Il Lecco fa l’impresa a Fontanafredda e batte il Pordenone al termine di una partita folle. Quattro gol, uno per i neroverdi e tre per i blucelesti, due nel finale: sponda di Ardizzone per Bunino, colpo di testa di Ardizzone all’incrocio dei pali al ridosso del novantesimo. Giubilo e goduria per i circa duecento blucelesti arrivati al “Tognon” anche dopo la rottura di un pullman durante il viaggio: mille ostacoli sono stati messi sulla strada di Lecco, che in Friuli si è costruito una serata magica e ampiamente meritata dopo quattro giorni d’incazzatura vera alle pendici del Resegone. L’autogol di Dubickas al primo minuto aveva fatto capire che poteva essere la serata giusta per scrivere un vero e proprio pezzo di storia, una sensazione non cancellata dal pareggio di Pinato su un tiro deviato dalla sinistra. Nella ripresa le Aquile sono state arrembanti, hanno aspettato la svolta arrivata sull’espulsione di Bruscagin e poi hanno dato tutto: ci aspetta Cesena.
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Pordenone 1-3 Lecco, le parole di mister Luciano Foschi
Mister, sulla partita:
«Oggi siamo stati belli da vedere, questi ragazzi ci stanno regalando delle pagine di sport veramente belle. Ho grande rispetto del Pordenone perchè è più forte di noi, ma corsa, determinazione e voglia di volerne uscire hanno fatto la differenza. Questa prestazione nasce da tre giorni d’incazzatura, perchè la squadra si sentiva defraudata di qualcosa: si sono allenati e preparati per venire qua a ribaltare la partita; l’hanno fatto giocando bene e i cambi più che mai hanno fatto la differenza. Abbiamo poco tempo per godere di questa vittoria, ma siamo in semifinale».
Sul 3-4-3:
«Abbiamo avuto 20’ in cui abbiamo perso le distanze, è un modulo che abbiamo fatto poche volte. A parte quello, dove comunque abbiamo avuto l’occasione per fare lo 0-2, penso che nel secondo tempo il Pordenone non sia mai esistito perchè abbiamo giocato solo noi. La vittoria è stata meritata, in campo c’erano 25-28 ragazzi che volevano a tutti i costi passare il turno».
Oggi dopo giorni alla gogna:
«Queste partite si risolvono come episodi e vado a difesa dell’arbitro: se non era convinto, è giusto che non abbia deciso lui. Abbiamo vinto con personalità, senza Battistini, Ilari e con Enrici così così; malgrado le assenze, hanno dimostrato di essere tutti utili e nessuno indispensabile. Con tanto rispetto con il Pordenone, oggi il Lecco ha fatto una grande partita».
È la rivincita del mercato di gennaio?
«Ardizzone ha avuto un problema fisico a Mantova, ma non sono sorpreso. Quando si sta fuori ci si può lasciar andare, ma questi ragazzi hanno dimostrato di essere degli uomini veri e questa roba è importante perché altrimenti non entri in questa partita così. Ardizzone aveva già fatto bene, oggi è stato penalizzato dal fatto di aver giocato con le tre punte».
Hai pensato di non portarla a casa?
«Mai, ho sempre creduto fortemente in questa impresa. Oggi abbiamo fatto tre gol su calcio piazzato, ma quando ci si allena poi si viene premiati».
C’è il Cesena:
«Bello, ma prima giochiamo in casa. Magari il presidente deve spendere i soldi per mettere il Var, questo è il problema (ride, ndr). Domenica, più che mai, voglio vedere uno stadio pienissimo. Tutti i tifosi ci hanno raggiunto nonostante un problema all’autobus, quando sono entrati ci hanno spinto con il loro calore. Sono felice, molto felice: qua volevo regalare qualcosa di sensazionale a una squadra che ho nel cuore dal 1994; fino a questo punto sono in ballo».
Cos’è successo al Pordenone?
«Ha trovato una squadra che correva più forte e aveva più fame. Forse siamo stati sbarazzini, i ragazzi sono andati dentro e se la sono giocata: Zuccon è un 2003 così, nessuno ne parla ma in Serie A si dovrebbero svegliare perchè in Serie C ci sono veramente dei giovani forti».
