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Lecco, parla Aliberti jr: «Non siamo un discount. Punte? Ne vorremmo due, ma… Le nostre strategie sul mercato. Società, ci sono due proposte»

Lunga intervista al vicepresidente bluceleste: spazio a tanto calciomercato, ma pure alla visione a lungo termine della proprietà, che nel giro di qualche mese potrebbe accogliere nuovi soggetti

Francesco Aliberti, a sinistra BONACINA/LCN SPORT
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Tempo di lettura 11 minuti

Il Lecco si avvicina ad ampie falcate al debutto nel campionato di Serie C 2024/2025. Momento atteso e che arriva dopo una fase iniziale di stagione tutt’altro che semplice, animata da amichevoli e Coppa dai risultati non appaganti e pure da un calciomercato vissuto abbastanza sottocoperta. Via Melgrati, Crociata, Caporale e Bianconi, dentro nuove pedine in tempi brevi per rimpiazzarli e in stand by ci sono ancora le situazioni di Buso e Ionita, che quotidianamente fanno discutere all’ombra del Resegone. Il vicepresidente Francesco Aliberti non si è sottratto alle nostre domande, spiegando lo stato delle cose anche su un tema diventato caro alla piazza – quello del tabellone dello stadio “Rigamonti-Ceppi” – e su uno di vitale importanza ma spesso tralasciato nel dibattito: parliamo del possibile ingresso di nuove realtà nella compagine societaria e sì, qualcosa si sta muovendo con concretezza dopo i tanti appelli lanciati dal presidente Aniello Aliberti.

Intervista a Francesco Aliberti: «Buso, non siamo un discount. La nostra strategia sul mercato»

Francesco, benvenuto. Partiamo dalla situazione Vertainen:
«È al primo posto nella casella centravanti, che vogliamo riempire il più presto possibile. Ricordiamoci, ovviamente, che abbiamo già preso Zuberek nel ruolo: l’ho visto benissimo nell’amichevole con la Juventus. Vertainen ha maggiore esperienza essendo un ’99: non è giovanissimo e non è un veterano, secondo noi può essere un buon prospetto. C’è stato già un sondaggio abbastanza approfondito, siamo già in in trattativa quindi speriamo di chiuderlo il prima possibile. Ovviamente, come uso e costume in tutte le società anche nella nostra abbiamo delle alternative che teniamo in caldo; è una trattativa che si è fatta un pochino più intensa e vediamo nei prossimi giorni come andrà a finire».

È stato un precampionato fatto di risultati non esaltanti:
«Quello che è stato evidenziato con Juve e con il Milan non ha cambiato, in realtà, di molto quella che è sempre stata un po’ la nostra direzione sia societaria che che di mercato. Ci tenevamo a far bene in Coppa Italia, non è un alibi però parliamo di una squadra di talenti che hanno già giocato in Serie A e hanno fatto il percorso estivo con il Milan “vero”, quindi diciamo non era una squadra proprio facile da affrontare. Ho visto messo in pratica tutto ciò che il mister ha preparato in ritiro. Il click negativo è stato mentale: giochi bene, poi incappi in un errore che a un portiere d’esperienza capiterà una volta ogni mille anni e ci siamo un po’ demoralizzati. Con la Juve ho visto la stessa cosa, nel senso che abbiamo giocato praticamente solo noi per 20 minuti, alla mezz’ora abbiamo subito anche in quel caso per una disattenzione banale e poi mentalmente siamo andati giù. Questa squadra deve migliorare a livello mentale, di fiducia nello spogliatoio. Siamo convinti che anche aver preso un elemento veterano come Lepore possa dare quella spinta mentale, così come vale per Beghetto. Sono elementi che possono ricongiungere le varie pedine a livello mentale, perché a livello fisico e tecnico noi siamo soddisfattissimi: a livello atletico non abbiamo avuto infortuni, se non il piccolo acciacco di Celjak che è già praticamente rientrato, quindi vuol dire che lo staff sta lavorando perfettamente in questo senso; gli schemi ci sono e si vedono, a noi manca quest’amalgama un po’ di spogliatoio e un po’ di testa, coraggio, entusiasmo e che ci porti a non buttarci giù a al primo gol subito. Ho visto veramente una bellissima squadra, poi chiaramente il campo sarà il giudice supremo e si potrà arrivare primi come ultimi con le 1000 variabili di questo sport che ci pice tantissimo».

