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Lecco non dimentica Gabriele Sandri: «Nel tuo ricordo, viviamo il nostro ideale»

Omaggio alla memoria del tifoso della Lazio ucciso lungo l’autostrada A1 l’11 novembre 2007: da allora gli ultras di tutta Italia ne tengono viva la memoria nel giorno dell’anniversario

Lo striscione per Gabriele Sandri
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Tempo di lettura 3 minuti

L’11 novembre 2007 Gabriele Sandri, tifoso della Curva Nord della Lazio, venne ucciso da un colpo di pistola sparato dall’agente Luigi Spaccarotella lungo l’auostrada A1. Un fatto di cronaca gravissimo che ha anche reso l’Autogrill di Badia al Pino (Arezzo) una meta per tifosi di tutta Italia, desiderosi di portare il loro saluto al 26enne ogni qualvolta se ne presenti l’occasione. Durante le gare dell’ultimo fine settimana, ma non solo, sono stati svariati gli striscioni esposti negli stadi della penisola: i supporter della Curva Nord di Lecco – nello specifico il gruppo UnoNoveUnoDue – hanno omaggiato la memoria di “Gabbo” con uno striscione recante la scritta «Lecco non dimentica Gabriele Sandri: «Nel tuo ricordo, viviamo il nostro ideale. Gabriele vive!».

Gabriele Sandri

L’omicidio di Gabriele Sandri

Nato a Roma il 23 settembre 1981, Gabriele Sandri, 26 anni, soprannominato “Gabbo”, era un noto disc jockey della capitale, tifoso della Lazio e i suoi genitori erano proprietari di un negozio di abbigliamento in zona Balduina.

La mattina dell’11 novembre 2007 Sandri e altri quattro amici si trovavano sull’A1, diretti a Milano per assistere all’incontro di calcio tra Inter e Lazio previsto alle 15:00 allo stadio Giuseppe Meazza di San Siro. I cinque, a bordo di una Renault Mégane, si fermarono all’area di servizio Badia al Pino all’altezza di Civitella in Val di Chiana (Arezzo) per attendere l’arrivo di altri amici, provenienti sempre da Roma su una Renault Clio. Intorno alle 9:00, i tifosi laziali entrarono in contatto con alcuni sostenitori della Juventus e tra i due gruppi scoppiò una rissa.

I tafferugli attirarono l’attenzione di una pattuglia della Polizia stradale che si trovava sul lato opposto della carreggiata e che, azionata la sirena, si portò a bordo strada; mentre il gruppo di amici di Sandri risaliva in auto e si accingeva a ripartire, l’agente Luigi Spaccarotella – stando alla sua testimonianza, convinto che i quattro stessero fuggendo a seguito di una rapina – scese dall’auto di servizio, prese la mira e da una distanza di circa cinquanta metri esplose due colpi di pistola.

Il secondo proiettile oltrepassò la rete divisoria fra le carreggiate e raggiunse la Mégane, che nel frattempo si era messa in movimento, centrando al collo Sandri che dormiva al centro del sedile posteriore. I compagni di viaggio si resero immediatamente conto delle gravi condizioni di Gabriele e si fermarono perciò nell’area di servizio successiva di Reggello, 30 km più avanti, per allertare sia le forze dell’ordine sia il soccorso sanitario ma l’ambulanza giunse sul posto quando ormai il ragazzo era già deceduto.

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