
In principio fu Lecco. Seguì Costa. Poi vennero Olginate e Vercurago. Quindi, pochi mesi fa, Valmadrera. Infine, ancora fresca nella memoria, Mandello. Di cosa stiamo parlando? Delle rinunce di prime squadre di pallacanestro del territorio negli ultimi anni. Dolorosissimi addii ai campionati Senior, per ricominciare da categorie inferiori o addirittura sparire dalla geografia del basket.
Ognuna per ragioni diverse, tutte accomunate dalla necessità di ridurre i costi e le spese per continuare l’attività: ciascuna delle società citate – è questo, in fondo, l’aspetto positivo della vicenda – ha scelto di investire le proprie risorse nel settore giovanile, nella speranza di tornare ai fasti del passato con squadre in gran parte autoprodotte. Una decisione lungimirante che, vedi Lecco – per non scomodare il Costa, che pure fu costretto a rinunciare alla Serie A1 femminile per autoretrocedersi in A2 – sta dando i primi frutti.
La domanda che ne consegue è: Il nostro basket è in crisi? Forse. È evidente che non sia più sostenibile come una volta. Un problema che riguarda l’Italia intera e il suo movimento cestistico, non soltanto il Lecchese, ma che qui ha avuto un forte impatto (nell’opinione pubblica, media e addetti ai lavori) per l’elevato numero di rinunce in tempi brevi e la marcata differenza rispetto a poco più di un lustro fa. Due mondi profondamente diversi.
Com’eravamo
C’è stata un’epoca, fra il 2015 e il 2020, nemmeno troppo tempo addietro, in cui il nostro movimento maschile poteva esprimere due squadre in Serie B, terza categoria nazionale: il Basket Lecco – che per quattro stagioni consecutive raggiunse i play-off – e poco dopo la Nuova Pallacanestro Olginate. A queste si aggiungevano tre squadre in Serie C e quattro in D.
Lecco fu la prima a rinunciare dopo l’anno del Covid, un campionato interrotto quando i blucelesti veleggiavano nelle prime posizioni del girone. Olginate lo fece nel 2022 e scelse di ripartire dalla poi ribattezzata Dr4. Ci fu inoltre la triste sparizione dei Coguari di Vercurago (all’epoca in Serie D), mentre quest’anno si registra la rinuncia di un’altra piazza storica, Mandello, che non avrà una formazione Senior se non nel Csi.
Al femminile, invece, è stata la Starlight Valmadrera ad annunciare, a inizio settembre, la volontà di non calcare più i campi con la prima squadra e di puntare tutto sul vivaio. Una società che definire “storica” è quasi riduttivo.
Come siamo
Il Costa femminile resta il vertice del nostro movimento, con la Serie A2 da protagonista. Fra le donne, poi, possiamo vantare il Nibionno e la Lecco Basket Women in C.
In questa stagione, 2024/25, l’ammiraglia del basket maschile è la Carpe Diem Calolzio, retrocessa sul campo lo scorso giugno ma sempre presente negli anni (con una trentina di C consecutive). Una certezza granitica, la squadra di Dario Brini, inserita in Dr1 con Civitz, Nibionno (in orbita Basket Costa) e Ars Rovagnate.
In Dr2, preso atto della rinuncia del Mandello, troviamo solo il Cb Pescate, a sua volta retrocesso dall’allora Serie D – complice i perversi meccanismi della riforma Fip – nel 2022/23.
La Dr3, che scatterà fra qualche giorno, avrà ai nastri di partenza le “verdissime” Lecco e Olginate, con Aurora San Francesco, Rhinos Robbiate e Gs Galbiate. Tutte le altre, a seguire, in Dr4.
Non sappiamo se negli anni a venire qualche società riuscirà a vincere campionati o godere di ripescaggi utili a scalare le gerarchie cestistiche regionali e nazionali. È quanto ci auguriamo, perché alcune sfide in palazzetti gremiti e festanti sono ancora troppo fresche nella memoria per essere consegnate all’oblio.
