
«Siamo tutti in discussione ed eventuali cambi spettano alla proprietà». La situazione a Lecco è degenerata rapidamente: dal folle secondo tempo con la Ternana qualcosa è si è palesemente rotto: già allora parlammo di un incombente mercato che stava già facendo sentire i propri effetti, ma la vergognosa debacle con la FeralpiSalò e le successive dichiarazioni del ds Domenico Fracchiolla non hanno fatto altro che confermare il tutto. Qualche grillo è saltato in testa ed evidentemente si è rotta l’armonia che ha permesso di fare un percorso incredibile tra la seconda metà di ottobre e novembre. Gli ultimi tre e pesanti risultati hanno messo il carico da novanta, mettendo in seria discussione l’attuale staff tecnico, il triumvirato composto da Bonazzoli, Malgrati e Nenciarini, con il secondo che a breve andrà a Coverciano per svolgere il corso di abilitazione a tecnico Uefa A come programmato da tempo. Il Lecco s’è perso, ha preso tredici gol in tre partite e l’agitato confronto tra Di Nunno, Fracchiolla e Malgrati andato in scena sul prato del “Garilli” la dice lunga sul clima che si respira. Alle 13 di lunedì è prevista la ripresa degli allenamenti.
Il rischio esonero è forte, Bisoli e Dionigi sono due opzioni tra nomi altisonanti (Iachini) e gli allenatori che si son proposti come fecero già mesi or sono. I nodi sono sempre quelli legati all’ingaggio e al progetto tecnico, dato che il secondo tema ha fatto già saltare un accordo in via di definizione con quello Zaffaroni poi finito alla FeralpiSalò nonostante i buoni rapporti con il patron. Tra l’altro Dionigi si è seduto al “Rigamonti-Ceppi” in occasione della partita con il Pisa, visto che era tra i possibili candidati alla sostituzione di Aquilani in caso di sconfitta. Nel frattempo la chiusura del mercato incombe: Dimitrios Stavropoulos (Warta Poznan) e Domenico Frare (Cittadella) hanno degli accordi di massima per il trasferimento ma serve il benestare della proprietà agli investimenti economici. E anche questo genera delle frizioni: i risultati sono quelli che stiamo vedendo tutti, con la contestazione della tifoseria nata a Piacenza che è stata “limitata” dai tabelloni luminosi prima dei quali si è fermata la squadra. Un atteggiamento che ai tanti supporter non è piaciuto.
