
Sapete da quanto tempo manca la Serie B a Lecco? A giugno saranno cinquant’anni tondi tondi. Un’eternità, sportivamente parlando. Due anni dopo, le Aquile hanno nuovamente in mano la possibilità di provarci: allora, dopo quel Lecco-Renate sbrogliato da Cauz e Iocolano all’interno di un finale rocambolesco, i blucelesti si ritrovarono a quota 50 punti, cinque lunghezze sotto i cugini lariani che riuscirono a spuntarla sul fil di lana con l’Alessandria. Ma il trend era in tutto e per tutto favorevole alla squadra di D’Agostino, che però quella sera inaugurò anche due mesi di agonia. E la struttura della rosa permetteva eccome di fare sogni di gloria, motivo per cui a una fetta della tifoseria non è ancora andata giù quell’occasione che non si provò fino in fondo a sfruttare. Oggi la situazione è addirittura più favorevole: siamo avanti di una giornata su quella tabella di marcia (29^ contro 28^) e nessuno è ancora stato in grado di dare lo strappo decisivo verso i sogni di gloria. Lunedì sera abbiamo seguito insieme a voi FeralpiSalò-Pordenone, due squadre ancora in cerca d’autore dopo mesi che hanno messo in scena un incontro scialbo dal punto di vista tecnico. E se qua si gioca sul filo dell’agonismo, il Lecco non può e non deve considerarsi secondo a nessuno.
Trento fuori, Pordenone e FeralpiSalò in casa: nei prossimi 270′ i blucelesti si giocheranno molte delle loro prospettive in questa fase finale della stagione. Di big match in casa non ne sono stati sbagliati e il “Rigamonti-Ceppi” è realmente l’arma in più della compagine guidata da mister Luciano Foschi, anche quando le presenze ballano sul filo delle sole mille unità come contro l’Arzignano. Non si dimenticano tutti i “se” e i “ma” disseminati su queste colonne e in altri lidi durante la stagione – anche perché per la gran parte dei casi sono ancora presenti – ma a nove giornate dal termine il punto focale della questione ci sembra abbastanza evidente: se non adesso, quando? Magari si rimarrà con un pugno di mosche in mano, ma il peccato capitale sarebbe quello di non provarci nemmeno. Un passo per volta, così com’è stato fino a oggi, senza farsi trascinare in inutili calcoli e tabelle: vivere alla giornata è stata la forza di questo gruppo, anche quando ha dovuto incassare delle rumbe notevoli.
