
Questo è un febbraio particolare, ma di solito sono poche le semine che si possono effettuare in pieno campo. Le altre, in linea di massima, si fanno nel semenzaio. Dentro qui potremmo metterci anche la Calcio Lecco 1912, che grazie a una fine di 2021 e a un inizio 2022 soddisfacenti ha messo sufficiente fieno in cascina per (almeno) ipotizzare le mosse della stagione 2022/2023. Rispettando la media De Paola (1,67 punti a partita), da qui alla fine di febbraio si sfiorerebbe già la fatidica quota dei 40 punti. E a quel punto si potrebbe aprire a tempo debito il dibattito sul futuro prossimo della società: certo, Paolo Leonardo Di Nunno ha spesso e volentieri ripetuto di voler cedere la società al termine della stagione, ma le ultime voci raccontano di un patron soddisfatto per un “progetto” giovani che sta già dando i propri frutti. Anche dal punto di vista economico grazie al minutaggio. E, infatti, la strada che porta verso la prosecuzione dell’attività è decisamente più percorribile rispetto ai mesi scorsi; in tal senso un ruolo importante lo avrebbe il vice presidente Gino Di Nunno, spesso nell’ombra ma sempre molto vicino a Prima Squadra e Settore Giovanile.
Parliamo di rinnovo?
Se De Paola ha dato il proprio fondamentale contributo nella gestione della squadra dopo gli sconquassi ottobrini e novembrini, ridando vigore a un gruppo sfiduciato, e il diggì Angelo Maiolo ha fatto la sua parte gestendo le ire del patron anche in tempi recenti, non si possono non ricordare i meriti del diesse Domenico Fracchiolla nella costruzione della squadra: quanto fatto in estate (Ganz e non solo) sta portando utili alla causa dopo cinque mesi di, chiamiamola così, gestazione, inoltre il mercato invernale è stato fatto con grande intelligenza, oltre che con risorse a dir poco limitate. E non sarebbe passato inosservato ad Avellino, visto che dall’Irpinia continuano a rimbalzare le voci di un possibile affondo dell’ambiziosa società campana proprio verso Fracchiolla; sul Lario, invece, si fa strada qualche flebile voce sull’ipotesi legata al rinnovo contrattuale. Che, per inciso, non potrà non essere su base pluriennale: del resto il biennio passato all’ombra del Resegone, oltre al periodo tra gennaio e maggio 2020 vissuto da consulente, ha permesso al dirigente di dimostrare le proprie capacità manageriali e l’idea è maturata in modo legittimo.
Sulla sponda orientale del Lario ci sarebbe anche già un interessante embrione di squadra: Marco Pissardo, Vedran Celjak, Matteo Battistini e Patrick Enrici tra i titolari fissi o giù di lì, Gian Marco Nesta, Erald Lakti, Mattia Tordini, Nicolò Buso tra gli under da valorizzare ulteriormente, Ermes Purro che potrebbe partire, Leonardo Bia di ritorno dal prestito al Crema come pure tanti altri giovani mandati a crescere in Serie D; questo senza contare la possibilità di trattenere in rosa i vari Ivan Merli Sala, Lino Marzorati, Filippo Lora, Simone Andrea Ganz, che avrebbe sottoscritto un preaccordo dopo il trasferimento in prestito dall’Ascoli, e via dicendo. E poi la Primavera potrebbe trovarsi al livello “2” vista la strepitosa marcia innestata da qualche mese a questa parte. Insomma, c’è più di un buon motivo per avviare il tempo della semina: di progetti abortiti sul nascere ne abbiamo visti a sufficienza.
