Seguici

Calcio

«Lecco, è solo un arrivederci»

Rocco Nicita, giornalista che ha raccontato le vicende del Lecco, saluta una città e una tifoseria che ha imparato ad apprezzare attraverso una lettera

Il "Rigamonti-Ceppi" ha un fascino con pochi pari
Condividi questo articolo sui Social
Tempo di lettura 4 minuti

Mi chiamo Rocco e nel gennaio di quest’anno sono diventato giornalista pubblicista. Seguo e scrivo quasi esclusivamente di Serie B, un campionato che ho imparato ad apprezzare nel tempo. La premessa è doverosa per spiegarvi come ho conosciuto la realtà di Lecco, un ambiente quanto mai distante dalla terra in cui sono nato e cresciuto (la Calabria), ma vicino geograficamente a quella che è stata la mia terra d’adozione (la Lombardia e, più precisamente, Milano).

A Lecco e, più in particolare, al Lecco calcio devo la mia prima esperienza in tribuna stampa. Un freddo 20 gennaio in cui le sponde del lago di Lecco accoglievano il Pisa di Alberto Aquilani. Una partita non fortunata per l’allora duo Bonazzoli-Malgrati, condizionata fin da subito dall’errore individuale di Riccardo Melgrati. Sono passati pochi mesi da quella partita, quando ancora si respirava un’aria di speranza e non di rassegnazione, ma l’aritmetica retrocessione del Lecco colloca inevitabilmente la data ancora più indietro nei ricordi. Come se fosse un’epoca lontana.

Era allo stesso tempo la mia prima volta in tribuna stampa e la mia prima volta a Lecco, un’emozione condita non solo dall’eccitazione di poter andare allo stadio in veste “privilegiata”, ma anche dal paesaggio incantevole che mi si apriva percorrendo la strada in macchina. Non avevo minimamente immaginato quanto fosse vicino il lago alla città. Per non parlare, poi, delle volte che ho percorso la stessa strada: con l’uscita per lo stadio chiusa (e avrei dovuto e potuto anche immaginarlo) ho guidato più volte avanti e indietro per cercare di risolvere l’intricato rebus che solo gli eventi mondani possono creare. Ed ecco che a Lecco ho imparato un’altra, preziosa, lezione: quando è possibile, cercare di privilegiare il treno per gli spostamenti verso i vari stadi.

Lì per lì, devo essere sincero, non mi importava molto. Avevo accumulato un po’ di anticipo proprio per evitare spiacevoli situazioni. Con molto anticipo, appunto, sono arrivato allo stadio Rigamonti-Ceppi per ritirare il mio accredito. Un tagliandino con un laccio da appendere al collo. Un pezzo di carta che può regalare emozioni indescrivibili per chi si approccia a questo mestiere/hobby. Ricordo ancora la foto al tagliandino con il Resegone sullo sfondo, inviata tempestivamente sul gruppo whatsapp della mia famiglia.

Lo stadio, man mano, si riempiva ed era bello poter vedere “dall’alto” i pezzi del puzzle che si componevano da soli, i primi cori che salivano verso il cielo. Una tifoseria che, per quanto dimostrato nel corso del campionato, avrebbe meritato tutt’altri palcoscenici. Una presenza massiccia anche in trasferta, vista in azione con i miei occhi nello spiacevole 5-1 di Piacenza contro la Feralpisalò.

Ragionando, probabilmente, mi sono sentito vicino a Lecco e al Lecco non solo perché ha dato vita alla mia effettiva “carriera” da giornalista, ma anche perché c’è stato un pezzo di destino comune con la squadra di cui sono tifoso. Lecco e Reggina hanno vissuto gli stessi mesi estivi di incertezza, per diversi motivi si intende, sempre legati dalla speranza di poter prendere parte al campionato cadetto 2023-24. Alla fine, giustamente, il Lecco è riuscito in ciò. Altrettanto giustamente, la Reggina – a causa di terzi scellerati – è stata esclusa. Ma, al di là di questo, ci pensate che emozione può essere per un tifoso della Reggina poter vedere da vicino uno degli idoli di infanzia? Perché, sì, Emiliano Bonazzoli è stato l’attaccante della Reggina che ha segnato la mia infanzia a suon di gol.

Per tanti motivi, da esterno, non può che dispiacermi per la retrocessione del Lecco, anche se sono intimamente convinto che si tratterà di un arrivederci. D’altronde, una piazza storica come quella di Lecco merita ben altri palcoscenici e non di essere considerata – non certo per colpa dei tifosi – lo zimbello della categoria.  

Rocco Nicita

Condividi questo articolo sui Social

Lecco Channel Web Radio

Diario 1912 - Il nostro podcast

LECCO CHANNEL NEWS TV

SEGUICI SU FACEBOOK

Altre notizie in Calcio