
Un sogno riacciuffato allo scadere, prima che scadesse in incubo. E una gioia immensa. La salvezza della Caffè Agostani Olginate in Serie B è un capolavoro da conservare al museo dell’intensità sportiva, frutto di determinazione, coraggio e un pizzico di follia che non guasta mai. Ed è una tesi di laurea per coach Manuel Cilio e il suo staff, costretti a fare i conti con una stagione tribolata tra infortuni, palazzetto inagibile e regole cambiate in corsa. Il 2022/23 potrebbe riservare l’ennesima rivoluzione dei campionati e chissà dove sarà Olginate, ma adesso è tempo di festa e di analisi. E coach Cilio non si sottrae alle nostre domande.
Sensazioni dopo questa grande impresa?
«Obiettivamente è stato bellissimo, ottenere una salvezza così dà qualcosa in più. In questa serie siamo stati bravi e credo sia stata meritatissima. Purtroppo abbiamo avuto tanti infortuni con cui fare i conti, dopo la regular season anche durante i play-out. Penso che la permanenza in categoria ce la siamo meritata durante tutta l’anno. Non è un caso che siamo arrivati pronti per giocarcela con Bologna, durante l’anno abbiamo costruito un gruppo speciale».
È questa la qualità di Olginate che ha fatto la differenza?
«Probabilmente sì, il gruppo. Ci ha permesso di svolgere un lavoro di qualità, ci ha consentito di arrivare agli allenamenti e provare la parte tattica nonostante le avversità e le numerose sconfitte, senza dover sopportare gli eventuali malumori dei giocatori. Siamo rimasti concentrati sui miglioramenti da fare e sui dettagli. Sembra banale, ma non lo è affatto».
Quanto sono cresciuti i ragazzi durante l’anno?
«Molto. Soprattutto a livello di testa, non era facile. Avendo preso Maspero ci si aspettava che la stagione fosse più facile, poi abbiamo attraversato tante avversità e ci siamo ritrovati a combattere. Forse all’inizio non eravamo abituati a farlo. I play-out costituiscono un mondo a parte e siamo arrivati pronti. Anche ragazzi che sulla carta erano comprimari sono diventati via via protagonisti. Ambrosetti, da sesto uomo, è diventato un giocatore che sposta gli equilibri. In campo abbiamo saputo compensare all’assenza di un leader caratteriale come Brambilla. Natalini è arrivato a giocare minuti importanti, ricordo ad esempio la bomba fondamentale in gara 2».
E quanto è cresciuto Cilio come allenatore?
«Tanto. Nelle stagioni che scorrono via lisce uno dà quello che ha, mentre in stagioni come questa devi raschiare il fondo e trovare soluzioni continue per fare un passo oltre. Sono stato costretto a inventare, perché ogni volta non avevo un giocatore nei diversi ruoli. Il capolavoro, da questo punto di vista, è stata gara 5: abbiamo preparato soluzioni mai provate prima, costruite ad hoc su Bologna. Sono convinto che questa salvezza sia una tappa importante per la mia crescita».
Qual è il momento che fotografa la stagione?
«Viene facile dire la tripla di Maspero all’ultimo istante di gara 4, eravamo praticamente retrocessi. Ma anche il “momento” di Bloise, la sua bomba da venti metri in gara 5, da infortunato, per dare qualche minuto a Cucchiaro».
Il momento più delicato, quello in cui ha avuto qualche dubbio.
«La sconfitta in casa con Jesolo: era uno scontro diretto e sapevamo che vincendo avremmo avuto la certezza del fattore campo a favore e forse avremmo potuto anche salvarci direttamente, senza play-out. Perdendo, invece, sono venute meno alcune certezze, in fondo eravamo sul +15 alla fine del primo tempo, il ko ci ha inferto una mazzata a livello emotivo. Ma quella settimana abbiamo reagito subito, ho visto grande determinazione nei miei ragazzi. Le botte in faccia possono servire. Ci siamo calati nella consapevolezza di dover giocare i play-out».
Quanto vi è stata vicina la società?
«Ci ha fatto sentire quanto credesse in noi nel momento di difficoltà. E quanto tenesse al risultato finale, anche in virtù dei grandi sforzi compiuti. È stato tutto l’insieme, noi stessi siamo la società. Unione di intenti e determinazione».
Cosa riserverà il futuro?
«Non lo so ancora. Voglio staccare, andrò in vacanza mercoledì e non voglio più pensarci per un po’. Il dispendio di energie mentali è stato intenso. Ci sarà tempo per valutare».
