
La nuova vita tennistica di Lorenzo Frigerio è accanto a Francesca Schiavone. Il campione lecchese, che da qualche anno si dedica soltanto all’insegnamento in qualità di maestro di tennis, dallo scorso settembre è infatti membro dello Schiavone Team Lab, progetto tecnico creato dalla vincitrice del Roland Garros 2010. Non solo. È stata proprio la ex numero 4 del ranking Wta a chiedere a Frigerio di far parte della sua squadra in questa nuova ambiziosa avventura.
«Attualmente vivo a Milano e sono sempre lì – racconta Frigerio a LCN Sport – Abbiamo iniziato a settembre, siamo partiti con un po’ di atleti presso le strutture dell’Harbour Club. Sono molto contento, con Francesca è un’esperienza speciale. Lei è uno stimolo sia per i giovani sia per noi, permette di crescere anche a noi maestri. Abbiamo uno scambio di informazioni e pensieri di alto livello. Stiamo svolgendo un bel lavoro, mettendo attenzione e intensità con i ragazzi».
Fanno parte dello Schiavone Team Lab, oltre a Francesca e Lorenzo, anche Fabio Cibien e il preparatore atletico Sergio Burgada. Collabora inoltre Piercarlo Guglielmi, senza lavorare sul campo.

«Persona alla mano e disponibile con tutti»
In tanti, da quando Frigerio ha annunciato la collaborazione, gli chiedono di descrivere la campionessa Slam al di là delle qualità da giocatrice, che tutti abbiamo apprezzato. «Schiavone è una persona alla mano, nonostante i risultati che ha ottenuto e il livello raggiunto è un’atleta che si mette a disposizione di tutti ed è pronta a confrontarsi, disponibile ad ascoltare anche gli altri – spiega l’ex n° 375 Atp – Ogni giorno mi fa piacere conoscere una parte di lei e mi rende felice di avere intrapreso questa nuova avventura».
Come sono nate la collaborazione e l’amicizia? «Ci siamo conosciuti al centro sportivo Mta. Per qualche mese ha seguito la tennista croata Petra Martic (attuale n° 38 Wta) e mi aveva chiesto di seguirla a Wimbledon 2021 perché lei non poteva. Così ero andato io, una bellissima esperienza. Da allora abbiamo iniziato a conoscerci meglio e a stimarci. Francesca voleva rientrare appieno nel mondo del tennis con un progetto tutto suo, così mi ha domandato se volevo farne parte e non ho dovuto nemmeno pensarci. Siamo all’inizio e ci vorrà del tempo, ma gli stimoli che hai ogni giorno ti spingono avanti. È una crescita che voglio affrontare. Se vogliamo si tratta di un percorso simile a quello da giocatore, sei costretto ad affrontare difficoltà come in campo».
I giocatori seguiti, al momento, sono pochi (ma, come si suole dire, buoni). «Ne abbiamo otto di cui sei full time, da 13 ai 24 anni; non abbiamo voluto caricarci per poter seguire tutti nel migliore dei modi – prosegue Lorenzo – Francesca teneva a creare un determinato progetto di qualità. Gli obiettivi variano a seconda dell’età. Stiamo ancora cercando un atleta di punta e sono convinto che arriverà presto: è una macchina che si sta oliando sempre di più».
«Mi manca il campo da giocatore»
Impossibile, sentendo Frigerio parlare di tennis, ignorare la passione che ancora gronda dalle sue parole, e non chiedere di conseguenza quanto gli manchi l’agonismo. «Mi manca il campo come giocatore. Chiaramente gli impegni sono tanti e ormai mi alleno di rado. Quando provo, mi accorgo della fatica che faccio e il pensiero passa subito, ma sì, mi manca moltissimo».
Uno sguardo al circuito internazionale. Come vede il 2023 dei giocatori di punta italiani? «Musetti ha chiuso l’anno con ottimi risultati ed è lanciato per entrare fra i top, primi 20 sicuri e magari nei primi 10. Berrettini è tra i migliori e bisognerà capire solo se regge a livello fisico. Sinner, in silenzio, è sempre lì al numero 15 del mondo nonostante abbia giocato poco e male nel 2022. Averne come lui! Nel femminile abbiamo molte giocatrici di buon livello, penso a Trevisan e Giorgi, ma mancano le top: sono sicuro che sia soltanto questione di tempo».
