Pokerissimo del Pordenone al Lecco. I neroverdi dominano praticamente dal primo minuto, sprecando un rigore con Burrai in avvio (bella parata di Melgrati), rischiando grosso su un colpo di testa di Zambataro dopo un paio di minuti e, poi, pescando il gran jolly con Pinato dalla distanza. Il problema è che in quel preciso momento le Aquile volano via dal “Teghil”, lasciando in campo solo una squadra o giù di lì. E non ci si può attaccare nemmeno al clamoroso cartellino rosso non comminato a Festa, portiere di casa, a inizio ripresa: lì si stava già sul 3-0 e la partita mentalmente era già finita. Sul campo no, purtroppo, dato che Candellone e Ajeti hanno avuto tempo e modo di servire abbastanza comodamente quarta e quinta marcatura di giornata. Poco da dire, se non scusa ai quasi ottanta tifosi che si sono sobbarcati la lunga trasferta, la seconda più lunga della stagione dopo quella di Trieste, e hanno incitato la squadra dal primo all’ultimo minuto.
Pordenone 5-0 Lecco, l’intervista di mister Luciano Foschi
Mister, c’è poco da dire:
«Dobbiamo chiedere scusa a chi ci ha seguito fin qua, vista la trasferta così lunga, ma vale anche per il nostro presidente che oggi compiva gli anni. L’unica cosa che possiamo fare è questa: meditare su tutte le cose negative fatte, nè più nè meno. Di là c’è stata una squadra superiore in tutto, che noi abbiamo agevolato, prendendo rigore contro dopo 20″ su una palla centrata da noi. Subiamo due eurogol, per carità, ma noi dobbiamo continuare a essere squadra, non sfaldandoci così facilmente. Il terzo gol mi fa arrabbiare molto, al di là di una prestazione totalmente negativa».
Prendere quel rigore è la forse la cosa più preoccupante:
«Sono d’accordo, so che ci sarebbero state delle difficoltà. Non mi sono mai illuso: abbiamo fatto buone cose, ci siamo meritati determinate cose al pari di queste due sconfitte. Dobbiamo ricompattarci, ritrovando la fiducia in noi stessi. Facciamo gli stessi errori, come avete detto, ripetuti con Trento e Pordenone. Fisicamente ci hanno surclassato. La linea del nostro demerito e del nostro merito è molto sottile, ma la partita è finita dopo mezz’ora: oggi hanno dimostrato di ».
Ci sono scelte che non rifaresti?
«I giocatori che abbiamo sono più o meno dello stesso livello, chi è andato in campo ha fatto quello che poteva. Abbiamo fatto poco, ma tanti errori, ciò non toglie che ci abbiamo dato perchè abbiamo corso tanto, ma dietro gli avversari. A volte fai fatica a trovare tutti i tuoi demeriti quando dall’altra parte trovi una squadra così: oggi hanno dimostrato di essere la squadra più forte di tutte e che lotterà per vincere, con spessore fisico e tecnico. Ai miei dico che non possiamo prendere cinque gol, non si può perdere 5-0 nemmeno contro il Pordenone. Rimbocchiamoci le maniche e a mordere le caviglie dell’avversario: preoccupiamoci più di noi stessi, più che degli avversari».
Questa sera è mancato tutto, soprattutto le mezzali:
«Il reparto si è dannato l’anima, ci ha provato… Difficile trovare un qualcuno che ha giocato male o ha giocato bene: la partita è completamente storta, queste figure non ce le possiamo permettere».
C’è stato un distaccamento dalla realtà?
«Questo è un brusco risveglio, qui puoi perdere e ci sta ma non 5-0. Mi fa arrabbiare molto di più la sconfitta con il Trento, squadra alla nostra portata. Stanno uscendo i veri valori del campionato, contro alcune devi fare la partitissima per uscirne ma altre sono alla tua portata e con quelle devi fare molto di più, portando a casa risultato e prestazione. Il campionato si fa in questo modo, se fai bene lì poi magari vai a vincere a Novara per merito tuo e bravura degli altri. Mi prendo tutte le responsabilità del caso, i ragazzi hanno speso ciò che potevano spendere: dobbiamo lavorare su questi errori e ritrovare la nostra compattezza, le partite non finiscono al primo gol che prendi. Dobbiamo crescere e maturare tanto: con l’Albinoleffe ci siamo illusi dopo aver rimontato, oggi presi i primi due gol ci siamo sciolti come neve al sole. Questo non lo accetto assolutamente».
Pordenone 5-0 Lecco, l’intervista di mister Domenico Di Carlo
Mister, una prova maiuscola a 360°:
«Per la seconda partita di fila riusciamo a esprimerci al meglio. Contro il Lecco siamo stati aiutati anche da due tiri bellissimi che hanno sbloccato la partita, abbiamo visto che loro possono metterti in difficoltà se gli lasci del campo. Il Pordenone ha giocato, lavorato bene sulle fasce e fatto tutto quello che doveva fare. Avevamo voglia di tornare a vincere in casa e questa è una cosa che fa piacere a tutti».
L’avevi immaginata così?
«L’avevamo studiata un po’, non così precisi chiaramente… La squadra ha mostrato personalità e voglia di vincere. I ragazzi stanno prendo consapevolezza dei loro mezzi, l’importante è non sottovalutare nessuno e lavorare con energia, che il Pordenone ha in quantità».
Cos’è scattato?
«Ci voleva del tempo per conoscersi, ma è una squadra che quando accelera cambia la partita. Dubickas e cannellone si conoscono di più e si cercano di più. La squadra gioca ed è concentrata, poi si difende con il coltello tra i denti. Oggi abbiamo energia, entusiasmo e fiducia, dobbiamo mantenere questo spirito. Miglior difesa e miglior attacco? Contano i tre punti e la prestazione di squadra, il focus era quello di creare entusiasmo e ora questo va alimentato. Questo campionato è difficilissimo e non bisogna sottovalutare nessuno: guardiamo a noi stessi e al nostro gioco. Guardiamo al Piacenza, che nell’ultimo periodo sta facendo molto bene».
