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Fracchiolla a “Il Blu e il Celeste”: «Puntato su giovani con entusiasmo, ci hanno scelti. Patron? È focoso e lo sono anche io, in estate vedremo…»

Il direttore sportivo bluceleste ai microfoni di Lecco Channel dopo la lunghissima giornata milanese: le file delle Aquile sono state ingrossate da Nepi e Vasic, ma non è tutto qua

Domenico Fracchiolla BONACINA/LCN SPORT
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Tempo di lettura 8 minuti

Lunga (e improvvisata) intervista al direttore sportivo della Calcio Lecco 1912 Domenico Fracchiolla nel giorno in cui si è chiusa una strana sessione invernale di calciomercato. I blucelesti hanno dovuto lavorare “a zero”, anzi hanno ridotto il proprio budget tramite le cessioni di Ferdinando Mastroianni prima e Simone Iocolano poi. Sull’altro piatto della bilancia il diesse ha messo forze giovani, under che, in linea teorica, permetteranno sia di raggiungere una salvezza non sofferta e parallelamente garantiranno un importante ingresso economico nelle casse societarie grazie al discorso legato alla valorizzazione. Starà a mister Luciano De Paola trovare l’amalgama tra chi c’era e chi è arrivato strada facendo grazie all’operato del dirigente.

Fracchiolla a 360° a “Il Blu e il Celeste”

Direttore, sarà il tuo ultimo mercato a Lecco…
«No, perché? Ora pensiamo solo alle partite, sul resto ragioneremo. I matrimoni si fanno in due».

Mercato con zero euro:
«Si era deciso di ringiovanire la rosa. È un progetto interessante, fare calcio con i giovani al Nord è molto affascinante. Il mercato è stato mutevole, avremmo dovuto fare qualche uscita in più e qualche ingresso in meno, ma gli infortuni hanno cambiato questo equilibrio perché ci sono stati degli accadimenti strani. Iocolano va via e Tordini si fa male, Galli e Zambataro fanno altrettanto. Siamo stati bravi e tempestivi a cambiare i nostri piani in corsa».

Sugli arrivi di Nepi e Vasic:
«Ero su due-tre attaccanti diversi, non ritenevo giusto portare a Lecco un giocatore esperto ma fermo da sei mesi. Abbiamo tante partite a febbraio e sarebbe stato un rischio; abbiamo cercato profili giovani e abbiamo dovuto aspettare che la situazione di Nepi si sbloccasse grazie alla liquidità della Pro Vercelli. Vasic non pensavo che si muovesse fino a sei ore fa, ci siamo fiondati su di lui appena l’abbiamo saputo».

Con un budget a disposizione…
«Il mercato di gennaio è strano, ai tempi della Virtus Francavilla vendetti Saraniti a gennaio e puntammo su delle scommesse come Partipilo. È un discorso che si fa per il mercato di luglio, il Südtirol ha investito tanto per arrivare ai migliori. Noi siamo stati molto bravi a prendere un attaccante da 4 gol in Serie C, che non sono pochi; non è una meteora della prima parte di stagione».

I rapporti con le altre società:
«L’importante è che il Lecco cresca in credibilità. C’è chi arriva in prestito e chi viene messo a fare patrimonio. Due anni fa non era così, in tanti vogliono venire qui da noi: Nesta, Capoferri (Reggina), Nepi (FeralpiSalò) e Vasic sarebbero potuti andare altrove, sull’ultimo arrivo è stato decisivo il rapporto del presidente con Mirabelli. Per un progetto sostenibile è importante passare dai giovani».

Ancora su Vasic:
«È un esterno di gamba che può fare benissimo il quarto di centrocampo. Abbiamo messo centimetri e abbiamo fatto quello che dovevamo fare, senza trambusti, ma con calma ed equilibrio. Le idee sono più forte dei soldi».

Sul mancato arrivo di Jordan Amore:
«Il Pescara fa la Primavera 1. Anche con quella formazione stiamo facendo un ottimo lavoro, stiamo chiudendo anche per Balesini per rinforzarla dato che è saldamente nei play off di categoria, si può andare a prendere quelle che stanno davanti».

Sul rapporto con il patron Di Nunno:
«Fa parte del confronto, io non faccio mai drammi. È un presidente focoso e io lo sono altrettanto, spesso ci sono delle visioni diverse. Credo che in questi due anni si siano fatte delle cose egregie. Il livello tecnico ed economico è altissimo, più alto rispetto a quello di un anno fa. Noi dobbiamo avere pazienza, solo la costruzione fa raggiungere i traguardi; il Südtirol non si è inventato l’idea».

Su De Paola e Zironelli:
«Mister De Paola ha messo carisma e certezze che con Zironelli si erano perse. Si è messo davanti al gruppo, ha fatto scudo ed è stato molto importante. Esonerare un tecnico fa perdere tutti, non la panacea di tutti i mali. Ci sono momenti in cui bisogna cambiare, all’interno».

“Ma chi me l’ha fato fare?” te lo sei mai chiesto?
«Non me lo sono mai chiesto, onestamente, perchè comunque ho avuto un’opportunità. Nel percorso ci sono sempre dei problemi e delle incomprensioni, ma internamente ci sono ragazzi che hanno voglia da fare e si è costruita una struttura aziendale interessante. Al taglio della torta per il mio compleanno ho ricordato a tutti quanti pochi eravamo, mentre oggi siamo in tanti».

