
L’avvicinamento a Pordenone-Lecco procede senza particolari sussulti. In casa bluceleste le scorie della sconfitta con il Trento sono state riassorbite senza particolare dolore, come un passo falso arrivato dopo un percorso che a ottobre è stato perfetto o giù di lì. La classifica rimane cortissima, tra play off e play out ci sono solamente tre punticini di distacco, quindi fare punti con i gialloblù avrebbe fatto comodissimo alla vigilia di una doppietta di trasferte parecchio toste come quelle sui campi di Pordenone e FeralpiSalò. Anche se, a ben vedere, entrambe sembrano essere in grado di dare il meglio lontane dai rispettivi stadi di casa. Un tema che, in vista della gara con i Ramarri, abbiamo già analizzato nel dettaglio, ma aggiungiamo un altro paragrafo al ragionamento di cui sopra: la squadra di mister Domenico Di Carlo ha palesato una certa sofferenza sulle palle inattive, che hanno contraddistinto la gran parte dei mezzi o totali passi falsi della forte compagine neroverde. Per quanto riguarda l’analisi tattica, è la zona centrale a rappresentare il punto di forza a livello offensivo, ma anche quella dalla quale sono derivati uno dei due gol subiti dal Mantova e quello incassato con la FeralpiSalò.
Dal canto suo la squadra di mister Luciano Foschi è stata in grado di portare a casa un buon numero di gol da questo tipo di situazione: Battistini ha già fatto due gol, per dire, ma varie altre marcature sono nate dalle palle da fermo, non per ultima quella di Luca Scapuzzi con il Trento, utile fondamentalmente solo per sporcare le varie statistiche. E anche il tema dei colpi di testa può essere un fattore rilevante per quanto riguarda la sfida del “Teghil” in programma domenica pomeriggio: il Lecco dovrà dar fondo a tutte le proprie risorse per portare a casa un risultato positivo, ma le premesse per riuscirci ci sono al di là dei rispettivi obiettivi legati alla stagione in corso.
