Alla terza arrivò il pareggio. Il Lecco si fa stoppare dalla Virtus Verona nonostante l’iniziale vantaggio firmato da Lepore su rigore, pareggiato a poca distanza temporale da Zarpellon. Tre indizi fanno una prova e nella ripresa Volpe – che all’intervallo manda dentro Rocco e Ilari – si ritrova nuovamente con una squadra meno intensa dei primi 45′: occasioni create poche, soprattutto la gigantesca palla-gol capitata a Juanito Gomez nel finale e risputata indietro dalla traversa alle spalle di Furlan, che evita un finale sportivamente tragico. Dopo il triplice fischio il portiere è una furia verso la Curva Nord e dev’essere portato negli spogliatoi con le maniere forti: colpa, con scarse possibilità di errore, del grosso petardo lanciato sul terreno di gioco e a poca distanza intorno all’85’. In sala stampa parla solo il tecnico bluceleste, i giocatori rimangono in silenzio anche in segno di solidarietà verso il compagno di squadra.
Lecco 1-1 Virtus Verona, l’intervista di mister Gennaro Volpe
Mister, pareggio deludente. Il Lecco non vede la porta e ha una panchina corta:
«Questa squadra ha dei problemi di finalizzazione ed è evidente. Devo prendere il buono che la squadra ha riportato: la partenza è stata veemente, poi ci siamo suicidati perché il gol è nato da una gestione palla sbagliata; ci siamo smarriti e non deve succedere, dobbiamo essere più forti dal punto di vista mentale. Abbiamo sbagliato tante scelte dalla trequarti in su, se non ci fossero stati problemi non ci sarebbe stato il cambio di allenatore: evidente che abbiamo avuto poco tempo per lavorare, c’è da crescere e tirare fuori carattere; oggi ho visto troppi errori e frenesia da giocatori che hanno esperienza in queste e altre categorie. Sono arrabbiato perché la squadra deve trovare certezze e fiducia: mi tengo il punto, se perdi poi ti mangi le mani visto che alla fine abbiamo rischiato. Dai cambi pretendo di più: chi entra deve incidere, così non basta. Non voglio guardare la classifica, oggi: al momento il Lecco è questo, sta a noi voler pretendere di più. Il gruppo sta dando e spingendo, ma se siamo lì ci sono dei limiti: stanno dando tutto, ma è chiaro che bisogna lavorare».
Come ti spieghi la poca incidenza dei subentrati?
«Quello che c’è stato prima non lo conosco e non lo voglio sapere, sono qua da dieci giorni. Dobbiamo alzare il nostro standard, ho visto tanti errori tecnici e tante scelte sbagliare: serve maggiore personalità nella gestione della palla, la squadra sa e può giocare a calcio. Abbiamo giocatori che hanno fatto cose importanti in carriera, ma conta solo il presente».
Dai sei attaccanti solo un palo:
«Sono d’accordissimo sul fatto che davanti stiamo incidendo poco: siamo arrivati davanti spesso, ma stiamo riempendo poco l’area. Dagli attaccanti pretendo di più: a loro pongo sempre obiettivi, giocatori come Tordini e Galeandro devono incidere di più. Non mi piace chi delega sempre e non si prende delle responsabilità, dal primo all’ultimo: io me le prendo e le pretendo anche da loro. Zuberek? Non c’è niente, è un giovane che deve dimostrare in allenamento di meritarsi la maglia; deve trovare continuità durante la settimana: per quel poco che ho visto, è un giovane che deve pretendere di più da sé stesso».
Il cambio di Ionita?
«Ha accusato un problema e mi ha chiesto il cambio, per Galeandro parliamo di una scelta tecnica. Abbiamo fatto grandi primi tempi e secondi di livello inferiore: ho tenuto lo stesso undici perché volevo aumentare la capacità di durare nei novanta minuti».
Sulla posizione in campo di Rocco:
«Un allenatore deve mettere i giocatori nelle condizioni di fare bene e condivido il fatto che debba stare vicino alla porta. Non gli ho chiesto di fare l’esterno, oggi, ma quando c’è un eccesso di generosità si tende a smarrirsi: non è semplice mettere tutti nelle migliori condizioni, ma un allenatore cerca di fare il meglio».
Altre vie d’accesso negli ultimi venticinque metri?
«Serve tempo per pensare a un cambio tattico: normale pensare a qualcosa di diverso, sono partito cercando di dare delle certezze alla squadra. Le mie idee hanno bisogno di tempo e allenamenti: avremo a disposizione una settimana per lavorare, finalmente, e potremo pensare a qualcosa di diverso».
La situazione di Furlan:
«C’è poco da commentare, venire a vedere una partita dev’essere una gioia e uno spettacolo; questi episodi devono stare fuori: il ragazzo era parecchio deluso da questa cosa, giustamente. Chi dovrà pagare, pagherà: il tifoso ha diritto di applaudire e fischiare, ma non il diritto di fare quello che ha fatto oggi. Fortunatamente non ci sono state conseguenze fisiche, Furlan era molto provato e a noi dispiace».
Lecco 1-1 Virtus Verona, l’intervista di mister Gigi Fresco
Mister, un buon punto:
«Il bicchiere è mezzo pieno contro un’ottima squadra, ben seguita e allenata; ho anche conosciuto il presidente ed è una bella persona. All’inizio siamo stati intimoriti dallo stadio: siamo partiti un po’ così e poi ci siamo ritrovati, l’occasione di Juanito è stata bella grossa».
Avete anche cambiato schieramento:
«Eravamo uomo contro uomo a tutto campo, ho preferito metterci 4-2-3-1 perché soffrivamo su Kritta. Da lì siamo andati meglio, ho cercato di mettere muscoli ed energia».
Il gol di Zarpellon:
«Mio pupillo, stravedo perché è un giocatore molto forte. Può darci qualcosa in più, si è ripreso dopo tanti infortuni».
Bene sulle catene laterali:
«Finalmente ne abbiamo un po’ e possiamo cambiare».
Sette risultati utili in piena emergenza:
«Dobbiamo crescere nella velocità di giocata, togliendo un tocco: qualche volta bisogna verticalizzare di più».
Rispoli e Pagliuca:
«Pagliuca è forte, De Marchi aveva la schiena bloccata. Rispoli è un talento formidabile, abbiamo un ottimo rapporto con il Como che ci ha dato anche Ronco, ma non era la sua partita. Stiamo cambiando ruolo a tanti giocatori, può essere che serva anche a loro durante la carriera».
