Giuseppe Sannino non è uno di quelli che viene esattamente definito come “predestinato”.
Da giocatore non ha mai raggiunto la popolarità a livello nazionale, ma ha speso ben 13 anni sui campi di Serie C ed Interregionale a sgobbare.
Chiusa la sua carriera in mezzo al campo, si è diviso tra un posto da infermiere all’Asl di Voghera e il campo di allenamento degli Allievi della stessa città pavese, prima di passare al Pavia e al Monza.
Dopo un primo tentativo tra i “grandi” con l’Oltrepò e la parentesi nelle giovanili degli odiati cugini comaschi, ecco il definitivo salto nel calcio fatto di pressioni e presidenti invadenti.
Le panchine di Biellese, SudTirol, Meda, Sangiovannese e Cosenza sono state la sua palestra per giungere preparato alla sfida con Lecco.
Due anni intensi, in cui il tecnico napoletano viene prima ingaggiato per una tranquilla salvezza nella C2 appena ottenuta, ma la convivenza con il vulcanico presidente Aprea (prima esonerato, poi richiamato) non gli facilita il compito, poi confermato dal trio Riva, Romano e Fiori, che gli mette a disposizione una squadra forte e pronta per il salto di categoria.
Tra mille difficoltà, dopo un girone d’andata infernale ed una cavalcata impressionante nella seconda parte, il Lecco disputa dei playoff da infarto contro Bassano (0-0 in trasferta e 2-1 in casa) e Pergocrema (0-1 e 1-1), tornando finalmente nel posto che gli spetta.
Qui le strade sportive, ma appena può fa un salto in città per salutare amici e conoscenti, di Sannino e dei BluCelesti si separano, il mister vince il campionato con lo stesso Pegocrema (C2) prima di portare il Varese dalla C2 alle porte della Serie A.
La salvezza ottenuta con il Siena, considerato la cenerentola della massima serie nel 2011-2012, lo porta nell’ambizioso Palermo di Zamparini.
Come siano finite le sue avventure con i rosanero e il Chievo è storia recente, ma da oggi “Beppe” è tornato in sella, firmando il suo contratto con il Watford dei Pozzo.
A lui, amico di Lecco Channel, va il più grosso in bocca al lupo per questa nuova avventura.
In fondo, il ricordo del “Sannino, cambia!” gridatogli da qualche settore dello stadio è ancora ben impresso nella nostra memoria.
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