
Leggenda tra le leggende. Visibilmente emozionato, il dottor Piero Volpi venerdì sera ha ricevuto una copia del nostro libro Per sempre Blucelesti: a consegnarla nelle mani del grande ex giocatore del Lecco altre due glorie come Fabio Cardinio (a sua volta presente tra i 50 profili contenuti nel volume) e Fabio Corti (l’attaccante, già compagno di squadra di Volpi, è nella “rosa” dei papabili per la seconda edizione).
L’occasione è giunta durante la serata di premiazione con dirigenti, sponsor e allenatori organizzata dalla Polisportiva Valmadrera (con cui sia Cardinio sia Corti collaborano) e coordinata dal sindaco Antonio Rusconi (che ringraziamo per la disponibilità e l’opportunità di premiare Volpi con una copia del libro). Volpi ha ricevuto anche una tuta della Polisportiva come ringraziamento per i tanti ragazzi della prima squadra che segue da un punto di vista medico.
Libero e rigorista
Volpi (ascolta il podcast), classe 1952, ha vissuto in bluceleste il periodo fra il 1974 e il ’77, collezionando 140 presenze e 12 reti. Proprio su questo ha voluto ironizzare: «Ho segnato più di Pasinato, diteglielo», ha detto, trovando la pronta risposta di Rusconi: «Ma battevi i rigori». Immediata, tra le risate, la controreplica: «Bisogna saperli battere».
L’allora pupillo del presidentissimo Mario Ceppi, che spesso lo prendeva a braccetto per parlare di quel Lecco, è ancora molto legato alla città: «Qui sono diventato giocatore e mi emoziono sempre a leggere la storia della squadra bluceleste. Voglio dire ai giovani calciatori che, come in ogni professione, la fatica paga ancora. Nessuno regala niente».
Una filosofia di vita che Volpi osserva anche oggi da prestigioso medico ortopedico: è infatti responsabile della Traumatologia dello sport all’Istituto Clinico Humanitas e presidente degli Ortopedici, si dedica 12 ore al giorno alla sua professione e da sempre opera campioni: solo per restare all’Inter (della quale a lungo è stato medico sociale) trent’anni fa Nicola Berti, in epoca più recente Barella e Bastoni.
