La pesante sconfitta di Cosenza costa la panchina a mister Luciano Foschi e il posto al preparatore atletico Lietti. Un doppio ribaltone arrivato, di fatto, durante la conferenza stampa post partita dello stesso tecnico: lui nello stanzone del “Marulla”, sopra la dirigenza – ma non la proprietà rimasta a casa – riunita e al telefono con il patron Paolo Leonardo Di Nunno per operare la scelta radicale. Dopo il match il gruppo si è diretto a Lamezia Terme per il trasferimento verso casa: il tecnico è volato nella tarda serata verso Bologna, normale visto che la sua residente è Reggio Emilia. L’ha fatto in solitaria un anno abbondante dopo dal suo arrivo: un periodo contraddistinto da clamorosi alti e altrettanto clamorosi bassi, in campo come fuori.
Cosenza 3-0 Lecco, l’intervista di mister Luciano Foschi
Mister, in settimana ha caricato la squadra ma l’atteggiamento non si è visto: un gol preso dopo 4 minuti e nessuna reazione. Ha ancora in mano il gruppo o c’è qualcosa da rivedere?
«Prima del gol di Forte abbiamo avuto noi un’occasione clamorosa. La differenza con il Cosenza era enorme, sono stati nettamente superiori. Detto questo secondo me le dietrologie non hanno senso. La differenza è che noi abbiamo tirato sei volte in bocca al portiere, loro due volte all’incrocio dei pali, poi hanno fatto un gol in mezza rovesciata. Il Cosenza oggi ci è stato superiore, non era forse questa la partita dove potevamo pensare di girare il nostro campionato. Il Cosenza oggi è stato superiore a questo Lecco, però questo è un qualcosa che non esiste: il Cosenza ha stra meritato la vittoria, dire che la squadra non ha avuto una reazione e non ha fatto quello che doveva fare… Io credo che l’allenatore debba fare in settimana tutto quello che riesce a fare, poi alla domenica a volte la qualità degli avversari è superiore. Bisogna essere onesti e dirlo, senza andare a cercare altro».
Sappiamo le vicissitudini estive del Lecco, magari il Cosenza era davvero superiore. Il livello tecnico e tattico delle due squadre è sembrato differente.
«Ci abbiamo provato, a fare la nostra prestazione. Di sicuro possiamo fare molto meglio di questo, non siamo abituati a perdere 3-0, è la prima che perdiamo clamorosamente. Il Cosenza sta meglio di noi, magari fra tre mesi il Lecco potrà fare meglio. Chi può dirlo, in questo momento è evidente che il Cosenza è stato superiore».
Il problema è stato che è mancata la forza di reagire.
«Abbiamo messo anche una punta in più, ci siamo messi a quattro dietro, ho fatto i cambi per avere più freschezza… Le abbiamo provate tutte, i ragazzi hanno fatto quello che potevano. Il Catanzaro ci aveva concesso la possibilità, il Cosenza no. Oggi il Cosenza di errori ne ha commessi poco. Non ci sono scusanti, è stata una partita in cui c’è stata una squadra che ha meritato di vincere».
Hai avuto modo di parlare con la squadra e con la dirigenza?
«Con la squadra sì, ma ora le parole contano poco. Bisogna stare zitti, abbassare la testa e lavorare, per preparare al meglio la prossima partita. Dopo la sosta ci sarà un tour de force con i recuperi, dobbiamo pensare che le scusanti ora sono finite. Se vogliamo batterci alla pari in questa categoria non ci sono più attenuanti, anche l’essere partiti tardi non vale più. O pensiamo di iniziare un altro campionato per lottare per la salvezza o finisce qui. Con la dirigenza? Non spetta a me decidere, finchè vedo i ragazzi dispiaciuti per loro e per me, che cercano di dare l’anima in allenamento e di domenica, io non posso dire niente, poi ci sono gli avversari…».
Manca Zuccon?
«L’anno scorso Federico è stato la mia più grande vittoria. Siccome lui e Girelli non erano buoni per quella squadra lì… E il mio giornalista di Lecco lo sa, quando sono arrivato sembrava che non andavano bene, invece io li ho fatti giocare subito. Credo che Zuccon possa meritare spazi importanti anche in categorie superiori, ha tutta una vita davanti per diventare ancora più importante. Complimenti a chi l’ha preso».
Recriminazioni sul mercato?
«Come faccio a fare mercato se non gioco? Quando dite che siamo partiti tardi, la differenza lì non sta nella preparazione atletica. Tutte le squadre del campionato prima di noi hanno fatto due partite di Coppa Italia e tre di campionato, poi hanno avuto ancora tre giorni per intervenire sul mercato e riparare i danni o le mancanze. Noi questa cosa non l’abbiamo avuta, abbiamo iniziato a giocare quando il mercato era chiuso. Non è una scusante, è un dato di fatto. Io il 30 agosto non sapevo che squadra avevo, perchè non avevamo fatto nè partite ufficiali nè amichevoli. Io ho fatto due mesi di allenamenti senza giocare, come facevo a valutare se i miei giocatori erano all’altezza? Lo ribadisco, non è una scusante perché se abbiamo un punto in classifica abbiamo delle responsabilità e delle colpe. Però è un dato di fatto, se oggi avevo tre giorni di mercato probabilmente qualche giocatore in più l’avrei preso».
Come sta il patron?
«Male, infatti speravamo in una prestazione e in un risultato diverso per addolcirlo da questo punto di vista. Già con le sue difficoltà… Ora deve essere operato al braccio, ci dispiace molto e possiamo mandargli un augurio di pronta guarigione».
