
Il capitolo iscrizione sul fronte Lecco si è chiuso alle 20.18 di lunedì 3 giugno. A quell’ora la società bluceleste ha diffuso il comunicato che ha messo nero su bianco il deposito della domanda d’iscrizione al prossimo campionato di Serie C. La palla passa quindi alla Covisoc – nel pieno del caos dimissioni di quattro giudici su cinque – e alla Commissione infrastrutture, che dovranno accendere il semaforo verde – o meno – sui documenti presentati dalle 100 compagini professionistiche italiane: il termine perentorio per la presentazione delle domande scade a mezzanotte, entro una decina di giorni si avranno i verdetti ai quali le società potranno appellarsi in caso di rigetto. Un iter che a queste latitudini si conosce decisamente bene, avendolo vissuto in tutta la sua corrosività emotiva nel corso del 2023. In Serie C pare tutto apparecchiato per una sorta di pienone: al netto delle finaliste play off Carrarese e Vicenza, che avranno tempo fino all’11 giugno per mettersi in regola, alle altre latitudini non paiono emergere particolari difficoltà anche se tengono banco la situazione della Turris, che dovrebbe aver risolto i propri problemi, e dell’Ancona causa irreperibilità di Tony Tiong. Rischia di rimanere con il cerino in mano il Milan, che è in prima fila per iscrivere la nascente U23: dalla scorsa estate, infatti, le seconde squadre hanno la precedenza su ripescate dalla Serie D e riammesse dopo la retrocessione tra i dilettanti. Guarda interessata anche la Recanatese. Presto, però, per tracciare un bilancio definitivo in tal senso: anche un anno or sono erano arrivate 59 domande d’iscrizione, con il solo Pordenone a marcare visita, ma la tagliola della Covisoc creò comunque delle vacanze d’organico.
Cessione, si fa sul serio?
La presentazione della domanda d’iscrizione toglie anche uno degli ultimi vincoli messi da Aniello Aliberti a Paolo Leonardo Di Nunno in tema acquisizione della società, con quello residuale legato alla copertura della spesa corrente da circa 2,5 milioni di euro: dopo aver versato oltre un milione e mezzo di euro per saldare gli stipendi di marzo e aprile, il patron si è fatto aiutare per chiudere il discorso più recente; nessuno dei due ha confermato ufficialmente, ma sarebbe stato proprio l’imprenditore bergamasco a fornire la fideiussione bancaria a prima richiesta da allegare al resto della documentazione. Per quanto non sia una prassi canonica, in Federazione è accettata se la garanzia proviene da un istituto bancario di primo livello come quelli che – logica consiglia – supportano Aliberti nella sua attività imprenditoriale che gli permette di generare annualmente un fatturato multimilionario. Siamo davanti al vero e proprio bivio verso il passaggio di quote?