Qual è la genesi del ritorno di Checco Lepore?
«Con lui non c’è mai stata la porta chiusa definitivamente. Un mese fa l’ho inconstrato a casa sua e abbiamo chiacchierato davanti a un caffè. Lì abbiamo parlato della possibile ipotesi di rientro, quindi la porta – l’abbiamo sempre detto io e Antonio – non è mai stata chiusa definitivamente. Abbiamo dovuto fare delle altre valutazioni, piuttosto. Mi spiace tuttora leggere commenti di gente poco informata secondo cui l’abbiamo mandato via: semplicemente era finito il contratto, perchè con un altro anno non ci sarebbe stato niente da dire. Con Checco ci siamo riavvicinati in maniera intensa già da due settimane, è stata una cosa ripartita sottotraccia e siamo contentissimi di averlo con noi. Mi dispiace anche leggere sempre di qualche persona convinta di avere a che fare con una mera operazione di marketing. Mi spiace più che altro per lui, perché è una mancanza di rispetto nei suoi confronti ed è un giocatore che ci serve e ha delle qualità, fisicamente si è sempre allenato e è tenuto da Dio: leggere che l’avremmo preso solo percalmare dei malcontenti… Chissà quali poi: abbiamo perso un’amichevole e un primo turno contro dei ragazzini che giocano in Serie A. È un giocatore fantastico, abbiamo semplicemente detto di aspettare per fare valutazioni e alla fine siamo riusciti a trovare una quadra. Ci tengo a sottolinearlo, non lo fa lui perché è un gran signore, ma ha rifiutato altre altre offerte per tornare qui: ci ha fatto molto piacere. Per una volta nel calcio qualcuno rinuncia a qualche soldo in più per rimanere in una città dove si è trovato bene e mi sembra giusto sottolinearlo. Sono le piccole cose belle del calcio che ogni tanto accadono».

Rimaniamo sul tema economico. La situazione Ionita:
«Non abbiamo aggiornamenti, al momento stiamo aspettando la sua risposta e nel momento in cui parlo non c’è una decisione né in un senso né nell’altro. Gli abbiamo detto chiaramente, così come facciamo sempre in ogni trattativa, qual è il tipo di proposta massima in termini sia economici che di durata del contratto che noi possiamo fare; ovviamente lui ci ha fatto sapere, ma comunque è circolato anche sui siti, della proposta del Trapani; più di così noi non possiamo fare, non siamo qui a fargli perdere tempo e abbiamo detto chiaramente già quattro giorni fa qual è la nostra proposta migliore possibile, non banale per la Serie C. Le valutazioni stanno al giocatore, come dico sempre sono dei lavoratori ed è giusto rispettare qualsiasi decisione; se lui vuole andare in un’altra squadra a prendere uno stipendio maggiore fa bene, lo capisco. Non farò mai un discorso retorico del tipo “deve rimanere qua a tutti i costi“ eccetera”: veramente, come abbiamo sempre detto, non tratteniamo nessuno. Chi vuole venire dev’essere convinto e deve avere fame, essere a disposizione; se Ionita dovesse venire io sarà contento, sono un grande estimatore del giocatore e può portare tanta esperienza».

Veniamo al discorso Nicolò Buso, diverso rispetto a quello di tutti gli altri: ha chiesto di non giocare?
«Il giocatore ha un contratto ancora biennale ed è un patrimonio, un asset della società. Chiaramente noi abbiamo stabilito un valore del giocatore perché saremo antichi e stupidi, ma siamo ancora convinti che il prezzo lo faccia chi vende e non chi compra. Questo calciomercato si caratterizza per una scarsità di liquidità tra Serie B e Serie C, ma non stiamo chiedendo la luna. Il giocatore ci ha espressamente detto che non vuole giocare la Serie C con il Lecco: eravamo apertissimi anche alla possibilità di tenerlo e di adeguare lo stipendio, ma lui ha espressamente chiesto di essere ceduto da un po’ di tempo; non è un mistero, vorrebbe andare – com’è giusto che sia per la sua carriera – in Serie B; al suo entourage è stato detto che il prezzo lo fa chi vende e quindi non accettiamo offerte ridicole o al ribassone. Non siamo il discount della Lega, però bisogna avere rispetto alla Calcio Lecco come di qualsiasi altra società che ha un cartellino da valorizzare in qualche modo. Se avessimo voluto fare cassa l’avremmo venduto il giorno due dopo aver preso la società e invece siamo qua fino a fine agosto ancora dietro a questa cosa e quindi testimonia che non abbiamo problemi a tenerci anche il giocatore con il mal di pancia. E se rimanesse? La domanda va fatta a lui e a mister Baldini, non diamo direttive su chi gioca o meno e non parliamo direttamente con i calciatori. Ripeto: il giocatore per noi ha un valore e non siamo disposti a scendere a patti con offerte che noi definiamo ridicole. Mi rendo conto che ognuno fa suo lavoro e che quest’anno c’è minore liquidità in Serie B, non voglio offendere le cinque/sei società che ci hanno fatto pervenire delle offerte nell’ultimo mese e mezzo. Abbiamo aperto a tutte le soluzioni possibili, scambi compresi, e non siamo lì a mettere la barra dritta; vogliamo accontentare il giocatore stesso che è a un punto di svolta della carriera, ma se qualcuno pensa di essere capace di metterci con le spalle al muro mi sa che ha sbagliato società».

