
Dieci gol in otto partite, sette delle quali timbrate. Nessuno, tra i professionisti italiani, ha segnato tanto quanto Simone Andrea Ganz. Il bomber bluceleste è arrivato a quota 12 marcature stagionali, ha le mani sul titolo di vicecapocannoniere e ora insegue la vetta difesa dal coscritto Francesco Galuppini. Figlio d’arte e bomber di razza, è stato nostro gradito ospite durante la puntata de “Il Blu e il Celeste” andata in onda nella serata di lunedì 28 febbraio: tanti i tifosi che hanno potuto e voluto interagire con il 28enne centravanti delle Aquile, ormai consacratosi come Bomber del Lario.
Simone Andrea Ganz a “Il Blu e il Celeste“
Simone, sei il bomber più ricercato d’Italia, sia dalle difese che dalla stampa:
«Non me lo sarei mai aspettando sono onesto e sono felice per questo».
Ripartito tutto dopo la Triestina:
«Si, è vero. Ho detto che il mio campionato sarebbe partito veramente lì. Il mister mi ha dato fiducia, la squadra mi ha fatto sentire la sua e credo che li sto ripagando».
Avete passato dei brutti periodi:
«Innanzitutto ringrazio per le belle parole che fanno molto piacere. Personalmente ho passato dei momenti difficili perchè sono stato attaccato come persona e non come giocatore. La migliore delle risposte l’ho data sul campo, i mesi in cui ho giocato meno mi stanno dando la forza per tirare fuori tutto me stesso. Sono stato sempre sul pezzo e oggi sto cogliendo i risultati».
Cosa c’era che non andava con Zironelli?
«Prima giocavo poco, ora gioco tanto. Quando mi è stata data la possibilità di giocare con continuità sono stato agevolato; prima, per scelta tecnica e altri motivi, sono stato penalizzato; quando sono andati via giocatori importanti mi sono messo sulle spalle il Lecco. Sono sempre stato convinto delle mie qualità, ora è tutto bello».
Resterai l’anno prossimo?
«Questo non lo so, sono in scadenza di contratto ma è presto per parlare. Preaccordo? Si, qualcosa c’è ma bisogna chiedere al disse Fracchiolla e al mio procuratore. Con una nuova società? Certo, ne parleremo a tempo debito. Il direttore lo apprezzo molto e abbiamo un grande rapporto, mi ha voluto l’ultimo giorno. Lo show che ha fatto con il Renate? Ci serviva per darci la scossa».
Obiettivo di gol?
«Non me lo sono dato, lavoro giorno dopo giorno per farmi trovare pronto per la prossima partita. Più ne faccio, meglio è per il Lecco»
Ti rivedi in tuo papà?
«Il fiuto di gol, ma il suo calcio era diverso dal mio. Ora bisogna essere pronti sotto ogni punto di vista, nel suo era un po’ diverso. Abbiamo la stessa fame del gol».
Sui rientri dei vari infortunati?
«Sicuramente Tordini lo aspettiamo, è un giovane di grande prospettiva e spero possa tornare presto con noi; ci siamo trovati subito dal punto di vista umano, l’ho preso sin da subito sotto la mia ala e abbiamo un rapporto particolare. Il mister ci dice sempre che possiamo essere protagonisti o meno».
Un commento al primo gol di ieri?
«Molto bello direi, è stata una bella intuizione e ho pensato che era l’unico modo per segnare. È andata».
Per chi tifi in Serie A?
«Milan, maschile e femminile, allenata da papà Maurizio».
Gli ricordiamo del fatto che suo papà ha una maglia numero 10 del Lecco:
«Si, me l’ha fatta vedere appena ho firmato».
La dedica?
«Alla mia fidanzata la prima, poi a mamma e papà ovviamente».
Hai affrontato subito il tuo passato da ex comasco. Sei il bomber del Lario:
«Io non posso rinnegare quello che è successo a Como negli anni scorsi, quel passaggio mi ha fatto diventare un giocatore importante. La rivalità è forte, sapevo che avrei dovuto dar tutto per la maglia del Lecco. Alle parole devono seguire i fatti e questi stanno dicendo proprio questo, mi sono fatto apprezzare ancora prima come persona. Con il Mantova? Già all’andata mi sono state dette delle parole brutte, al ritorno idem; ce l’avevo con i tifosi che m’insultavano per motivi loro. Lì ho lasciato tanti affetti che frequento anche ora e non capiscono».
Gruppo squadra:
«Mi trovo bene, i ragazzi vanno a mille all’ora e li apprezziamo tutti».
Il gol più pesante che hai segnato?
«In generale dovrei pensarci, ne ho fatti di pesanti con il Como e il Verona per le promozioni. Quest’anno non saprei, quello con la Triestina mi ha fatto rinascere. Il più bello ieri».
Da professionista ci si affeziona a piazze come Lecco?
«Mi sono affezionato a tutte le piazze, si vive giornalmente e si apprezzano tutti. Ho un bellissimo rapporto con il magazziniere ‘Tato’ Bonacina e i fisioterapisti. Quando lavori per 300 giorni l’anno con le stesse persone ti affezioni per forza».
Come ti trovi con Di Nunno?
«Si ieri mi ha fatto i complimenti dopo mesi e mesi, ma con e senza complimenti vado dritto per la mia strada perché conosco il mio valore».
Un’esultanza fissa?
«Faccio quello che mi viene sul momento, per qualche secondo non capisco niente dopo aver segnato».
Ricordi sempre anche il secondo nome dopo aver segnato:
«Il mio nome completo è quello, ci tengo».
Che musica ascolti durante le trasferte?
«Un po’ di tutto, non ho preferenze particolari».
In quale altre piazza ritrovi Lecco?
«Ognuna è diversa, paragonarle non è neanche giusto perché ogni tifoseria è diversa. In ognuna ho trovato delle diversità e per quello il nostro mestiere è bello»
Come ti trovi con i tifosi in città?
«Faccio avanti e indietro da Milano, giro poco per la città purtroppo. Quando capita, soprattutto adesso, mi vedono in modo diverso».
