Visita istituzionale al Parc Hotel Billia, lussuosa sede del ritiro della Calcio Lecco 1912. Il patron Paolo Leonardo Di Nunno ha ricevuto il sindaco Mauro Gattinoni, gli assessori Emanuele Torri e Giovanni Cattaneo, giunti in Valle d’Aosta all’ora di pranzo e poi soffermatisi di fronte alle telecamere. In ballo ci sono i discorsi legati all’iscrizione al prossimo campionato di Serie B, questione stadio compresa: lunedì andrà in scena la chiusura di via Pascoli per permettere di andare a lavorare sulle torri faro del “Rigamonti-Ceppi”, segnale di come nell’ambiente bluceleste ci sia una certa fiducia in vista dei ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato per tutti i motivi elencati nel corso delle ultime ore. E dal patron Di Nunno arriva il clamoroso annuncio: in caldo c’è l’accordo con un socio americano, da far valere solo in caso di Serie B.
Di Nunno: «Ho un socio, ma aspetto la Serie B»
«Ringrazio tutti, compresa la città di Lecco per quanto ha fatto per me».
Cosa vi aspettate in questi giorni?
«Al Tar pensiamo di avere ragione, il Perugia sta dicendo solo bugie. Ho finito di giocare il 18 giugno, ho avuto il controllo della Commissione il giorno 20 e abbiamo consegnato tutto. Abbiamo consegnato il 23? La Prefettura può prendersi 6 mesi per valutare l’aspetto dell’ordine pubblico. Noi andiamo a fare questo scontro convintissimi che c’è stato qualche errore in questa causa. Ciò che è stato vinto sul campo non può essere tolto per far vendere il Perugia in Serie B: hanno i soldi, io sto cercando un socio e penso di averlo trovato. Lecchese? No, americano. Chi? Non tratto se non ho in mano il foglio con scritto Serie B, sono una persona seria diversamente da tanti pagliacci che ci sono in giro. I miei figli vogliono aiutarmi, la famiglia Di Nunno la Serie B la farà per un anno, poi vedremo».
Sull’avanzamento dei lavori:
«Le luci le stanno mettendo, gli alloggi per i tornelli sono stati già buttati. Per il 18 sarà pronto, così mi dicono: il Consiglio di Stato sarà a fine agosto, noi pensiamo di aver finito prima e di non andare neanche a Padova».
Direttore sportivo?
«No, almeno due figli su otto lavorano. Ora sono conosciuti da tutti, si sa che la famiglia Di Nunno è seria. Chi va via da noi, però, non gioca da nessun’altra parte. Il mister ha creato una famiglia unita e così si vince».
Gattinoni: «Siamo e saremo al fianco del Lecco»
«Grazie al presidente per l’invito che ha fatto al Comune, al mister e alla squadra che sta dando il meglio di sè. Voglio dire a tutti, imprenditori compresi, che il Lecco vince perchè vince un modello di sport. L’idea che stiamo portando avanti per far valere il merito sportivo è una battaglia di principio e in questo non possiamo tirarci indietro: la città non può essere privata di questo risultato. Abbiamo tenacia e determinazione nel difendere lo sport, lo faremo a tutti i livelli e in tutti i contesti in cui ci sarà concesso, creando le alleanze importante per poter vincere. Non esiste l’ipotesi di non poter essere in Serie B, ma esiste il perchè e il per chi: tifosi e società sportive meno blasonate che credono nei valori dello sport, che verrebbero traditi se vincessero le carte bollate».
Quali alleanze?
«Parliamo del filone amministrativo con i sindaci del territorio per la praticabilità delle gare. Parliamo anche di chi, istituzionalmente, parla di sport: il primo è il Coni. Marco Riva? Siamo costantemente in contatto con il tramite dell’assessore Torri. Ha posto la questione ai vertici del Coni, anche ieri sera ho avuto una conversazione schietta e trasparente con il ministro Andrea Abodi: abbiamo convenuto su un’analisi di significato profondo, i tribunali ci diranno qualcosa ma ci sono dei principi cui non si può venire meno per non diventare degli zimbelli. Le società devono essere affiancate a livello giuridico e valuteremo come città la presenza a fianco della Calcio Lecco».
In che modo?
«In tutte le sedi possibili. In città adegueremo gli spazi, ma nei termini del deposito del ricorso valutaremo l’affiancamento in quella sede».
Foschi: «Crediamo fermamente nella Serie B»
Sul lavoro in campo:
«Stare qui ci permette di lavorare bene e stare lontani dalle chiacchiere per preparaci al meglio al campionato che ci compete. Teniamo i ragazzi ancora concentrati su quello che stanno facendo. Fanno grande fatica e si preparano al meglio. Alcune squadre le troveremo in degli allenamenti congiunti fino a quando non ci verrà permesso altro. Poche società fanno ritiro in un posto così e i ragazzi stanno dimostrando la loro professionalità».
Bel segnale dall’Empoli:
«Un bel segnale. Una società importante di Serie A ci ha mandato due ragazzi importanti (Degli Innocenti e Donati, ndr) e stiamo cercando di far la stessa cosa con altri club. Capisco la titubanza, ma mal che vada torneranno a casa: non ci pensiamo minimamente, comunque, siamo fermamente convinti di fare la categoria conquistata sul campo».
Coppa Italia:
«Non dipende da noi».
Su Zuccon:
«Non ci siamo persi d’animo e siamo andati su Degli Innocenti. Federico ha scelto così e spero per lui che possa trovare lo stesso spazio: la riconoscenza nel calcio non c’è e va bene, non entro nel merito delle valutazioni fatto da un ragazzo che dev’essere consigliato a vent’anni. Magari ha fatto meglio, rispetto tutti. A Lecco non l’hanno presa bene? Quando sono arrivato era in lista d’uscita con Girelli, se sono diventati quello che sono un minimo di merito me lo prendo. Quando si parla di gruppo, se non lo siamo prima noi bisogna diventa difficile chiederlo agli altri. Noi abbiamo dimostrato all’Italia intera che si può vincere senza nomi e spendendo poco, credendo in un gruppo e nei valori dello sport: la gente deve iniziare a svegliarsi su questo. Abbiamo avuto uno spirito vincente e mi sembra ingiusto togliere merito a questi ragazzi».