In poche parole, la strategia per il finale di mercato:
«I rinnovi al momento restano in stand by, perché ci siamo concentrando sugli ultimi giorni di mercato. Ci sono svariati giocatori che sono dell’idea di rinnovare, quindi poi verranno fatte le valutazioni nelle sedi opportune a settembre, ottobre e via dicendo. Negli ultimi giorni stiamo cercando di chiudere per questo centravanti; non solo uno, in realtà, ma su due attaccanti in aggiunta alla rosa. Poi, chiaramente, se si verificheranno queste opportunità verranno comunicate: non voglio promettere niente, un profilo sarebbe di proprietà e potrebbe essere Vertainen come Asencio come altri profili che stiamo valutando, mentre l’altro arriverebbe in prestito da una squadra abbastanza importante: parliamo di un elemento senza bisogno di presentazioni, ma non voglio fare proclami prima del tempo. Magari lo chiuderemo prima di domenica… Stiamo valutando anche un terzino che può essere o a sinistra o a destra, interscambiabile, anche visto che comunque il mister gioca a quattro e sono fondamentali per il gioco. Ne abbiamo al momento in realtà già quattro, Louakima bisognerà capire cosa deciderà di fare. A un terzino in più potremmo anche pensarci, non fa male. A centrocampo siamo messi bene, al di là di Ionita che è un po’ scollegato. Poi, chiaramente, come in ogni mercato se c’è un’opportunità… Ma tenendo un occhio anche al numero della lista. Pinzauti e Ardizzone? Non possiamo cacciare nessuno, sono giocatori validissimi e non viene esclusa una possibile permanenza. La palla sta anche ai giocatori, decidono anche loro e noi non cacciamo nessuno per quanto il discorso della lista vada sempre tenuto in considerazione. Magari con un solo centravanti si può pensare di tenere Pinzauti».

Due temi stadio: tabellone e pedana per i disabili.
«Se ne occupa direttamente il presidente, quindi sono un po’ meno ferrato. Sul tabellone ho avuto domande in privato e mi ha fatto sorridere: verrà cambiato, c’è stato un ritardo legato alla fornitura dei materiali. Ci hanno detto massimo 2/3 settimane, poi magari arriverà prima. Per la piattaforma abbiamo un canale apertissimo con il Comune, sicuramente verrà risolta quanto prima: ci danno grande collaborazione».

C’è una data per la presentazione? Gli allenamenti verranno aperti?
«Non ci abbiamo ancora pensato perchè siamo partiti in ritardo con tutto. Stiamo lavorando per le prime due partite interne e questo discorso non è stato affrontato in modo decisivo e serio: siamo apertissimi a mischiarci con i tifosi e ad aprire le porte, abbiamo in programma la partecipazione a due eventi organizzati da loro e degli altri li organizzeremo noi. Non ci nascondiamo, è tutta benzina positiva il supporto della gente e lo sono anche le critiche se vengono fatte con rispetto: non siamo infallibili, l’unica promessa è quella dell’onestà e del lavorare bene senza rischiare cose brutte. Abbiamo pagato gli stipendi e non ci sono altri problemi di sorta: la società è pulita, seria e onesta. Possibili soci? Un paio di proposte, poco più di un pour parler, ci sono state: se ne riparlerà per il prossimo anno, entrare in un treno già partito non è facile. Mi rendo conto delle tempistiche. Da dove arrivano le proposte? Dal territorio lecchese ed extralombardo: sono cose riservate, non siamo alla firma dei contratti e vorranno vedere l’evoluzione della stagione».

La domanda più importante: qual è l’obiettivo?
«I play off, anche se detto così può voler dire tutto e niente. L’impresa del Lecco spiega che nulla vieta di sognare, ma anche una parte dei contratti è legata alla qualificazione. Il progetto è a lungo termine, non siamo qui per andare via tra un anno per quanto il primo obiettivo sia stato già centrato ed era quello legato al salvataggio della Calcio Lecco da delle cose brutte, perdita del professionismo in primis ma forse pure peggio. Secondo me la squadra verrà fuori alla lunga, il mister ha delle idee molto precise e ragiona chiaramente: giudicheremo alla fine del percorso, non dopo due-tre partite perchè da imprenditori non siamo soliti farlo».

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