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Cardinio, alla Polisportiva Valmadrera una nuova vita nel calcio: «Abbiamo tutto per lavorare bene. Lecco? Mi è rimasto dentro»

L’ex attaccante della Calcio Lecco 1912, 48 gol e tanti assist in 109 presenze, è stato allenatore e dall’estate del 2022 è il responsabile della scuola calcio della Polisportiva Valmadrera 1974

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Tempo di lettura 4 minuti

Amato dalla sua gente, capitano per poche partite prima dell’ultimo fallimento. Fabio Cardinio e Lecco hanno una relazione fatta di 109 partite e 48 gol: tanta, tantissima roba per un esterno offensivo, seconda punta che servito anche assist a raffica per i compagni di squadra tra il 2013 e il dicembre del 2016, quando tutta la squadra venne svincolata d’ufficio e lui si recò al Seregno di Di Nunno. Da lì al NibionnOggiono in Eccellenza, poi la scelta di appendere gli scarpini al chiodo lontano da riflettori, taccuini e telecamere. Richiamo grande, quello del calcio, soprattutto dopo il periodo più difficile della pandemia: la chiamata giusta è arrivata dalla sua Valmadrera, lì dove dal 1974 opera la Polisportiva. Fresco di patentino Uefa B, Cardinio nel 2018 messo alla guida dei più piccoli, mentre nell’ultima estate è stato nominato nuovo responsabile della scuola calcio, alla 31esima edizione e dedicata alla memoria di Alessandro “Sam” Sampietro, giocatore e allenatore della Polisportiva scomparso nel 2009. A lui il compito di coordinare e guidare i collaboratori dei tre gruppi degli anni 2015, 2016 e 2017 e di organizzare amichevoli con altre società. L’abbiamo incontrato in uno dei tanti sabati mattina passati sul campo in erba sintetica dell’oratorio di via Bovara, 11, lì dove pochi anni fa è stato installato il nuovo e atteso fondo.

Fabio Cardinio con il Valmadrera POLISPORTIVA VALMADRERA 1974

Cardinio, nuova vita calcistica a Valmadrera: «Il Lecco mi è rimasto dentro»

Fabio, una nuova veste per te:
«La società si conosce. Nel territorio è una delle migliori, vanta più di 400 iscritti. La scuola calcio “Sam” prosegue con il supporto del main sponsor Centro Di Revisione Le Grigne di Civate e tutti gli altri che danno piccoli e grossi contributi: ci danno una mano a fare stagioni molto importanti, tra campo e attrezzatura messa a disposizione. Sono soddisfatto di questa veste, la proposta è arrivata a giugno e ho accettato subito. È una cosa nuova, ma sono contento di quanto abbiamo fatto in questi due mesi: abbiamo 45 bambini guidati da 7 allenatori. Sul lato iscrizioni sono aiutato da due persone che ringrazio tantissimo, vista la presenza ogni sabato mattina: ci aiutiamo tutti».

Dopo l’esperienza di Nibionno sei letteralmente sparito, per scelta:
«Mi dispiace aver lasciato il calcio giocato, mi sono veramente divertito. Io sono nato con lo sport, dopo l’arrivo del Covid ho sentito la mancanza: mi sono sempre tenuto in forma, è una cosa che mi piace e ho sempre praticato dello sport, al di là della singola disciplina».

Qui il progetto funziona. Ti ci vedevi?
«All’inizio no, dopo aver fatto il corso e aver conseguito il patentino Uefa B ho iniziato ad allenare, ma non è sempre semplice per via di alcune dinamiche. Non è una cosa che escludo, mi piacerebbe farlo di nuovo: ora ho una responsabilità che mi piace, mi dà tanto. All’inizio ero un po’ così, ma mi trovo bene e sono contento di tutti. I bambini sono tanti, la Polisportiva aspetta tutti: la maggior parte dei ragazzi è della città, ma qualcuno arriva da fuori e siamo aperti anche su questo fronte, di problemi non ce ne sono perchè la porta è aperta a tutti».

Lecco ti ha amato e ti ama ancora. L’hai seguito?
«Lo continuo a seguire, è una cosa che ti rimane dentro. Per me aver giocato lì è stata una soddisfazione che mi porterò dentro per tutta la vita. Aver fatto il capitano e aver rappresentato la mia città è una grande emozione, vorrei che ogni ragazzino si mettesse in testa di avere questa possibilità. La squadra la seguo, che è vicina alla prima nonostante la presenza di altre molto attrezzate. Essere in Lega Pro è una buona cosa, mi piacerebbe venire allo stadio ma lo farò. Capogna? Con Ricky ci sentiamo ogni tanto, è un amico molto stretto e, quando parliamo, ricadiamo sempre nei discorsi sugli anni passati insieme. Non lo conoscevo prima di allora, ma è un ragazzo d’oro che per i compagni fa di tutto, una persona favolosa alla quale auguro il meglio dalla vita».

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