È stata il grande colpo del mercato estivo. Dopo una vita passata a difendere la maglia del Como, la forte centrocampista Elena Cascarano ha scelto di scendere di due categorie per vestire la maglia del Lecco. Da una sponda all’altra del Lario dopo quindici anni abbondanti passati tra Serie A e Serie C in biancoblù. Per mister Monica Iustoni un innesto importante nel cuore della mediana quello della 33enne, che fuori dal campo ha ottenuto una laurea in Scienze Motorie e ha anche insegnato come Physical Education Teacher in Inghilterra. In questi anni intorno a lei parecchie cose sono cambiate, soprattutto di recente: proprio la Serie A riconquistata pochi mesi fa è fresca di entrata nel professionismo, ma in generale il mondo del calcio femminile è ora messo sotto le luci della ribalta ogni giorno per precisa scelta dei vertici federali, che hanno spinto le società ad alzare in modo importante il livello delle singole compagini. Cascarano nel frattempo, anche per continuare a conciliare l’impegno sportivo con quello professionale, ha scelto Lecco «per ritrovare entusiasmo e fiducia» dopo aver salutato il Como con tanto di maglia numero 7 ritirata: lo score attuale parla di 8 partite su 8 disputate e di un gol messo a segno nella larga vittoria di Vighignolo (1-7). Domenica scorsa è arrivato il bell’acuto (0-3) sul campo del valido 3Team Brescia Calcio, voglioso di operare il sorpasso in classifica proprio ai danni delle blucelesti. Un big match messo in tasca che vale il -1 dalla Doverese capolista, mica male per una squadra appena arrivata al piano superiore, ma l’attuale piazzamento non deve mettere troppa pressione sulle spalle di un gruppo comunque giovane, sia per l’età media che per la ristrutturazione effettuata in estate.
Calcio Lecco, intervista a Elena Cascarano: «Subito apprezzata»
Buongiorno Elena, innanzitutto come stai? Sei tra le poche blucelesti ad aver disputato tutte le 8 partite di campionato, quindi diremmo bene:
«Nonostante alcuni acciacchi fisici sono riuscita a disputare tutte le gare fin qui disputate e ne sono contenta, perché lo scorso anno invece ho giocato meno».
Facciamo un passo indietro: a dicembre 2021 avevi annunciato il tuo ritiro dal calcio giocato dopo più di vent’anni anni nel Como, con tanto di maglia numero 7 ritirata ed ennesima promozione conquistata a fine anno. Come sei stata convinta a riallacciare gli scarpini?
«All’inizio della scorsa stagione ho deciso di intraprendere un anno impegnativo con il Como. La Serie B è diventata una categoria molto competitiva e mi è risultato difficile conciliare lavoro e calcio. Ci allenavamo cinque volte a settimana nel primo pomeriggio e molto spesso le trasferte ci impegnavano tutto il weekend. Lavoro a scuola e non avevo mai momenti di recupero, aspetto fondamentale per un atleta. A dicembre, quindi, ho cercato di essere più sincera e leale possibile con la società e ho fatto un passo indietro, rimanendo comunque agganciata alla squadra fino a fine stagione. Non ero sicura di voler smettere, ma semplicemente avevo bisogno di prendermi una pausa per valutare cosa fare in futuro».
Cambiata sponda calcistica del Lario, stai affrontando una categoria completamente nuova insieme a tante ragazze giovani, tante delle quali arrivate dallo stesso Como. Com’è stato calarsi in un contesto così diverso?
«A fine stagione sono stata contattata da alcune realtà della zona, ma ho deciso di passare dall’altra sponda del lago. Avevo bisogno di ritrovare entusiasmo e fiducia in me stessa: mister e società mi hanno fatto sentire apprezzata fin da subito. Ho trovato un contesto completamente diverso al quale non ero abituata, ma ho cercato di adattarmi il prima possibile e di trasmettere la mia mentalità al gruppo».
Veniamo all’ultimo match disputato: a Brescia avete lanciato un chiaro messaggio al campionato, vincendo in modo autorevole e portandovi a -1 dalla Doverese capolista. Concordi?
«Domenica a Brescia abbiamo confermato le prestazioni dell’ultimo periodo. Con pazienza e intelligenza abbiamo gestito una gara non semplice, su un campo estremamente difficile. 3Team è una compagine ben organizzata, con buone individualità che farà sicuramente un ottimo percorso in questo campionato. Noi siamo state brave a gestire i momenti della gara».
Domenica vivrete un’altra partita potenzialmente tosta a Varese. Quali sono le vostre aspettative?
«Questo weekend giocheremo nuovamente fuori casa e non è mai semplice adattarsi a campi diversi dal nostro. Non conosco le squadre di questo campionato e posso solo affidarmi ai risultati precedenti.
Sicuramente dovremo scendere in campo a mente libera per poter esprimere al meglio le nostre potenzialità».
In questo momento state sognando la Serie C: è “solo” questo o un obiettivo che vi siete fissate?
«A proposito di questo, nessuno in società ha mai parlato di promozione o di obiettivi stagionali. Per esperienza dico che avere un obiettivo dichiarato mette pressione al gruppo. Essendo una squadra neopromossa, giovane e con giocatrici che si sono aggiunte quest’anno stiamo solo pensando a trovare la nostra identità e a dare il massimo partita per partita provando a migliorare i dettagli ogni settimana».
Ampliamo lo sguardo: la Serie A femminile, che ben conosci, è diventata una categoria professionistica. Come valuti questo cambiamento?
«Serie A e Serie B sono diventate due categorie molto impegnative. Finalmente il professionismo ha consentito di dedicarsi solo al calcio. Essendo poi un campionato a 10 squadre, si è alzato ancora di più il livello rispetto allo scorso anno. I tecnici e gli staff sono sempre più preparati e competenti, si cerca quindi di curare il minimo dettaglio sia a livello individuale che a livello collettivo. In questi ultimi 5-6 anni c’è stato un cambiamento radicale che spero potrà migliorare di anno in anno. Mi auguro che il movimento mantenga, però, quei valori che hanno sempre contraddistinto il calcio femminile».



