Pordenone 1-3 Lecco, le parole di Francesco Ardizzone
Francesco, entri e giochi una grande partita:
«Ci pensavo? No, ma ci speravo tanto in questa opportunità. Ho rischiato un po’ con l’arbitro, ma è stata una partita straordinaria da parte di tutti, anche da parte di Scapuzzi che non ha praticamente mai giocato. Il mister ha detto che questa squadra si allena sempre bene e non è una cosa di poco conto: così si fanno delle imprese straordinarie. Sono contento del gol e della prestazione di un gruppo straordinario».
Questo è Ardizzone:
«Quando sono arrivato stavo bene, poi ho avuto un infortunio che mi ha tenuto fuori un mese e forse ho fatto fatica a rientrare. Il mister giustamente ha fatto altre scelte che sono condivisibili, in quei casi bisogna stare zitti e aspettare l’opportunità».
Era qualcosa di studiato?
«Ci diamo delle posizioni da attaccare, tra l’altro una gran palla messa da Luca che ci ha dato modo di prendere tempo sull’avversario. Nelle mie corde c’è il gol di testa, ma stasera sono andato su veramente tanto».
La dedica:
«Alla mia fidanzata Giulia, che sposerò il 16 giugno. Ma anche un po’ a me stesso, sinceramente sono sempre stato lì e penso di essermelo meritato».
Pordenone 1-3 Lecco, le parole di mister Domenico Di Carlo
Mister, quanta delusione?
«Tanta, per tutto l’ambiente. Eravamo in controllo totale e due-tre episodi sono andati tutti a favore del Lecco com’è capitato in altre occasioni. Usciamo in una maniera non meritata, tra andata e ritorno siamo la squadra che ha creato di più. Bisogna dare merito al Lecco che non ha mai mollato ed è stato chirurgico sulle palle inattive».
Ancora sulla partita:
«Dopo la partita si è arrabbiati e delusi, il Lecco ha segnato subito con un’autorete poi abbiamo avuto delle occasioni più importante rispetto alle loro. Stiamo parlando di dodici occasioni create tra andata e ritorno, ma di tre gol subite. Il Pordenone ha dato tutto, ma non è bastato perché bisogna stringersi quando serve dare qualcosa in più. Questo l’abbiamo pagato sulle palle inattive».
Hai visto il presidente?
«No, ma chiaramente sarà arrabbiato. Avevamo tutto per andare in semifinale e siamo rammaricati per non averlo fatto. Lo specchio dell’annata è questo: siamo calati abbiamo sempre pagato. Meritavamo di andare avanti noi, non il Lecco».
Quando la riflessione sul futuro?
«Difficile dirlo, ma questa partita ci deve dare un insegnamento per ripartire. Questa è la Serie C, le partite non sono mai finite anche se avevamo qualche giocatore in meno. Troppo poco per dire che si poteva far meglio, ma il Pordenone dovrà ripartire con la stessa convinzione che ci ha portato in semifinale».
Non vi siete sentiti troppo consapevoli?
«In quel momento stavamo solo aspettando la giocata per fare il secondo gol, le occasioni le abbiamo create ma quando non finalizzi… Non c’era nessun sentore verso l’1-2, dopo l’espulsione di Bruscagin la partita è cambiata e abbiamo pagato a caro prezzo i calci d’angolo. Nell’arco della partita ci sono le palle inattive, noi non siamo stati attenti e concentrati».
Foschi ti è ancora simpatico?
«Sempre, anche se le dichiarazioni sul rigore dell’andata sono state esagerate. Non è stata una cosa così scandalose, ci si è giocato un po’ troppo sopra. Il campo dice che Malgrati ha fatto nove parate e noi abbiamo preso tre gol: dare tutto non è bastato».
Pesata l’assenza di un difensore in panchina?
«Posso dir di si, Zammarini è andato a fare il terzino. Andava gestita meglio qualche palla sui cross, però sono particolari che vai a rivedere quando prendi gol. Bisogna essere più attenti sulle palle inattive».
C’era il rigore del Lecco?
«Non lo so, stasera è stata fatta una partita tra due squadre che volevano vincere e gli episodi hanno premiato il Lecco. L’espulsione ha premiato l’inerzia della partita, la differenza l’hanno fatta i due calci d’angolo».
