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Lecco-Atalanta U23: i blucelesti chiudono la stagione in casa. Valente: «I ragazzi vogliono fare bene»

Venerdì alle 16:30 l’ultima sfida casalinga per la squadra di Valente che, raggiunta la salvezza, vuole congedarsi con una vittoria davanti al proprio pubblico

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Tempo di lettura 4 minuti

La Calcio Lecco 1912 si appresta a disputare l’ultima gara casalinga della stagione. Venerdì 25 aprile, con fischio d’inizio alle 16:30, i blucelesti ospiteranno l’Atalanta U23 al “Rigamonti-Ceppi” in un match che, seppur privo di pressioni di classifica per i padroni di casa, rappresenta un’importante occasione per congedarsi nel migliore dei modi dal proprio pubblico soprattutto dopo il ko (1-0) patito sul campo del Caldiero Terme. Di fronte ci sarà la seconda squadra orobica ancora a caccia di punti preziosi per migliorare il proprio piazzamento in vista dei playoff che scatteranno la settimana successiva. I bergamaschi occupano attualmente l’ottava posizione in classifica con 54 punti e rappresentano un avversario di tutto rispetto, forte di un mix di giovani talenti e di una filosofia di gioco ben definita: il 5-2 della gara d’andata parla chiaro rispetto al potenziale offensivo del gruppo guidato da mister Modesto. Per Valente le assenze saranno varie, tra squalifiche e infortuni vari.

Lecco-Atalanta U23: l’intervista prepartita di mister Federico Valente

Mister, cosa aspettarsi dall’ultima partita?
«Sono contento di avere la salvezza in tasca da due settimane, perché arrivare alla fine della stagione con un all in sarebbe stato tosto e difficile. Scenderemo in campo per dimostrare il meglio: chi ha seguito l’allenamento ha visto che pretendo qualità e intensità dai ragazzi. Dopo aver rivisto la partita di venerdì non devo farmi condizionare dal risultato: se crei tre occasioni da gol non hai fatto male male, chiaro è che le aspettative si alzano ma bisogna sempre capire che i momenti prevedono dei cali. Anche i ragazzi non erano contenti della prestazione e per questo vogliono fare bene».

Avete qualcosa da farvi perdonare?
«Quando rivedi le partite in video non hai le sensazioni del campo e da lì si è vista un po’ poca cattiveria e “ignoranza”. Non è stata una partita fatta male, ma ci sarà un motivo se in casa nostra gli avversari fanno fatica: c’è il sintetico e sono due sport diversi; noi siamo responsabili della nostra prestazione, ma chi arriva qui trova un campo diverso. Voglio alzare il livello anche della critica: sono qui anche per trovare delle soluzioni per l’anno prossimo, trovare un campo in erba per andare fuori una-due volte è nei nostri pensieri. Poi anche a Caldiero i tifosi sono venuti in tanti e a loro posso dire solo chapeau, lo sottolineo anche negli spogliatoi».

Come sta Ferrini?
«Meglio, ma non sarà a disposizione. Grassini l’ho provato braccetto come fatto in precedenza con Kritta, dietro non ci sono troppe possibilità: di sicuro ne avremo tre (ride, ndr), ci sono anche Polito, Marrone e Stanga; terremo in considerazione anche il fatto di avere dei diffidati, vedremo domani in rifinitura perchè sarebbe folle prendere un’ammonizione. Martic? Eh, il buon vecchio Martic… Era incazzato, ma deve capire che quel gesto è stato visto con un pugno dall’arbitro».

Davanti c’è sempre il problema del gol:
«Anche Galeandro è in diffida, cercheremo di tenere fuori quelli a rischio perchè gli arbitri sono pregati di ammonire se c’è da farlo. Ho Kristoffersen, Mendoza e Attys: proveremo a inventarci qualcosa per fargli male».

Poi, quattro mesi senza calcio giocato:
«Abbiamo pianificato altre tre settimane di allenamento, con i weekend liberi e sosterremo al massimo anche la Primavera con i giovani. C’è la possibilità di parlare con i giocatori, trovando accordi e sviluppando le idee: “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare” ed è una distanza che voglio ridurre».

I calci da fermo sono stati un tallone da killer:
«Li alleniamo sempre, devi sempre fare attenzione perché se ne metti troppa attiri tanto su questa cosa; cambieremo di nuovo, dobbiamo essere tosti. La cosa migliore sarebbe proprio non concedere i calci d’angolo: anche ai ragazzi dà fastidio, il mio vice se ne occupa tanto perché era un difensore di grande livello. È questione di atteggiamento nell’area. Io in mezzo ai tifosi? Ah, tanta roba! Farli entrare in campo è stata una cosa di pancia perché è troppo importante. Dalla tribuna vedo delle distanze, ma per me è bello avere una città e una tifoseria che ci sostengono così tanto».

Sulla gestione dei giovani:
«Ogni giocatore che viene ad allenarsi con noi prendere informazioni sul calcio dei grandi, mi piacerebbe che facessero ancora più gruppo con gli altri: ci danno la possibilità di fare un dieci contro dieci, in più Anastasini ha fatto uno sviluppo molto importante; avrei voluto buttarlo dentro, ma non penso anche alla società e non solo al mio ego considerato che il giorno dopo ha fatto tanti minuti. Sono consapevole del fatto che giocare in Primavera 2 sarebbe molto meglio per tutti».

Cosa pensa di Casiraghi?
«Daniele ha un piede fenomenale e letture di gioco che non si vedono in tanti. Molto, molto importante per il Sudtirol: non ho altro da aggiungere».

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