
La trattativa Di Nunno-Aliberti prosegue. O, per meglio dire, potrebbe diventare tale a breve. Perché allo stato attuale di offerte e controfferte non ne sono state inviate via Pec diversamente da quanto era avvenuto per la trattativa con il fondo svizzero-americano rappresentato da Jamie Welch con l’intermediazione del lecchese Marco Belletti. La partita, in parte, ruota intorno al pagamento degli stipendi di marzo e aprile che sono fondamentali per procedere all’iscrizione al prossimo campionato di Serie C come previsto dal nuovo sistema delle licenze nazionali: la data cardine – l’ormai celebre termine perentorio – è quella del 4 giugno, mentre le mensilità di maggio e giugno, come spiegato tempo fa su queste pagine, scadono il 1° luglio e il 1° agosto. Verosimilmente – se si arriverà a un accordo – a Di Nunno toccherà il primo bimestre e all’acquirente il secondo: per chiudere l’annata si parla di una cifra vicina ai 2.5 milioni di euro, mentre le altre spese saranno coperte attraverso i contributi in arrivo dalla Lega e la ricezione dei diritti televisivi.
Di Nunno, dopo anni di tira-molla e le dichiarazioni di venerdì, pare davvero essere sul punto di mollare e magari entrare nella Pro Sesto in Serie D. Nel frattempo Aliberti, che dal sindaco ha avuto un atteggiamento giustamente molto prudente, è più che aperto alla collaborazione con l’imprenditoria locale: voci di corridoio raccontano di un tessuto imprenditoriale tutt’altro che sordo di fronte alla possibilità di dare una mano alla principale squadra del territorio, ma non disposto a fare il passo con l’attuale patron al comando. Di certo il presidente e amministratore delegato di I.M.D. International Medical Devices S.p.A. non è il primo che passa per la strada e ha ben chiara la necessità di farsi supportare in questa possibile avventura: un ritorno in Serie B, non necessariamente al primo anno ma comunque da tentare su scala biennale o triennale, garantirebbe un ritorno d’immagine ed economico di prim’ordine come dimostrato dalla stagione appena andata in archivio.
16 maggio o 4 giugno?
Parere personale: aspettare il 4 giugno ha poca attinenza con la programmazione sportiva. Aliberti ha giustamente sottolineato la necessità di dover mettere profondamente mano a un organigramma ridotto all’osso ed poco funzionale, ma è pur vero che in questo periodo le società sono già all’opera per definire la loro struttura, ma magari anche gli staff e almeno una parte delle rose. Ribadiamo quanto detto nel 2022, stagione finita in gloria ma passata da una programmazione da mani nei capelli: aspettare troppo tempo vuol dire lasciare sicuramente per strada qualcosa, che si parli di professionisti, risorse economiche o entrambe. Se, come invece filtra, la data cardine è quella del 16 maggio – giornata di pesanti scadenze fiscali -, allora il discorso è totalmente diverso.