Sul progetto Lecco:
«È particolare, ma se lo capiamo si può fare un bel percorso. Se si continua così, Lecco può essere un punto di riferimento per le grandi squadre».

Sulla permanenza a Lecco in estate:
«Io sto bene qui e pensare di andare via mi fa star male. Mi è stato chiesto di patrimonializzare, durante la scorsa estate, e abbiamo lavorato su questo. Penso solo alle partite che ci aspettano con Legnago e Pro Patria. Internamente ci sono delle tensioni, ma dico sempre che la famiglia Di Nunno mi ha dato la possibilità di fare le scelte e sbagliarle, del resto si sbagliano ben più di 3-4 giocatori ogni anno. Anche Nepi e Vasic sono ragazzi con entusiasmo, che lo aggiungono a un gruppo che sta già facendo bene; ne abbiamo bisogno, perchè abbiamo ripreso una marcia».

Il contratto di Ganz con il Lecco:
«Per ora è di prestito, vedremo durante le prossime settimane. C’è un discorso legato agli ammortamenti; vedremo, vedremo…».

Un lecchese da…:
«Pescarenico, le montagne non le ho frequentate ed è una grave pecca, lo so».

Perché puntare sui giovani in prestito e non su quelli della Primavera?
«Alcuni sono pronti, altri devono migliorare. In prospettiva ce ne sono tanti di ragazzi importanti. Si lavora partendo soprattutto dall’Under 15, lì si mettono quelli più forti perché in Primavera vengono inseriti gli scarti delle big. Abbiamo inserito Sberna, interessante al pari di Paltrinieri. Abbiamo in prestito Ferrara, Bonadeo, Bia, altri li abbiamo venduti a Sassuolo e Cagliari. Lanotte è un 2005 che ci chiedono tutti. Il percorso è lungo e serve pazienza».

Dove potete arrivare?
«Già domani abbiamo una partita complicata. Dobbiamo pensare a una partita la volta, senza ricadere nell’errore fatto nel girone d’andata di guardare sul lungo periodo. Mi provoca emozione finire le gare con sei under, vuol dire che in estate sono state fatte le scelte giuste prendendo dei buoni giocatori».

Hai letto “I Promessi Sposi”?
«Si, ma l’appassionata è mia moglie».

Sulle mancate partenze di Lora e Purro:
«Lora è un ragazzo che stimo tantissimo, un professionista eccezionale che si è sempre allenato bene. L’anno scorso è stato accantonato, quest’anno ha più o meno sempre giocato dopo l’infortunio di Galli ci serviva maggiormente; la sua partenza era legata a un discorso puramente tecnico, avrebbe voluto trovare una squadra che gli facesse un anno e mezzo di contratto, ma alla fine ha prevalso anche la voglia di rimanere in una città dove si trova bene. Purro rimane in rosa e completa le coppie, abbiamo preferito cedere in prestito Bia al Crema».

Sui prossimi impegni:
«Abbiamo dei tabù, sicuramente la partita con la Pro Patria non l’ho molto digerita l’anno scorso. Poi c’è la trasferta di Renate che rappresentò il punto più basso della gestione D’Agostino».

Sulla Serie C come fucina di talenti:
«Ne sono convinto, è l’unica forma di calcio sostenibile. Il Covid incide fino a un certo punto e la storia insegna che serve stabilità, lo storia stessa del Lecco lo insegna. Quando ho sentito critiche su Iocolano bisogna capire che è un giocatore senza valore economico in Serie C, ha 33 anni; su Cauz, in estate, si è potuto fare un ragionamento diverso e abbiamo incassato».

Sugli interessamenti per Tordini:
«Mi aspettavo delle telefonate, sono onesto, ma in tanti hanno aspettato le partite di gennaio per vedere se si fosse ripreso fisicamente».

Sulla Pro Patria in difficoltà economica:
«Aspettiamo domani, hanno un gruppo di giocatori e un diesse che stanno insieme da tanti anni, sanno compattare l’ambiente. Anzi, le difficoltà possono stimolare a fare ancora meglio. Dobbiamo pensare solo a noi stessi: se stiamo bene e spingiamo, possiamo dare fastidio a tutti. Abbiamo gamba e intensità, dobbiamo correre più di tutti».

Sull’attaccante esperto:
«Bisogna vedere l’insieme. Non è che Morosini e Ganz non sanno più giocare a calcio; è gente collegata a quello che sta facendo, vale per loro, Lakti e Buso. L’attaccante lo abbiamo, serve qualcuno che faccia il lavoro sporco per lui; sia Petrovic che Nepi hanno la fame per farlo».

Sul valore di Morosini:
«Basta guardare la carriera, è stato venduto per 400mila euro al Monza due anni fa dopo 9 gol nel girone d’andata. Dove gioca? È una mezz’ala, ma in questo modulo potrebbe fare l’esterno di sinistra o la sottoposta in questo modulo. I primi mesi sono stati particolari ma lo sapevamo, ma del resto non so se sarebbe venuto a Lecco se fosse stato integro dal punto di vista fisico».

Il giovane che arriverà in Serie A:
«Bella domanda. Vorrei dire Vasic, ma non vorrei esagerare. Masini sicuramente è un giocatore importante, ha un gran motore. Mi piace molto Rabbi del Piacenza, ma sto vedendo che sempre più addetti ai lavori vengono a vederci e questo deve far capire il nostro percorso».

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