Il presidente bluceleste torna all’attacco dopo la bocciatura della mozione sulla cabina elettrica: «Aspetto una proposta seria, ma non mi fido più. Valuto Zanica o Monza»

Aniello Aliberti BONACINA/LCN SPORT
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Tempo di lettura 9 minuti

La bocciatura della mozione sullo stadio Rigamonti-Ceppi ha scatenato la reazione durissima del presidente della Calcio Lecco 1912 Aniello Aliberti. All’indomani del voto del consiglio comunale, che lunedì sera ha respinto con 17 no e 10 sì la proposta di Corrado Valsecchi su cabina elettrica, riconoscimento delle migliorie e possibile vendita dell’impianto, il numero uno bluceleste ha nuovamente tuonato, confermando tutte le sue preoccupazioni e annunciando mosse clamorose. «Non voglio essere tirato per la giacca né dalla destra né dalla sinistra», ha esordito Aliberti, respingendo ogni strumentalizzazione politica della vicenda. «Voglio solo che l’amministrazione comunale abbia il coraggio di dire la verità: avete altre priorità rispetto allo stadio? Perfetto, ditelo ai cittadini. Siete stati eletti democraticamente, fate le vostre scelte. Ma non prendetemi in giro».

La causa per indebito arricchimento

La novità più clamorosa riguarda la possibile azione legale contro il Comune per indebito arricchimento. «Ho fatto 15 mesi di trattative col Comune», ha spiegato il presidente. «Nell’ultimo incontro, l’unico più ragionevole è stato il segretario comunale (Francesco Bergamelli, ndr), che ha detto le cose come stanno. È vero che non è stata fatta la gara per i lavori, ma il Comune sapeva perfettamente che stavamo facendo quegli interventi. Ci sono tutte le segnalazioni certificate di inizio attività, le scia. Il Comune ha presentato lui stesso la richiesta alla Prefettura, quindi non può dire che non sapeva». Aliberti ha poi chiarito: «Potrebbero contestarmi quanto ho speso, dire che per le luci si poteva spendere meno. Ma a quel punto prendiamo tutte le fatture e vediamo se Livio Impianti, fornitore ritenuto affidabile anche dal Comune di Lecco, ha messo prezzi non congrui. A quel punto cosa perderei? I soldi dell’avvocato, al massimo. Penso che ormai sia l’unica strada rimasta, quella della causa per indebito arricchimento».

«Sono stato preso in giro: mi avevano proposto 350mila euro subito»

Il presidente ha poi rivelato un retroscena che spiega la sua profonda delusione: «Nel tavolo di confronto, loro mi avevano fatto una proposta: ti diamo 350mila euro subito e gli altri 350mila in 5 anni. Quando me l’hanno detto ho pensato: perfetto, non mi interessa più il milione e 250mila, lascio perdere. Con 350mila euro avrei sistemato subito il campo e cercato di risolvere il problema della cabina. Ma quella proposta, fatta da loro al tavolo, è stata rimangiata. È lì che mi sono innervosito». Aliberti ha anche ricordato che «eravamo rimasti d’accordo per rivedere l’articolo 5 della convenzione, lì dov’è presente tutto il discorso della manutenzione ordinaria e straordinaria, per tornare a un normalissimo contratto di affitto come per qualsiasi immobile. Loro si erano detti disposti a rivederla. Poi quando si è trattato di scrivere, hanno cominciato a dire: facciamo un elenco delle cose da fare e stabiliamo, le fai tu o le faccio io? Campo io, cabina tu. Ma che ragionamento è? A quel punto le braccia mi sono cadute e ho detto “va bene signori, arrivederci e grazie”».

Trasferimento a Zanica o Monza?

Sul possibile trasferimento delle partite casalinghe in un altro stadio, Aliberti ha confermato che non si tratta di una provocazione: «Con questa spada di Damocle addosso io non sto bene. Ogni partita, quando arrivo qua e vedo i fari spenti mi viene l’angoscia più totale. Domenica scorsa, con tutta quella pioggia, fino a quando non è finita la partita sono stato in ansia. Mi è uscito pure un problema all’occhio tipico di quando sono sotto stress». Il presidente ha poi specificato i tempi per un ipotetico trasferimento: «Pensavate che fosse una provocazione la mia? No, non lo è. Potrebbe essere Zanica, potrebbe essere Monza. Il punto è che non posso continuare a gestire uno stadio con un generatore a gasolio di trent’anni che può lasciarmi a piedi da un momento all’altro».

