Ancora Pro Patria-Lecco. Ennesimo capitolo di una sfida infinita che non vede una vittoria bluceleste dal lontano 2009, poi solo un punto lontano dal “Rigamonti-Ceppi” collezionato pochi mesi fa (1-1, Ganz e Ferri). Dire che allo “Speroni” butti male, storicamente parlando, è poco. Le due squadre stanno vivendo buoni momenti dal punto di vista dei risultati: straordinario per quanto riguarda le Aquile, reduci dalla doppietta con Triestina e Renate, ma positivo anche per i Trigrotti che hanno appena rimontano il Pordenone in campo avverso nonostante un alto numero di assenze. Mister Foschi e il collega Vargas hanno tutto meno che la voglia di scendere dalla cresta dell’onda, insomma, nonostante la stanchezza che inevitabilmente sta facendosi sentire, come testimoniato dalla febbriciattola che ha toccato alcuni elementi dei blucelesti e dall’elevato numero di assenti sul fronte dei biancoblù.
Verso Pro Patria-Lecco: l’intervista alla vigilia di mister Luciano Foschi
Mister, speriamo sia sempre lo stesso Lecco:
«Dobbiamo lavorare sulle nostre qualità, continuando a fare quello che stiamo facendo. Nello spogliatoio c’è armonia, l’ho vissuta nelle stagioni in cui mi è capitato di vincere i campionati: stanno bene insieme e continuano a testimoniarlo attraverso sfaccettature di proposte di lavoro. Faccio fatica a mandarli via dal campo, lo spirito dev’essere questo».
Busto è uno spauracchio:
«La Pro Patria è una squadra tosta, aspettiamoci una partita agonisticamente molto dura. Sono ben allenati e determinati, concedono poco e non hanno timori reverenziali. Con il Pordenone hanno pareggiato una partita che avrebbero pure potuto vincere, pur con tante assenze: hanno anche alternative valide, quindi. Ci aspetta una partita complicata, come tutte, e dipenderà da noi rendergli la vita difficile».
La stanchezza si sente?
«È raddoppiata, le energie spese sono tante. Giovedì abbiamo avuto diversi giocatori febbricitanti, diversi sono rimasti a letto con la febbre e li abbiamo recuperati stamattina. Sappiamo come siamo mesi, anche loro hanno dovuto affrontare un viaggio duro. Le incognite della terza partita le abbiamo tutti, la speranza è quella di poter dare un contributo fisico importante: dovremo fare cambi obbligati e/o per scelta. Ci serve gente che possa dare linfa».
Mangni per Buso?
«Ho in mente altre soluzioni».
Sui cambi obbligati:
«Non ne ho, devo fare delle scelte. Sono tutti convocati, comunque».
Ancora sulla Pro Patria:
«Meritano rispetto per tante cose. So che c’è una rivalità importante tra le due tifoserie, ci sono tutti gli elementi per una partita difficile e noi dobbiamo farlo con loro. Non sono molto legato ai tabù, sono fatti per essere sfatati: dobbiamo pensare a come metterli in difficoltà, è quello sui puntiamo durante gli allenamenti».
Hanno una situazione deficitaria sul fronte infortuni:
«Fare 2-2 a Pordenone con così tante assenze vuol dire fare un’impresa. Ho visto diverse partite in questi giorni, la squadra è tosta e ben messa in campo, hanno un allenatore preparato che prepara anche bene le partite. I valori in campo sono più o meno sempre gli stessi per una determinata fascia di squadre, ma anche le più forti perdono dei punti».
Sulla difesa:
«Ogni squadra ha dei punti cardine che difficilmente vengono spostati per tempi di gioco, equilibri e conoscenza. Soprattutto in difesa tutte le squadre tengono spesso gli stessi, solo in alcuni casi alterni. Le squadre migliori vanno alla ricerca continua della soluzione migliore, ben sapendo quali sono i punti di forza. Questo senza nulla togliere a chi sta dietro, ma la continuità in quel reparto è importante».
Sui 26 punti fatti in 12 partite:
«Penso partita per partita, indubbiamente sono contento e non pensavo che ci saremmo riusciti. L’ho sempre detto: ogni calciatore deve pensare di poter andare a fare e vincere il Mondiale, il massimo obiettivo. Vale anche per gli allenatori, che devono puntare a diventare i migliori del mondo. Per carità, non succederà mai, ma finché avrò questa voglia avrò la possibilità di trasmettere qualcosa ai miei ragazzi. L’aver fatto 26 punti mi porta a dire che magari ne ho persi 10».
