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Il Lecco a un passo dalla meta. Foschi: «Polemiche? Frega un c****. Serve una partita sopra le righe. Parlamento? Mi fa sorridere»

Dopo l’infinita onda polemica arrivata dalla Puglia, i blucelesti e i rossoneri sono alla vigilia di una partita che regalerà un pezzo di storia alla vincitrice. Si riparte dall’infuocato 1-2 della gara d’andata

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Tempo di lettura 5 minuti

Si riparte dall’1-2 dello “Zaccheria” e dai veleni che hanno legato la partita d’andata a quella di ritorno. I giorni dopo Foggia-Lecco sono stati intrisi di polemiche, esagerazioni e anche un po’ di follia, ma sul fronte bluceleste è stata tenuta la bocca fondamentalmente chiusa vista la situazione di leggerissimo vantaggio guadagnata in Puglia. Un modo per isolare la squadra dalle polemiche e preparare con la giusta tranquillità – per quanto possibile – una sfida che racchiude cinquant’anni di storia bluceleste nella stagione dei 110 anni dalla fondazione e del Centenario del “Rigamonti-Ceppi”. Lecco vuole la Serie B e l’ha dimostrato in ogni dove, ma un’occasione di questa portata potrebbe essere potenzialmente irripetibile. Intanto mister Luciano Foschi ha parlato con invidiabile serenità di fronte a telecamere e taccuini nel prepartita, non risparmiandosi una stoccata all’onorevole Giandonato La Salandra, che si è speso per portare avanti un’interrogazione parlamentare.

Articolo in aggiornamento.

Verso Foggia-Lecco, l’intervista prepartita di mister Luciano Foschi

Una comunicazione:
«Comunque vadano domani le cose non avranno tempo e modo di farlo. Mi sento di ringraziare lo staff per tutto quello che mi ha dato, tanto, così come medici, fisioterapisti, staff sanitario al completo perchè è stato fantastico soprattutto nell’ultimo mese. Ringrazio anche la segreteria che sta facendo i salti mortali e la società per la vicinanza. Mi hanno dato molto e spero di aver dato loro qualcosa. Sono ringraziamenti dovuti».

Mister, sei teso?
«Il giusto, ma lo ero più fino a stamattina perché la partita la vivo prima. Durante l’allenamento devo guardare per capire come dare una mano ai ragazzi, com’è giusto che sia».

Una settimana micidiale, mediaticamente parlando. C’è grande pressione: partite da 0-1, domani?
«Non me ne frega un cazzo. Posso dire che non me ne frega niente? Sono sincero, non ci posso fare niente. Sono uno che vive di sentimenti e che ha fiducia nella professionalità del prossimo: possiamo discutere sugli errori, ma l’arbitro di domani e quello di martedì sono dei professionisti; tra l’altro, video alla mano, non ha sbagliato nulla… La categoria arbitrale italiana è forte, brava e tra le migliori del mondo: parte dalla Serie C ed è gestita da persone che sanno fare il loro mestiere. Ognuno può pensare di vincere o voler vincere come meglio crede, domani ci sarà una finale e chi sarà più bravo la vincerà. Non mi sono minimamente preoccupato e non lo farò adesso, mi fa sorridere il vedere un senatore che si preoccupa di Foggia-Lecco con tutti i problemi che ci sono. Deve raccontare a 60 milioni d’italiani le sue priorità in merito a quello che vuole fare per migliorare il Paese. Martedì abbiamo giocato davanti a un pubblico meraviglioso e corretto, fare polemiche su cose che forse succederanno… Rimane una partita di calcio, importantissima ma comunque una pagina di sport: se facciamo le guerre per queste cose, poi è normale che ne scoppi una in Ucraina. Gli onorevoli possono fare i tifosi».

Come vi riassestate in campo?
«Ardizzone è stirato, domattina faremo un ulteriore test ma è difficilmente recuperabile come Ilari. Saranno in panchina, ma disponibili solo in casi estremi. Abbiamo diversi acciaccati, ma recuperiamo Giudici dalla squalifica e Battistini: siamo quelli che siamo, non dobbiamo pensare a quello che è successo all’andata. C’è una finale e ce la giochiamo in casa: non abbiamo nessun vantaggio, il Foggia è anche molto più forte e l’ha già dimostrato. Dobbiamo fare una prestazione sopra le righe, così com’è successo all’andata: come sempre, per fare un risultato importante dobbiamo passare dalla prestazione adeguandoci alle circostanze. Dobbiamo prendere un pezzettino di buono di quanto fatto da settembre a oggi e metterlo in campo: sarà l’ultimo incontro tra i professionisti e poi andremo in vacanza».

La vostra arma in più: le palle inattive.
«Abbiamo anche subito tanti gol, forse tutti, ma non vale soltanto per noi. Sono partite talmente equilibrate che può succedere di tutto: dobbiamo pensare ad avere grande determinazione e concretezza. La nostra filosofia, quella di sempre, deve restare questa qui. I dati dei calci piazzati valgono per tutti quelli che stanno facendo i play off: si arriva stanchi e logori a questi momenti, vale anche per la testa e i calci piazzati possono essere determinanti».

Quali sono le immagini che passano per la testa?
«Mi viene la pelle d’oca… Il mio arrivo qui è stato da libro cuore: la lettera di benvenuto scritta dalla Curva nel giornalino è stata la cosa che mi ha riempito di responsabilità nei confronti di questa gente. Ha fatto scattare qualcosa in me e mi ha fatto sentire in debito: non pensavo di poter regalare quello che stiamo regalando, riempiendo lo stadio più volte e vivendo più volte queste emozioni. Ho bello stampato nella mia testa quel momento, ma ci sono stati episodi e delle situazioni che mi hanno riempito insieme ai ragazzi e alla società. Anche le difficoltà ci hanno aiutato, ci sono troppe cose da elencare, però…».

Siete ancora sfavoriti:
«Siamo la vittima predestinata da quando sono arrivato e lo saremo anche domani. Vogliamo dimostrare di essere all’altezza, personalmente mi stimola perché non è facile farlo sempre andando contro chi parla: tutti parlano, purtroppo è più facile parlar male che bene ma di questo me ne frego altamente. La mia persona è sempre quella, tra vittorie e sconfitte, promozioni e retrocessioni: chi mi conosce può apprezzarmi, se ho tanti nemici ho anche tanto onor».

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