Il Lecco si prepara al terzo fine settimana di fila d’impegni lontani dal “Rigamonti-Ceppi”. La compagine guidata da mister Luciano Foschi sfiderà il Sangiuliano guidato da Carmine Gautieri, arrivato sulla panchina dei milanesi da poche giornate e appena passato dalla solida vittoria di Piacenza. I neopromossi non hanno lesinato risorse economiche né in estate né durante l’ultima sessione di mercato, assicurandosi degli elementi dal notevole spessore tecnico: mancherà, però, Roberto Floriano, ovvero la punta di diamante di un reparto offensivo valido. Sarà la volta, magari, di rivedere Tommaso Morosini, ex bluceleste assente all’andata a causa di un infortunio al ginocchio che l’ha tenuto fuori dal campo per la seconda metà del girone d’andata: il talento del centrocampista si è visto poco all’ombra del Resegone, ma quando si accende possono essere grandi dolori. Il Lecco, invece, può rompere il digiuno da vittorie esterne che va avanti da novembre e portarsi ancora più in su in classifica: i tifosi hanno inneggiato chiaramente alla Serie B dopo la vittoria di mercoledì con l’Albinoleffe e nascondersi diventa sempre più complesso. Recuperato Giorgio Galli, che sarà regolarmente a disposizione.
Verso Sangiuliano-Lecco, l’intervista di mister Luciano Foschi
Mister, con il Sangiuliano non si sa cosa si trova:
«Sono una squadra di tutto rispetto e a gennaio hanno fatto nuovamente un gran mercato. La loro classifica non rispecchia il valore della rosa: certo, se sei lì dei problemi lì hai e se sei davanti dei pregi li hai. Ai ragazzi ho chiesto di non star lì ad aspettare che succeda qualcosa: dobbiamo diventare forti mentalmente, lo spirito agonistico che abbiamo in caso dobbiamo averlo anche fuori; se siamo a tre punti dalla prima in classifica, dobbiamo pensare di poter rimanere in alto fino all’ultima partita. Dobbiamo pensare a noi stessi e avere una mentalità forte per cambiare il rendimento in trasferta; se questo accadesse, conti alla mano, metteremmo in piedi una quantità di punti importante: tutti gli aggettivi che possiamo buttare lì danno comunque un senso di appartenenza importante. Noi non abbiamo niente da perdere a questo punto: vincessimo 4 partite di fila, potremmo fare paura a tutte le altre. Non dico che siamo una squadra da primato, ma se siamo lì…».
Trovate anche un campo brutto:
«Ci sta, ma la differenza di rendimento si spiega sotto tanti aspetti. Chi va in trasferta trova delle difficoltà perché trova cose che non conosce: detto questo, in campo dopo 5′ si trovano le misure e si capisce cosa serve fare. Il campo non determina, ma dice che tipo di partita devi fare e noi dobbiamo essere bravi a capirlo in fretta».
Chi toglieresti al Sangiuliano?
«Sono giocatori bravi e sono in tanti, dietro hanno una buona fisicità e gli esterni spingono: penso che la società avesse delle aspettative migliori, altrimenti non avrebbe cambiato allenatore prendendone uno importante come Gautieri. Vogliono fare i risultati e dare continuità alla vittoria di Piacenza: dobbiamo aspettarci una squadra consapevole».
Sugli indisponibili:
«Galli ha recuperato, Ardizzone ne avrà dalle 3 settimane in su secondo la diagnosi. Maldini è stato a letto con la febbre tutta la settimana e forse non ci sarà, si è allenato solo oggi ma era fiacco (il giocatore è stato convocato, ndr); Martorelli ha un leggero problema muscolare e Celjak è squalificato. Bianconi? Magari Lepore in quel ruolo o Cusumano, abbiamo diverse soluzioni».
Sul rendimento della squadra:
«Bisogna crederci ed è giusto crederci: ai ragazzi ho detto chiaramente che non so quante volte gli capiterà di avere l’opportunità per lottare per la Serie B. Loro sono stati bravi a crearsela e adesso devono essere bravi a portarla fino alla fine: facendo 25 punti da qui alla fine saremmo lì vicini vista l’andatura delle altre; se il Pordenone facesse 4 vittorie di fila, staccherebbe le altre. Vale anche la Pro Sesto, la sorpresa del campionato insieme a noi».
I primi 5′ indirizzano spesso la partita fuori casa:
«Nel riscaldamento la partita è già cominciata, glielo ripetiamo spesso. Io mi arrabbio su certi particolari, ma è un fatto generazionale: andare in campo prima di cambiarsi è diventata una moda, ma tempi addietro s’infilava la chiave nel terreno per scegliere il tacchetto giusto. Questa generazione aspetta la partita con il telefonino in mano: all’una la partita è già cominciata, non so in quanti lo facciano ma questo vuol dire essere professionisti. Succede in tutte le squadre, anche se la mia ha un’educazione al lavoro che non è facile da trovare: quei particolari sono molto personali, un allenatore non deve dire se usare sei o tredici tacchetti; certo, se il giocatore scivola allora io m’arrabbia».
Domani il Lecco gioca in casa?
«Si, i nostri tifosi ci fanno sempre sentire a casa pochi o tanti che siano. Li ho ringraziati personalmente, a Mantova ci hanno incitato con forza anche sul 2-0: ci hanno sempre incitato, ai ragazzi ho detto che un risultato importante domani ci regalerebbe un Lecco-Novara divertente».
Verso Sangiuliano-Lecco, i convocati di mister Luciano Foschi

