
Giorni mediamente caldi in casa Lecco. La questione è arcinota: l’unico tema sul tavolo è quello legato alla compravendita che vede coinvolti in prima persona il patron Paolo Leonardo Di Nunno e l’imprenditore Aniello Aliberti. I due poli dovranno trovare il modo d’incontrarsi a metà strada, anche se alcuni punti cardine sono già stati pubblicamente fissati: in primis è necessario che l’attuale amministratore delegato saldi le mensilità di marzo e aprile – tasse e contributi compresi – visto che sono la condicio sine qua non per iscriversi entro il termine perentorio del 4 giugno. Il futuro bluceleste si saprà prima di allora, probabilmente, perché lo stesso Aliberti non vuole tirarla troppo per le lunghe: qui entra in gioco il secondo fattore, se il presidente di Imd Group non troverà il sostegno di altri imprenditori lascerà perdere la questione e tornerà a occuparsi solamente delle altre attività da lui gestite. In tal senso i prossimi giorni saranno significativi, perché risulta essere in fase di organizzazione un incontro tra il presidente di Elettromedicali & Servizi Integrati di Confindustria Dispositivi Medici e coloro che potrebbero sostenere economicamente acquisizione e gestione della società durante il prossimo campionato di Serie C. “Più siamo e meglio stiamo” è – riassunto – il pensiero di Aliberti.
Se Di Nunno onorerà la promessa fatta anche pubblicamente – e la voglia di cedere al momento non gli è passata -, di fatto la palla sarà solamente nelle mani dei potenziali acquirenti, che potrebbero riproporre all’ombra del Resegone un modello di partecipazione diffusa già utilizzato con risultati tangibili anche altrove. Fondamentale, in tal senso, sarebbe trovare la figura in grado di far da collante tra tante teste, ma questo a oggi è un tema secondario. Se Di Nunno paga e Aliberti chiama a raccolta dopo i sondaggi preliminari dei giorni scorsi, l’imprenditoria lecchese come risponderà? Di certo il tentativo per far ritorno in Serie B dovrebbe essere messo tra gli obiettivi a medio termine: troppo percettibile il ritorno d’immagine ed economico dato dalla stagione 2023/2024 per poter passare inosservato, anzi nel frattempo la città ha aperto il cantiere per dotarsi di un nuovo lungolago che già oggi è usato come cartolina. Detto che Aliberti potrebbe pure rilevare una quota di minoranza, altrettanto potrebbe fare il businessman Alex Lin.

E Belletti? Dal fondo americano che ha traghettato fino all’incontro vis a vis con Di Nunno non sono arrivati segnali rilevanti durante le ultime settimane, anzi la continua richiesta di documenti effettuata per completare la due diligence assomiglia tanto a un sostanziale raffreddamento dell’interesse. Che possano riaffacciarsi una volta visto il pagamento delle sopracitate mensilità? Magari remoto, ma non da escludere a priori; magari una chiamata all’intermediario lecchese arriverà in ogni caso visto l’ampio portafoglio di clienti costruito dal manager di Azimut, decisamente ben conosciuto nell’ecosistema della finanza – milanese e non – per quanto riguarda il mondo del private equity che al suo interno ha investitori di ogni genere. Il gioco a incastri può funzionare, ma servono risposte concrete per dare il futuro importante che Lecco ha dimostrato di poter sostenere, ma soprattutto di meritare.