Il progetto per il nuovo stadio: «Non regge economicamente»

Aliberti ha anche fatto il punto sul progetto di riqualificazione dello stadio sviluppato dall’imprenditore Paolo Valassi insieme all’architetto Giulio Ceppi e all’ingegner Maurizio Faravelli. «Quando sono arrivato io, c’era un accordo firmato da Valassi con il presidente Di Nunno per lo sviluppo del progetto che conoscete. Io non ho fatto altro che riconfermare lo stesso mandato. Loro hanno presentato questo progetto a Crippa, l’architetto del Comune, ed è stato proprio lui a ipotizzare l’eventualità di alienare il bene. Da lì è partito tutto il discorso». Il presidente, però, ha espresso forti perplessità sulla sostenibilità economica: «È stato fatto un progetto bellissimo, ma con un costo preventivato tra i 16 e i 18 milioni di euro. Con l’esperienza che abbiamo tutti, se il preventivo dice 16-18 milioni, il consuntivo diventa 20 milioni. Minimo. E a questo vanno sommate le cifre da versare per l’acquisto di stadio e palazzina che ospita la Ghislanzoni Gal, con tanto di nuova sede da trovare l’associazione. Certo, quando ho prospettato il sindaco di poter realizzare una struttura che coprisse la Curva Nord e permettesse di realizzare uffici e attività commerciali lui è stato entusiasta, promettendomi che avrebbe riconosciuto la pubblica utilità dell’opera».

Ma i problemi non finirebbero qui, secondo Aliberti: «La prima cosa che devi fare sono i posti auto, e per avere i permessi ne servono tantissimi. Il secondo problema è la palestra comunale – quella appena citata che ospita la Gal -. I metri quadrati necessari per far sì che questo progetto possa essere redditizio non ci sono. Con 10 milioni fai un nuovo stadio da un’altra parte». Dove? «Mi hanno segnalato delle aree a poca distanza da qui», con un raggio che probabilmente non andrebbe oltre Valmadrera. E agli investitori cos’ha detto? «Sono stato chiaro, è una questione che sta a parte».

La questione Bione e la provocazione sui tornelli

Il presidente ha toccato anche il tema del centro sportivo “Al Bione”: «Paghiamo 70mila euro all’anno per usare un campo solo, perché gli altri tre sono in uno stato disarmante. Abbiamo chiesto ufficialmente di poter prendere gli ultimi due campi del Bione per fare un campo nostro con una palazzina. Sarebbe perfetto, con gli appartamenti sopra che vedrebbero il lago e sulla parte interna spogliatoi insieme alle tribunette. Ma non se ne parla, di tutto ciò, con il Comune che sta seguendo la strada del project leasing».

E sulla possibilità di portarsi via le strutture realizzate per la Serie B, Aliberti ha lanciato una provocazione: «Pensate che quando me ne andrò mi dovrò caricare i tornelli su un autotreno insieme ai tubolari della Curva Sud? È una roba infattibile. Quindi, quelle che sono le scelte del Comune io non le contesto, ma abbiano il coraggio di dire: abbiamo altre priorità. Punto. E l’argomento si chiuderebbe lì».

Le critiche ai consiglieri: «Informatevi prima di parlare»

Durissime le parole di Aliberti rivolte ad alcuni consiglieri comunali intervenuti nel dibattito di lunedì sera. «Come puoi, da consigliere comunale che deve intervenire su un tema, non informarti prima? Paolo Galli che dice di giocare di pomeriggio per risparmiare sulle luci? Ma tutti vorrebbero giocare di pomeriggio, giochiamo tutti insieme allora. E poi i led sono a disposizione della federazione, della Lega. Se non ce li hai prendi la multa, non è che puoi decidere tu di non accenderli». Sempre gli ambientalisti nel mirino: «Lo stesso Galli dice che non gli piace il generatore a gasolio. Ma gli ambientalisti che conosco io, il primo giorno di elezione si sarebbero incatenati al generatore dopo 5 anni. Se ne accorge adesso? E “mio padre si rivolterebbe nella tomba perché è stato amico intimo di Ceppi”? Mi dispiace per suo padre, ma dopo 5 anni di mandato, 30 anni di generatore a gasolio, te ne accorgi adesso che c’è un problema ambientale?».

Questo «per non parlare di chi, come il consigliere Anghileri, continua a lamentarsi per le strade che vengono chiude in occasione delle partite: io abito a Bergamo a 800 metri dallo stadio, so benissimo che in determinate giornate il traffico va in difficoltà, ma qui si parla di una volta ogni due settimane».

«Aspetto una chiamata con proposte serie»

Alla domanda su quali condizioni servirebbero per riaprire il dialogo, Aliberti è stato netto: «Che mi chiamino, tanto per cominciare, ma devono chiamarmi con delle proposte. Io non sono uno che batte i pugni sul tavolo, io prendo atto di quello che c’è. C’è questo stato di cose? Perfetto. Con questo stato delle cose oggi allo stadio io non mi sento sicuro – anche perché sono il responsabile della sicurezza – e se trovo uno stadio che ci dà l’ok, piuttosto che rischiare qui con la cabina, i fari, il campo che non drena, io devo pensare a non avere problemi».

Il presidente ha concluso ribadendo la sua posizione: «Non voglio contestare le scelte politiche del Comune, ma vorrei che abbiano il coraggio di dire ai cittadini quali sono le loro priorità. Lo sport non è una cosa a sé stante, città e società devono essere tutt’uno. Se il Comune vuole concretamente avviare una ristrutturazione dello stadio, io sono disponibile a fare la mia parte. Ma non ho nessun interesse a fare altri incontri per poi ritornare sempre al punto di partenza. Sono stanco di combattere contro i mulini a vento».

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