Secca affermazione del Lecco su un Mantova in palese difficoltà a livello offensivo. Mister Luciano Foschi può sorridere soprattutto per la mentalità spesa in gara e per il cinismo mostrato sottoporta, ma deve ringraziare anche Riccardo Melgrati per aver sbrogliato almeno 2-3 situazioni non semplici tra i pali: plauso alla prestazione del portiere italo-brasiliano, ma in generale va apprezzata la voglia messa in campo, che ha permesso ai blucelesti di superare le difficoltà presentatisi in corso d’opera, e il cinismo che ha regalato le tre gioie di giornata. Molto su cui ragionare, invece, per mister Nicola Corrent: i suoi ragazzi hanno fatto buone cose sul piano del palleggio, ma per quanto riguarda il riempimento dell’area c’è ancora molto da sviluppare.
Post Lecco-Mantova, le parole di mister Luciano Foschi
Mister, un altro Lecco rispetto a una settimana fa:
«Il merito è del presidente che mi ha dato una grande occasione. Io non ho bisogno di fare il lecchino o niente, quindi ringrazio lui e il direttore. Ho lavorato molto sulla testa, speravo che i ragazzi rispondessero da questo punto di vista: non voglio i meriti e non me ne frega niente, hanno fatto una buona partita sotto il punto di vista agonistico. Sotto l’aspetto tecnico-tattico dobbiamo migliorare tantissimo, ma è un buon punto di partenza: le mie squadre si sono distinte per questa roba qua».
Su Mangni in tribuna e su Ilari:
«Doudou ha avuto dei problemi muscolari e non si è allenato, stamattina abbiamo fatto un test con lo staff medico e abbiamo preferito non rischiare di perderlo per due mesi. La scelta è stata fatta con serenità. Carlo lunedì sarà in gruppo».
Sui due gol:
«I particolari sono determinanti, sabato ero a vedere la partita con i miei collaboratori e abbiamo preparato questa su certe cose per capire come e dove prenderli. Alcune volte ci è riuscito, altre meno: oggi ci è andata bene, sono contento di quanto fatto anche se abbiamo sbagliato tantissimo. Oggi hanno fatto, ora il mio compito è lavorare sugli errori commessi».
Il lavoro delle due punte:
«Sono stati bravissimi e si sono sacrificati parecchio. Sono stati determinanti con il loro lavoro, se arriviamo al cross è anche per merito loro: sono stati i primi a lavorare da difensori. Ci è poi mancata la lucidità per servirli sottoporta: è stato un punto di partenza, non dobbiamo perdere di vista compattezza e spirito di gruppo. Voglio spendere una parola per lo spirito messo da chi è entrato: hanno fatto la differenza in un momento in cui stavamo soffrendo; si può essere decisivi in 5’».
Sulle gerarchie in porta:
«Ho 29 giocatori titolari, sono loro a decidere le gerarchie con il lavoro. Sono andato sulle sicurezze e sull’esperienza, nessun parametro mi ha fatto pensare che Melgrati fosse più bravo di Stucchi: ho solo cercato di capire le dinamiche a livello psicologico».
Sul Mantova:
«Sabato scorso sono venuto per puro caso, lo giuro. Io e Battisti (ds del Mantova, ndr) abbiamo giocato insieme e sono andato per l’amicizia con lui: sicuramente ho visto una squadra più agguerrita rispetto a oggi, anche se il risultato è un po’ troppo pesante perché sul piano del palleggio sono stati bravi. La mancanza è stata su altri aspetti».
Su Zambataro e Giudici a piedi opposti:
«Zambataro è destro e gioca a destra, Giudici calcia bene con entrambi i piedi. Per me Eyob gioca a destra, l’ho già avuto a Ravenna. Noi abbiamo delle punte strutturate per ricevere i cross. Non sposo i giocatori, chi mi dà lo faccio giocare: l’allenatore che sbaglia meno è il più bravo di tutti».
Su Zuccon:
«È un centrocampista che sa fare tutto, il ragazzo oggi tutto sembrava meno che un 2003. Ci può stare in questa squadra, anche se deve migliorare tanto».
Post Lecco-Mantova, le parole di Matteo Battistini
Matteo, un gol importantissimo:
«Questa settimana abbiamo cercato di lavorare sul limare gli errori commessi in precedenza. Oggi era importante tornare a fare punti e acquisire fiducia. La dedica? A Costanza, la mia ragazza».
Avete tirato fuori qualcosa in più:
«Si, tutti. Sicuramente noi vecchi abbiamo cercato di aiutare i ragazzi e di farci forza, abbiamo preso troppi gol e l’obiettivo era di uscire dal campo senza prenderne. Poi abbiamo vinto 3-0 e tanto meglio».
Sui moduli:
«Mi trovo bene in entrambi i modi, forse più con la difesa a tre che a quattro».
Post Lecco-Mantova, le parole di Federico Zuccon
Federico, un Lecco trasformato:
«Serviva una reazione dopo due sconfitte, la squadra ha dimostrato le proprie potenzialità».
Una settimana strana:
«Noi ragazzi giovani dobbiamo adattarci a tutte le situazioni, i mister ha cercato di dare le proprie idee alla squadra e noi abbiamo cercato di mettere in campo per ottenere un unico risultato».
Le tue caratteristiche:
«All’Atalanta ci hanno sempre chiesto di mettere insieme quantità e qualità, poi io cerco di adattarmi a partite ed esigenze».
Dove ti senti forte e dove no?
«Un giocatore può migliorare in tutti gli ambiti, soprattutto nella gestione della palla».
Post Lecco-Mantova, le parole di mister Nicola Corrent
Mister, una vittoria senza seguito con il Trento:
«Quello che non ha funzionato non è semplice da dire. La squadra ha fatto cose buone per tanti tratti, ma se il Lecco ha vinto 3-0 è stato più bravo di noi. Faccio fatica a rimproverare qualcosa a livello di atteggiamento: dobbiamo insistere e non perdere autostima. È un’aggravante? I particolari contano e determinano i risultati».
Sulla formazione:
«Pinton aveva una microfrattura al dito della mano e Messori meritava un’opportunità. Guccione? L’intenzione era di giocare con due attaccanti».
L’atmosfera nello spogliatoio?
«Conosco solo l’allenare e toccare le corde giuste, senza trascurare nessun dettaglio. Normale che la squadra soffra in questo momento, in questo momento non bisogna perdere autostima: i ragazzi hanno valori».
Hai parlato con la società?
«No, non ancora. Ho speso parole solo per i ragazzi».
Sui cambi:
«Stavano per entrare prima del corner del 2-0. Quel gol obiettivamente mi è sembrato molto semplice».
Il Lecco di settimana scorsa e di oggi:
«L’ho guardato ma nella nostra ottica. Loro hanno fatto le loro scelte, noi le nostre».
Su Alejandro Rodriguez:
«Giocatore di talento, ma è tantissimo che non gioca. Dobbiamo dargli il tempo per trovare la giusta condizione, ma i nostri attaccanti hanno comunque dei valori. Concretizziamo troppo poco rispetto al volume prodotto».
