
Annata fallimentare. Due parole, quelle proferite da mister Andrea Malgrati nel post Parma-Lecco, che sintetizzano in maniera efficace i 314 in Serie B dei blucelesti. Nemmeno un anno, con la partenza ad handicap per le note vicende legate alla giustizia sportiva e ordinaria che comunque era stata riassorbita al giro di boa: sì, perché il 26 dicembre 2023 la salvezza era realtà. Rievocare ogni singolo passaggio a vuoto sarà, credibilmente, un esercizio scontato durante le prossime settimane, ma la ricostruzione – al netto di tre partite ancora da disputare e onorare – deve partire immediatamente e ha delle basi importanti: 712 tifosi al seguito di una squadra più retrocessa che altro si sono visti di rado, il sostegno non è mancato per un secondo e quel «che importa se/è arrivata la retrocessione» è risuonato forte e chiaro tra le mura del “Tardini”. Fino a pochi anni fa si diceva che a Lecco era impossibile fare calcio a causa di una piazza troppo esigente, ma proprio la piazza si è dimostrata la componente più matura all’interno di una gestione schizofrenica tra Cormano e via Don Pozzi.
Lecco, il futuro è adesso
Verdetto acquisito, possibilità di ragionare concretamente su un futuro che inizia adesso. Bisognerà calarsi molto rapidamente in una realtà, quella della Serie C, decisamente diversa sotto tutti i punti di vista e che non fa sconti a nessuno, come dimostrano le sabbie mobili che stanno bloccando Vicenza e Padova da anni: un andamento perlopiù deprimente non ha cancellato l’attaccamento della tifoseria, anzi in tal senso il lascito è decisamente importante; il pensiero diffuso è che si possa provare l’immediata risalita, ma saranno cruciali tanti fattori per ottenere una linea di credito dalla piazza. L’annoso interrogativo, ovviamente, sarà legato al chi dovrà provare a realizzare l’impresa, tradizionalmente complessa e sfuggita a tanti: per quanto ci riguarda l’era Di Nunno è conclusa, tanto più dopo quel Lecco-Palermo che ancora non ha portato a delle scuse nei confronti della piazza dopo le assurdità proferite dal terrazzino. Da mesi, dalla fine del 2023, riportiamo le voci che parlano di un interessamento nei confronti di una Pro Sesto aritmeticamente retrocessa in Serie D nel pomeriggio di domenica: allora la possibilità rimase tale per la mancata cessione del Lecco, ora i tempi potrebbero essere maturi.
Chiaramente prima l’imprenditore pugliese deve procedere con la vendita della società bluceleste: Alex Lin si è affacciato in Comune di Lecco in questi ultimi giorni per presentare la propria idea di business – che ovviamente non riguarda solo il fronte sportivo -, ma il patron preferirebbe cedere al gruppo americano rappresentato da Jamie Welch e che ha nel lecchese Marco Belletti l’intermediario svelato settimane fa da lcnsport.it. Venerdì mattina al “Rigamonti-Ceppi” si è visto anche il commercialista della società Francesco Micheli, passato in via Don Pozzi per consegnare dei documenti, anche perché proprio sugli incartamenti si è generato lo stallo ormai presente da settimane: del resto la mentalità americana è puramente analitica e si scontra con la gestione a sentimento degli ultimi sette anni, la richiesta economica è di 2.5 milioni di euro e il nocciolo della questione rimane quello legato alle spese per chiudere la stagione – stipendi, imposte e contributi da marzo a giugno – che nessuna delle due parti vorrebbe accollarsi. Non interamente, quantomeno. Il tempo scorre, ma c’è da credere che a breve avremo in mano la risposta tanto attesa: in altri tempi Di Nunno avrebbe già fatto saltare il banco, ma evidentemente anche lui ritiene conclusa l’esperienza all’ombra del Resegone dopo un disastroso “giro di giostra” nel campionato cadetto; loro sì, che hanno buttato via un miracolo. Anche l’imprenditoria e l’amministrazione lecchese aspettano interessate il loro prossimo interlocutore.
