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Il Lecco pareggia con la Roma, Foschi: «Non siamo ancora una squadra. Sostegno? Fa piacere, ma abbiamo vinto»

Il tecnico bluceleste al termine dell’amichevole che ha chiuso il ritiro valdostano: «Porto a casa un bel gruppo, che sta crescendo. A me fa piacere il riconoscimento della gente»

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Tempo di lettura 4 minuti

Primo test di un certo peso per il secondo Lecco di mister Luciano Foschi. La squadra bluceleste ha pareggiato contro la Roma Primavera a Montjovet e il tecnico non ha risparmiato degli urlacci ai suoi giocatori, soprattutto nel corso del primo tempo. Alla fine le marcature di Falasca e Mangni hanno tenuto in equilibrio la situazione anche nel corso della ripresa, chiudendo così il lungo ritiro valdostano delle Aquile, che dopo i due giorni di riposo si ritroveranno al “Rigamonti-Ceppi” per una nuova settimana di lavoro che avrà nel 2 agosto un giorno clou: da una parte ci sarà l’amichevole con la Tritium, dall’altra il verdetto del Tar del Lazio che potrebbe sbloccare nuovamente un calciomercato finito inevitabilmente in pausa.

Lecco 1-1 Roma U19, Foschi: «Non siamo ancora una squadra»

Mister, è stato il primo vero test della stagione. E non sono mancati gli urli:
«No, come sempre. Perché comunque quello sul quale insisto io è sempre l’atteggiamento. Noi sappiamo che non possiamo mai giocare di qualità. Noi dobbiamo giocare di quantità e di determinazione, dobbiamo giocare da squadra, cosa che in questo momento non siamo ancora. Ma è chiaro, dopo 15 giorni era impensabile che lo fossimo quindi va bene così, comunque è stato un buon allenamento. Ci hanno messo in difficoltà, abbiamo cercato di fare le nostre cose, abbiamo messo minuti nelle gambe ed è stato l’elemento che cercavamo. Poi era l’ultimo giorno di ritiro, quindi magari i ragazzi sono stanchi, vogliono andare a casa perché poi da domani (oggi, ndr) ci saranno due giorni di riposo. Succede sempre che magari la testa può essere altrove. La situazione in questo momento magari non ci permette d’insistere su un certo tipo di atteggiamento, che è poi quello che ci ha permesso di vincere il campionato l’anno scorso. Sappiamo che noi non abbiamo vinto di qualità, abbiamo vinto di spirito, di gruppo, di idee, di voglia di ottenere certe cose. Però credo che appena la cosa si risolverà tutta la nostra dimensione la ritroveremo abbastanza in fretta».

Cosa vi portate dietro da questo ritiro?
«Porta a casa il bel gruppo che sta crescendo, che pian piano sta mettendo nelle gambe il lavoro importante, muscolare, aerobico e tutte le cose che servono in questo periodo. Quindi lo spirito di gruppo e i complimenti che riceviamo. Faccio l’esempio dell’albergo e dell’addetto al campo nei confronti di una squadra che lascia sempre in ordine: fa sempre un bell’effetto, perché tutti si rendono conto che è veramente un bel gruppo, che vuole fare qualcosa di importante e che ha voglia di dimostrare e questa è la cosa più importante, quella sulla quale abbiamo puntato fortemente l’anno scorso ed è quella sulla quale punteremo fortemente anche quest’anno. Quindi chi viene a giocare a Lecco deve sapere che qui ci sono pochi fronzoli e molta praticità, bisogna mangiare l’erba anche se è sintetica».

Ti aspetti qualcuno di nuovo lunedì?
«No, lunedì magari no, ma me ne aspetto diversi di giocatori nuovi perché comunque stiamo lavorando anche per questo. A livello di mercato sappiamo che noi dobbiamo prendere almeno sei, sette, otto giocatori. Dobbiamo prendere assolutamente perché vogliamo essere competitivi, ma sono anche molto sereno che a tempo debito la società farà i suoi investimenti sulla squadra. Come? Come bisogna fare, magari giovani ma giocatori pronti per la B».

Come hai preso il sostegno delle altre società?
«Con piacere. Ripeto, credo che il Lecco in questo momento stia rappresentando i valori dello sport, né più né meno. Poi le discussioni le lasciamo agli avvocati e ai tribunali. Sono piccole cose che non mi interessano. A me interessa sapere che la gente ci riconosce, che abbiamo dei valori importanti, che sono poi i valori dello sport, quello vero, quello che dice che sul campo c’è una squadra che vince e una squadra che perde. Ecco: se magari qualcuno avesse perso di vista, noi abbiamo vinto».

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