
I tempi dell’estate scanditi dai tribunali. Tutto possiamo dire, meno di esserci goduti serenamente questa ampia fetta della bella stagione. Nella serata di domenica 18 giugno Lecco salutava la prima promozione in Serie B da cinquant’anni a questa parte e la gran parte dell’Italia si complimentava con i blucelesti, ma poco più di 48 ore dopo è scoppiato il bubbone: “bucato” il termine perentorio per depositare la documentazione relativa alla parte infrastrutturale e tutto improvvisamente a rischio. Senza tornare su dettagli e cronologia, più e più volte elencati dalle parti interessate con le relative interpretazioni, siamo alla vigilia di un altro giorno del giudizio. Questo sarà particolarmente importante per due motivi: rappresenta il penultimo step prima del Consiglio di Stato, ma soprattutto è il primo passaggio all’interno di un mondo vasto come quello rappresentato dalla giustizia amministrativa. Gli schieramenti sono composti: il Lecco e la Figc da una parte, il Perugia dall’altra con in mano il ricorso accolto dal Collegio di Garanzia del Coni lo scorso 17 luglio. Ci sono anche tanti atti a supporto dell’una o dell’altra parte, tra quelli direttamente interessati – come i rispettivi Comuni e i club di Serie B – e pure i tifosi del Grifo: bisognerà valutarne l’ammissibilità di fronte al giudice prima di aprire l’udienza, che dovrebbe iniziare alle ore 15 di mercoledì. In gioco ci sono anche Brescia e Reggina, con i primi che sperano nella confermata estromissione dei secondi per rientrare in Serie B attraverso la riammissione. In serata è attesa l’attesa sentenza e c’è la sensazione che in ballo ci sia anche un bel po’ del peso che regola i rapporti tra Figc e Coni.
Lecco, quattro partite a guardare?
La Serie B, nel frattempo, ha optato per la partenza come da calendario: fine settimana del 19 agosto, con Bari-Palermo come prologo nella serata di venerdì. “X” al posto della Reggina e “Y” lì dov’era stato messo il Lecco, che avrebbe dovuto debuttare sul campo del Pisa. Salvo anticipo del Consiglio al 13 agosto, i blucelesti saranno obbligati ad attendere almeno tre giornate, ma potrebbero veder slittare pure la quarta (2 settembre, Lecco-Catanzaro) visti i tempi strettissimi: il seguente fine settimana (8-9 settembre) è prevista la prima pausa per gli impegni delle Nazionali, di conseguenza le Aquile rischiano di partire con un mese secco di ritardo rispetto alle altre. E no, sempre che si conquisti definitivamente l’ammissione alla prossima Serie B, l’«equa competizione» sarebbe tutto meno che garantita. La Lega Pro, al contrario, ha scelto di aspettare tutti i gradi di giudizio prima di iniziare con la stagione 2023/2024. Ci sarà, in ogni caso, da fare un obbligato passaggio dal Consiglio federale del 4 agosto – ore 11.30 – per capire se passerà la linea tracciata dai club cadetti: per quanto ci sia la volontà di difendere quello a 20 squadre, il cambio di format rimane una possibilità.
Intanto prosegue la querelle relativa al Perugia: come spiegato da La Gazzetta dello Sport, nonostante l’inammissibilità del ricorso presentato dalla Spal al Collegio di Garanzia la questione non è ancora del tutto chiusa. Gli umbri, in caso di riammissione, non avrebbero i requisiti per prendere eventualmente il posto del Lecco per ammissione stessa della Figc («Non può avere deroghe») e dell’avvocato Giancarlo Viglione – colui che ha difeso a spada tratta la posizione dei blucelesti -, mentre per Loredana Giani, legale del Grifo, questa sarebbe una «lettura strumentale» da parte della Federazione sulla questione del “Renato Curi”: impianto d’illuminazione e presenza in numero congruo di bagni allo stadio sarebbero i punti cardine della questione sui quali si fonda la battaglia – per ora nelle retrovie – della Spal. Oggi rimaniamo nel campo delle pure ipotesi: inutile dimenarsi più di tanto prima delle sentenze che arriveranno dalla giustizia amministrativa.
