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Foschi ha risolto con il Lecco: «Tifosi eccezionali. Venuto meno il rispetto». Lo aspetta il Renate

L’ex tecnico bluceleste ha risolto il contratto che lo vincolava alla società ed è prossimo alla firma del nuovo contratto con la compagine brianzola: sarà la seconda avventura

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Tempo di lettura 5 minuti

Ultimi giorni da bluceleste, formalmente parlando, per mister Luciano Foschi. L’ex tecnico, esonerato a ottobre 2023, ha risolto il contratto con la Calcio Lecco 1912 e a giorni firmerà l’accordo con il Renate, avviando così la seconda avventura in terra brianzola. Venerdì sera si è recato nella città capoluogo per incontrare un drappello di tifosi e parlare alla stampa, tornando a poterlo fare vista la cessazione del vincolo contrattuale di cui sopra. La città manzoniana, comunque, rimarrà il suo quartier generale.

Da qui parte l’intervista:
«Tornerò a lavorare e questa cosa è la cosa che mi piace più di tutti. Ho parlato con la nuova proprietà senza nessun problema, era giusto lasciare loro la possibilità di poter scegliere e non essere condizionati da un contratto e quindi questa sia la cosa più giusta. Allo stesso modo, anche per quanto mi riguarda, avere la possibilità e la libertà di poter andare a lavorare con le persone che preferisco».

Un addio agrodolce?
«Ci vuole rispetto per tutti e ancora di più per un allenatore che ha vinto il campionato. In alcune circostanze questo rispetto è venuto meno. Però non voglio entrare nel merito, ormai è passato. A Lecco c’è una nuova proprietà alla quale io auguro le migliori fortune. Ci siamo lasciati in buonissimi rapporti perché al problema abbiamo trovato la soluzione. Posso dire a loro che troveranno un pubblico eccezionale in una città che ama all’inverosimile questi colori come neanche loro si rendono conto. Nessuno si rende conto di quanto, di cosa significhi in realtà per questa città e quindi ti rimane addosso, rimane nella pelle e secondo me loro si renderanno conto strada facendo, soprattutto se le cose andranno bene, di dove sono arrivati».

Mister sette mesi fuori sono tanti, che idea ti sei fatto della stagione bluceleste?
«Tanta confusione. Questa non è la sostanza, ma è un po quello che ho pensato. Abbiamo avuto delle difficoltà in estate, ci hanno comunque fatto partire in ritardo. Poi in tre giorni ci hanno catapultato a giocare a Padova e quant’altro. Da lì in avanti credo che, invece che fermarsi e dire aspetta un attimo vediamo cosa possiamo fare con calma e serenità, alla confusione si sia aggiunta altra confusione. Ognuno dice la sua. Io credo che sia mancata un po’ una linea da percorrere po’ più equilibrata. Il trattamento per i senatori? Una squadra che vince merita rispetto in tutti i sensi e credo che non puoi dare rispetto solo pensando di risolvere i problemi con i soldi, non sono tutti nella vita. Ci sono i rapporti e ci sono le persone, quindi per me i calciatori sono prima delle persone. Quei ragazzi hanno fatto qualcosa di eccezionale, di fantastico».

Mister, qualcuno ti ha rimproverato aver tenuto troppi dei giocatori all’inizio dell’estate che avevano vinto il play off. Però a dicembre erano salvi:
«Sono stati mandati via dei giocatori che non volevo mandare via, parlo di ambizione di tutta quella gente lì. Io quel gruppo lì l’avrei tenuto tutto, tutto, tutto. Poi dopo, per carità, avrei preso sicuramente due giocatori per reparto di categoria questa era, ma questa è l’idea che io avevo espresso al presidente. Poi chi ha detto che ho ottenuto troppi giocatori deve dimostrarmi che aveva ragione. Se poi si arriva ultimi…».

Non hai un tuo rammarico, uno che imputi a te stesso?
«La mia scelta sicuramente è stata di cuore, come faccio sempre mi faccio sempre condizionare dal cuore, ma la mia scelta è stata questa. Forse forse, visti i presupposti, era meglio magari cambiare aria. L’ha scelta l’ho fatta consapevolmente, speravo invece di riuscire a incidere in modo più propositivo e non ci sono riuscito. Quindi non è che sto dando la colpa agli altri se le cose sono andate male. Se vengo esonerato dalle responsabilità le ho, me le sono prese. Ho accettato senza fare polemiche. È chiaro che se cambi l’allenatore dopo sei partite vuol dire che l’allenatore è un problema. Se poi la squadra arriva ultima mi viene da dire che forse potevo arrivarci pure io. Quello che è successo è un dato di fatto».

Qual è l’augurio che puoi lasciare ai tuoi tifosi?
«Spero che il mio sia un arrivederci presto. Auguro al Lecco di poter tornare in Serie B quanto prima, perché i tifosi quest’anno hanno dimostrato di essere all’altezza, perché anche quando erano retrocessi andavano in trasferta in tanti. Poche realtà sono state così vicino alla squadra come lo sono stati i tifosi del Lecco, quindi a loro veramente auguro di cuore le migliori fortune».

Si riparte da Baldini e Minadeo: come valuti le scelte?
«Non conosco Baldini direttamente, ma credo che il Lecco abbia preso un allenatore bravo, capace; il direttore sportivo comunque ha fatto bene l’anno scorso e da questo punto di vista la partenza mi sembra più che buona. In più ci sono tanti giocatori che hanno vinto il campionato scorso che tornano indietro, quindi credo che ci sia una base di una squadra importante. Per quanto riguarda lo staff tecnico, Baldini è molto più bravo di Luciano, non c’è dubbio. Lo dico con cognizione di causa, lo spiega la sua storia; auguro a lui di fare bene e di ottenere tutti i risultati e di regalare grandi soddisfazioni a questa gente».

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