
È uno dei grandi protagonisti della splendida stagione bluceleste, un riferimento in campo per i ragazzi nonostante sia ancora giovane, con un’esperienza ormai tale da renderlo un veterano. Davide Vacirca si gode, come i compagni, il momento straordinario del Rugby Lecco, conscio che il lavoro da fare è ancora grande e non ci si può mai sedere sugli allori. La vetta del campionato in Serie B è un premio all’abnegazione e al talento del quindici allenato da Sebastian Damiani, ma la strada è ancora lunghissima.
Davide, raccontaci le sensazioni che state vivendo nello spogliatoio per questo inizio di stagione contraddistinto da cinque vittorie consecutive.
«Siamo sempre molto superstiziosi, come tutti gli sportivi. Negli anni abbiamo visto che non possiamo darci obiettivi a lungo termine, per cui cerchiamo di porci traguardi partita dopo partita. Fino a oggi abbiamo fornito buone prestazioni; tolte le due neopromosse abbiamo vinto contro Capoterra e Bergamo che sono sempre compagini molto forti, abbiamo dimostrato che possiamo dire la nostra. In squadra ci sono ragazzi giovani e altri con più esperienza: la mia percezione è che non tutti abbiamo ancora lo stesso spirito, facciamo sacrifici e cerchiamo di dare il massimo».
Coach Damiani all’inizio dell’anno aveva parlato di asticella da alzare: è stata una delle micce in grado di accendere la stagione?
«Sicuramente Seba è l’uomo in più, il sedicesimo giocatore. Di solito succedono due cose: se l’allenatore è appena arrivato allora sei motivato perché devi dimostrare tutto; se è in panchina da tanto rischi invece che lo spogliatoio si sieda. Con Seba non succede, lui riesce sempre a stimolarti anche se è qui da dieci anni. Se non trovi da solo la motivazione, lo fai quasi per lui. Credo che l’asticella si possa alzare, a volte manca un particolare a farci concretizzare un gran campionato. A fine stagione di solito rimaniamo con la consapevolezza che avremmo potuto fare qualcosa di grande, ma è mancato qualcosa. Quest’anno è ancora lunga. Le squadre hanno uno stimolo in più a giocare contro di noi: sono sicuro che Rho, Cernusco e Varese faranno la partita della vita. Ma questo dev’e ‘essere uno stimolo anche per noi».
Qual è a tuo giudizio la qualità principale della squadra di quest’anno?
«Non avere una grande qualità a livello fisico e individuale, ma nell’insieme trovarci e riuscire a mettere in difficoltà chiunque. È un po’ ciò che accade a me: non mi sento mai inferiore a nessuno, è un limite e una forza allo stesso tempo. Non dobbiamo accontentarci, sono passate solo cinque partite».
Si prospetta un duello con Piacenza per il vertice?
«Sicuramente sarà una bella spina nel fianco per tutta la stagione. Sarà l’avversaria all’ultima giornata in calendario, per cui potremmo arrivarci a giocarci il campionato in casa loro. La Serie B è difficile perché c’è solo una promozione e ogni anno trovi una corazzata, è successo nel recente passato con Cus Milano e Monferrato. E trovi ad esempio formazioni retrocesse come Genova e Pro Recco che presto potrebbero tornare protagoniste».
Prossima vostra avversaria, domenica, sarà Cus Milano: che tipo di partita ti aspetti?
«Vantano anche una formazione di Serie A, quindi si allenano con giocatori più forti. Sono giovani ma hanno grande voglia di fare ed entusiasmo. Una partita da non sottovalutare».
