A due minuti e mezzo dalla fine il Lecco ha un piede nel baratro, con la Pro Patria meritatamente sopra al “Rigamonti-Ceppi” per mano dell’ex Beretta. Due minuti e mezzo dopo il Lecco è a +11 dalla Pro Patria grazie alle due deviazioni volanti di Sipos prima e Zanellato – a secco di gare ufficiali dal 3 agosto 2024 – poi. Il calcio di queste storie ne regala parecchie, in questo periodo molto raramente per chi veste i colori blucelesti: se alla squadra serviva qualcosa di simile a un elettroshock, potrebbe essere arrivato alle 19.35 di una non troppo fredda serata lecchese.
Lecco 2-1 Pro Patria, l’intervista di mister Federico Valente
Mister, com’è nata l’idea di schierare Anderson?
«Per chi non ci segue tutta la settimana è difficile capire il perché, con la sua esperienza e il suo vissuto ci aspettavamo una mano nel possesso. Nei primi 15′ eravamo fuori, troppo tesi e nervosi forse anche per le critiche ricevute dopo la sconfitta con il Renate che la squadra potrebbe aver subito; abbiamo fatto fatica a posizionarci e trovare soluzioni, loro con la palla erano pericolosi. Dopo aver preso gol ci siamo quasi sbloccati, il calcio è strano: dopo due settimane – e non prendo alibi – i meccanismi dei giocatori hanno ancora bisogno di tempo, anche se non c’è e ne sono consapevole. Questo lavoro deriva dal lavoro settimanale, la fortuna non è un regalo ma un merito».
Vi serviva un elettroshock, un episodio?
«A essere sincero pensavo fosse arrivato con la Pro Vercelli, ma è vero che questi momenti sono importanti. Bello vedere i tifosi andare a casa mentre cantano, sono convinto che questo sia il posto giusto per tutti noi: ora dobbiamo avere la testa giù e pedalare, a me piace parlare del lavoro e questi ragazzi spingono; se andiamo con questa energia, sono convinto che si faranno degli step in avanti».
Avete iniziato con tanta fatica in fase di possesso:
«Sono contento se sbagliano facendo quello che provano, sono convinto che abbiano percepito ciò che vogliamo e anche con il Renate li abbiamo costretti nella loro area. Serve massima concentrazione sul palleggio, è la cosa più difficile da allenare e servono idee chiare».
Manovra poco fluida, da cos’è dipeso?
«Chi ha giocato a calcio sa in che situazione siamo in classifica. Combatti per la salvezza e se uno viene a fare il gioco di Guardiola o De Zerbi… Faccio fatica a parlare di blocco mentale, i ragazzi si conoscono da poche settimane e noi pure: mi auguro di fare un determinato gioco, ma la squadra oggi ha provato ad andare in avanti e ha lottato; ho visto l’inizio delle cose che stiamo allenando: oggi ci è andata bene e dobbiamo andare avanti così».
Prima del 2-1 cosa c’era in testa?
«Abbiamo chiuso con quattro attaccanti e Di Dio come terzino destro, c’era comunque la possibilità di prendere il gol dell’1-2. Pensavo di vincerla? No, onestamente, anche se bisogna sempre crederci».
Avete recuperato Zanellato?
«È un play che ha bisogno di avere qualcuno a fianco. Dà ritmo, ha caratteristiche delle quali ho bisogno».
Cos’ha Grassini?
«Non ha niente. Ha un motore… Della Madonna, scusate l’espressione. Ci darà tanto sostegno, di un quinto come lui ha bisogno: lavoreremo tecnicamente».
Lecco 2-1 Pro Patria, l’intervista di Niccolò Zanellato
Niccolò, una delle più belle emozioni della tua vita sportiva?
«Di solito queste cose le vedi succedere agli altri in televisione. Sono contento, non giocavo da un lungo periodo e mi mancava il campo. Mi sono sempre allenato in questo periodo, anche a Catania».
Le tue caratteristiche:
«Serie A e Serie C sono diverse, paradossalmente è più difficilmente giocare in questa categoria. Sono tecnico e mi piace toccare la palla, so che qui mi devo adattare: mi piace come giochiamo ora, ho fatto anche la mezz’ala e il trequartista, per me è indifferente e non ho preferenze particolari. Nel ruolo di oggi mi trovo a mio agio».
Cos’è successo in quei tre minuti?
«Non è stato uno dei migliori avvii di partita, con il passare del tempo c’è stata più tranquillità e abbiamo cercato di creare delle azioni. Nel secondo tempo eravamo più sciolti, a volte quando sei sotto è più “facile”; abbiamo mantenuto la nostra struttura e non è un caso fare due gol in 3-4′, già uno difficile e due significano che la squadra ci ha creduto?».
Ci racconti l’azione del gol?
«Già in precedenza mi ero messo in quella posizione, al terzo tentativo l’ho presa al volo e mi è andata anche bene. Quelli sono i momenti che un giocatore aspetta, quando ti ricapita? Ti devi preparare già prima della partita».
Subito sul pezzo, quando sei entrato:
«Mi piace essere coinvolto e interpellato, non sono permaloso e mi piace la comunicazione. In queste categorie un po’ manca ed è una cosa molto importante, mi piacerebbe che tutti i miei compagni facessero così perché a me piace ricevere indicazioni. Brillantezza? Quando non giochi per tanto tempo non è facile, ma pian piano ritrovi minuti nelle gambe».
Ultimo gol?
«A Foggia con la maglia del Crotone».
Compagni conosciuti?
«Di Dio che era nel girone C, Frigerio e Di Gesù che erano al Milano. Contro Anderson ci ho giocato contro un po’ di volte».
Lecco 2-1 Pro Patria, l’intervista di mister Massimo Sala
Mister, partita perfetta fino al recupero:
«No, abbiamo commesso ingenuità nel finale e questo dice che non abbiamo capito quando finiscono le gare. Non voglio alibi, dobbiamo uscire da una situazione che troppe volte ha proposto lo stesso copione».
Non è la prima rimonta che subite:
«Ho risposto prima».
Da dove bisogna ripartire?
«Pensando al Caldiero, partita difficile come tutte le altre. Dobbiamo pensare giorno dopo giorno, faccio fatica a ripartire da una buona prestazione».
Prestazione dalle due facce, arrembanti per 20′ e poi non avete creduto di far male:
«Disamina giusta, produrre così tanto nel primo tempo e tenere il risultato a 5′ da dalla fine ci dice che abbiamo dei problemi. Gli episodi devono essere giocati con furbizia, malizia e un po’ di tranquillità».
