
Stanno avendo grande eco le ultime che arrivano da casa Calcio Lecco 1912. Per bocca del vicepresidente Biagio “Gino” di Nunno, infatti, per la prima volta in cinque anni è stato dato un valore alla società bluceleste: un milione e mezzo di euro, cifra che lieviterà crescerà da qui alla fine della stagione. Il figlio maggiore del patron Paolo Leonardo Di Nunno ha spiegato a “La Provincia di Lecco” che «a luglio costerà di più, a stagione finita. Chi compie il 14° anno siamo obbligati a vincolarlo fino ai 19 anni. E ogni tesserino costa 12mila euro. Noi abbiamo 120 ragazzi di proprietà, compresi i professionisti della prima squadra». Dichiarazioni che un po’ si scontrano con quelle rilasciate dal direttore generale Angelo Maiolo, intervenuto lunedì sera su TeleUnica: «Il patron? Direi che lui a fine anno lascerà il Lecco. A chi? Non penso a un lecchese, ci sono degli acquirenti che arrivano da fuori e che a fine anno s’incontreranno nuovamente con il presidente. Le cifre? Un po’ più basse rispetto a quelle che dice lui in televisione. Vi garantisco che i gruppi presentatisi non sono fatti da banditi, ma da gente seria», come raccontato anche un paio d’ore più tardi durante la seconda parte de “Il Blu e il Celeste”.
A questo punto possiamo tornare alla strettissima attualità, alle parole del numero due Gino Di Nunno: «Se ci fosse una trattativa seria, con un imprenditore importante che volesse fare una società insieme a noi, terremmo tutte le porte aperte. A qualsiasi condizione. Ma siccome non c’è, andiamo avanti per la nostra strada, puntando sempre in alto. Compratori ce ne sono tutti i giorni, ma sono tutte chiacchiere. Quelli reali, seri, non esistono. Vengono, chiedono e poi scompaiono. Sono i soliti quattro o cinque che girano. Poi se dovesse venire qualcuno di serio si potrà discutere. Ma per ora non siamo neanche alle chiacchiere da bar».
C’è tempo, ma non troppo. Debiti e crediti a bilancio
Marzo è arrivato, la primavera quasi, la salvezza è in tasca e per guadagnarsi l’accesso anche matematico ai play off non manca tanto. Ci sono tutte le basi per programmare: che sia la sesta stagione in sella alla gloriosa società bluceleste o una cessione, totale o parziale, si può e deve fare bene, perché non c’è l’esigenza di fare presto. La Prima Squadra ripartirebbe da delle certezze sia a livello under che a livello over, così come il Settore Giovanile entrerebbe nel terzo anno di lavoro effettivo, considerato che la pandemia ha cancellato tutto il 2020; alla fine le uniche incertezze sono legate alla categoria di appartenenza della Primavera, che nutre sincere speranze di promozione in “2” mentre volge al termine una seconda parte di stagione eccezionale.
La cifra chiesta dalla proprietà può sposarsi con la realtà? Non è una bestemmia, visto che durante l’estate 2021 l’80% del Foggia (girone “C”) è stato valutato sui due milioni di euro, almeno secondo le indiscrezioni di stampa. Dalla sua Di Nunno ha una convenzione con il Comune valida fino all’agosto 2030: la società non dovrà pagare i 50mila euro annuali di affitto dopo aver investito, durante la primavera del 2018, la cifra di 517.518,75 euro (più iva) per realizzare il campo in erba sintetica e gli impianti vari che vi stanno sotto. Investimento che vale 43.126,56 euro l’anno, 345.012,50 euro da qui alla scadenza della convenzione in oggetto (400mila euro di credito con il Comune): sicuramente la voce più corposa del patrimonio bluceleste, più volte sventolata dal patron. Rifacendoci alle parole dette dal vicepresidente Di Nunno, il valore dei cartellini ammonta invece a 1 milione e 440mila euro. Certo questi conti non valgono come una due diligence, ma sicuramente hanno la loro valenza due voci, iscritte nel bilancio 2021: la massa debitoria ammonta a 433.764 euro e i crediti toccano i 140.842 euro. Bilancio che si è chiuso in perdita di 1.606.432 euro, coperta con l’utilizzo della riserva.
Di tempo per scegliere la strada maestra ce n’è, ma non troppo da potersi permettere il lusso di perderne: i contratti di dirigenti, staff e vari giocatori, alcuni dei quali in aria di conferma, sono in scadenza. Di offerte, al momento, non ne sono arrivate ed è l’unica cosa che conta davvero, ma questo non esclude il fatto che le acque siano comunque più mosse rispetto agli anni precedenti.
