La richiesta della fidelity card per Sampdoria-Lecco ha generato un vero e proprio vespaio. Urge una precisazione: dalle parti di “Marassi”, per le partite dei blucerchiati, è una prassi applicata per tutte le tifoserie medio-grandi che arrivano da quelle parti. E c’è da credere che i blucelesti sarebbero stati in grado di portarsi dietro un migliaio di supporter, vista l’attesa percepita a queste latitudini. Ma da dove parte la protesta degli ultras blucelesti: non è tanto legata alla tessera in sè, quanto al noto articolo 9 che ne regola l’emissione da parte della società di via Don Pozzi. Si parla dell’articolo 9 della Legge n. 41 del 4 aprile 2007, meglio nota come “Decreto Amato”, varata nel giro di sei giorni dopo la morte dell’ispettore Filippo Raciti a Catania. L’articolo imponeva, in origine, una sorta di diffida a vita per i destinatari di Daspo o i condannati, anche in sentenza definitiva, per reati da stadio. L’evoluzione della normativa – e della relativa interpretazione – ha portato a un ammorbidimento delle misure restrittive.
Calcio Lecco: chi può fare la fidelity card
Regolamento alla mano, non è possibile sottoscrivere la Calcio Lecco 1912 Fidelity Card per coloro che negli ultimi 5 anni siano stati sottoposti a Daspo, abbiano avuto condanne anche di primo grado per reati “da stadio” o che siano stati sottoposti a misure di prevenzione (es. sorveglianza speciale) e abbiano violato o violeranno il regolamento d’uso dello stadio. Non è così dappertutto: a Como, per esempio, l’articolo 9 non è applicato dalla società, idem a La Spezia e Reggio Emilia. Ma non sono gli unici casi in cadetteria. Per il resto si fa i conti con un provvedimento che tocca i limiti dell’assurdo.
